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Nonostante le sue mille contraddizioni, l'India è una paese dai mille colori e dalle mille feste, ogni scusa è buona per celebrare anche la più piccola ricorrenza, sfarzosamente e sontuosamente.
Una tra queste è il Festival degli Elefanti, che si organizza in marzo, in concomitanza dei grandi festeggiamenti per Holi, la festa primaverile conosciuta anche come la festa dei colori o dell'amore.
Nel 2013 il fotografo Charles Fréger è andato a Jaipur per ritrarre gli elefanti in tutto il loro splendore, dipinti a colori vivaci e riccamente ornati di cavigliere e drappi. Gli elefanti lo attiravano perché in India questi animali sono a volte sacri e a volte sfruttati. Hanno anche, però, forti personalità, dice, e giocano e si muovono in continuazione.
Le foto sono bellissime e parlano da sole, peccato però che poi la parata non si sia tenuta a causa di pressioni da gruppi per i diritti degli animali. Al suo posto si è organizzato un programma culturale, senza elefanti. Ed è molto probabile che ancora una volta non li facciano partecipare alle celebrazioni del 2015, sostituendoli sempre con manifestazioni culturali (da goindia).
Si può ammirare tutta la galleria di C. Fréger qui.
Una tra queste è il Festival degli Elefanti, che si organizza in marzo, in concomitanza dei grandi festeggiamenti per Holi, la festa primaverile conosciuta anche come la festa dei colori o dell'amore.
foto di Charles Fréger
Nel 2013 il fotografo Charles Fréger è andato a Jaipur per ritrarre gli elefanti in tutto il loro splendore, dipinti a colori vivaci e riccamente ornati di cavigliere e drappi. Gli elefanti lo attiravano perché in India questi animali sono a volte sacri e a volte sfruttati. Hanno anche, però, forti personalità, dice, e giocano e si muovono in continuazione.
Le foto sono bellissime e parlano da sole, peccato però che poi la parata non si sia tenuta a causa di pressioni da gruppi per i diritti degli animali. Al suo posto si è organizzato un programma culturale, senza elefanti. Ed è molto probabile che ancora una volta non li facciano partecipare alle celebrazioni del 2015, sostituendoli sempre con manifestazioni culturali (da goindia).
Si può ammirare tutta la galleria di C. Fréger qui.
L’India è uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. Tradizioni, natura, religione, cultura. Passeggiare per le strade di città pullulanti di persone o immergersi nella natura più selvaggia, rivela odori e colori primordiali di un mondo che, mentre si affaccia nella modernità, mantiene intatti i suoi mistici istinti.
A Jaipur, ogni anno all’inizio del mese di marzo si ricorda l’antico splendore e si celebra la grandezza cosmica dell’elefante con un festival che attira centinaia di persone da tutto il mondo. Si tratta dell’Elephant Festival, una fiera in cui i protagonisti assoluti sono i pachidermi Consiste in una processione di elefanti, cavalli e cammelli riccamente bardati e seguiti da danzatori e musicanti. Viene dato un premio a quello miglior decorato.
Bardati di oro, lustrini, ghirlande, tessuti preziosi e paillettes vengono condotti fastosi attraverso le strade della città, risplendendo la luce del sole in un continuo scintillio che abbaglia gli occhi del visitatore. Decorati dai gioielli, in tutta la loro prestanza sfilano con tutto il corpo – dalla testa alle zampe, dalle orecchie alla schiena – completamente dipinto di mille colori e con fantasie di ogni tipo che si intrecciano e gareggiano tra loro.
I Reali Indiani, Indù e Musulmani avevano capito già molto tempo fa che il potere si esercita meglio dal dorso di un elefante. I sudditi rimanevano abbagliati all’apparizione dei re in groppa a elefanti le cui zanne d’avorio scintillavano d’oro e d’argento e i cui corpi risplendevano di sete e velluti.
