Come si fa a convincere un giornalista gastronomico olandese che il tiramisù è nato a Treviso? Lo si invita nella Marca, perché possa conoscere dove la ricetta del dolce italiano più famoso è stata creata. Una dimostrazione pratica e una discussione filologica sul come realizzare un tiramisù perfetto sono andate in scena al ristorante Le Beccherie, in centro storico. È qui che è nato, per la leggenda e per i libri di cucina, e anche i rivali di sempre si sono arresi: la vittoria è stata suggellata anche da un atto notarile. Savoiardi inzuppati di caffè appoggiati con la glassa verso il basso, una crema di mascarpone, uova e zucchero stesa sopra di essi, e una spolverata di cacao in cima per completare l'opera: è la seconda pietanza più famosa all'estero dopo la pizza.
Treviso sta cercando di rilanciare la propria vocazione turistica anche prendendo per la gola i visitatori, e in questi mesi sta sponsorizzando molto il legame indissolubile fra la città e il suo dolce più tipico. Così la richiesta del giovane giornalista olandese Daan Vermeer è stata subito accolta con entusiasmo. Il giovane è stato ospite nella Marca per approfondire storia, ricette e variazioni sul tema tiramisù. Le sue ricerche su internet l'hanno portato qui, ma non è ancora convinto del tutto: «Ho tre versioni diverse in tre diversi ristoranti e pasticcerie, ognuno ritiene che la sua sia quella originale e di aver inventato il tiramisù, per me il mistero non è ancora risolto». Per Carlo Campeol, titolare delle Beccherie, invece il mistero non c'è mai stato: «Mia madre Alba, sul finire degli anni '70, inventò il tiramisù insieme a un giovane cuoco pasticcere, Paolo Linguarotto. È un dolce che nasce dalla tradizione delle nostre case, non dei casini, era dato a bambini e anziani perché, appunto, si tirassero su – spiega, alla trevigiana -. Per questo la ricetta originale non contempla brandy né grappa, ma solo ingredienti sani e corroboranti. Lui faccia pure le sue indagini, noi siamo certi della nostra primogenitura».
di Silvia Madiotto, dal Corriere del Veneto del 17.04.2012
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