“Un elefante montato da un re è splendente; un re che monta su un elefante è radioso”, si legge in un manoscritto storico.
Ammantato di aura sacra e simbolo di forza e stabilità, l’elefante indiano veniva usato da regnanti (Maharaja) e governatori per i loro spostamenti, in battaglia, nelle rappresentazioni di potere e opulenza e nelle processioni religiose. Accadeva anche nella corte reale del Rajasthan – stato nordoccidentale della penisola indiana – quando i reali sfilavano in groppa a elefanti bardati di gioielli, vestiti di broccato e dipinti con diverse sfumature di colore per le strade di Jaipur, la sontuosa città rosa, prima capitale del regno, oggi del più grande stato dell’India.
Oggi sono i turisti i nuovi re, anche alla Festa degli elefanti di Jaipur, nel Rajasthan, dove invece del fasto cerimoniale ci sono le partite di polo, il tiro alla fune e un concorso di bellezza, tutto con gli elefanti. Questi animali trascorrono gran parte della giornata trasportando i turisti all’Amber Palace, un sito storico che richiama visitatori da tutto il mondo. In occasione di questa festa che si svolge ogni anno gli elefanti vengono bardati con i costumi più belli e lussuosi (di Rachel Hartigan Shea - National Geographic).
Curiosità
Gli elefanti asiatici non hanno le grandi zanne dei loro cugini africani,
e in molti maschi le zanne sono del tutto assenti.
Sono artisti professionisti dipingono gli elefanti prima della parata di Jaipur,
la sera che precede l’Holi.
L'ankus (pungolo per elefanti) è uno degli otto oggetti beneauguranti dell'Induismo.
Un tempo i maragià reggevano ankus preziosi come simbolo del loro potere.
Oggi che lo strumento appuntito è fuorilegge, i mahout guidano l'elefante con aste di legno.
Secondo una leggenda indù, l'elefante era uno dei tesori emersi dall'oceano,
quando dei e demoni agitarono le acque.
Un tempo gli elefanti portavano i soldati in battaglia, oggi portano gli sposi nelle processioni nuziali.
Alcuni mahout coprono i canini con lunghe zanne in plastica
(a sinistra e in alto a destra) per rendere gli animali più maestosi.
Dopo la festa i mahout strigliano l'elefante per rimuovere il colore,
di cui resta comunque qualche traccia.
Oggi le comunità tradizionali di mahout sono quasi scomparse,
dice Suparna Baksi Ganguly, ex membro della Task Force on Elephants indiana.
(da National Geographic)
Kela ka Rayta
I Rayatas sono drinks rinfrescanti a base di yogurt che solitamente accompagnano il pasto principale, soprattutto nella cucina vegetariana.
Recentemente, da questi yogurt freddo hanno avuto origine eccellenti bevande rinfrescanti con l'aggiunta di acqua minerale ghiacciata.
Ingredienti:
10 g di burro
1 cucchiaio di cocco fresco grattugiato
200 ml di yogurt
mezza banana molto matura
mezzo cucchiaino di menta fresca tritata
3 cucchiai di acqua minerale
Riscaldare il burro, arrostire la polpa del cocco grattugiato brevemente e lasciare raffreddare. Mettere lo yogurt, il cocco, la banana e la menta nel mixer e mescolare bene. Versare il composto in un bicchiere da long drink e allungare con acqua minerale fredda. Mescolare bene e servire immediatamente.
Il Kela ka Rayta è servito soprattutto dopo o anche durante il pasto.
Per coloro che non vogliono sprecare una noce di cocco fresco, si può benissimo usare cocco grattugiato o a scaglie già pronto.
Ancora una settimana di permanenza in India: c'è tempo fino al 16 Novembre compreso per mandare una ricetta per l'Abbecedario Mondiale, da me ospitato in questa tappa indiana.
Ancora una settimana di permanenza in India: c'è tempo fino al 16 Novembre compreso per mandare una ricetta per l'Abbecedario Mondiale, da me ospitato in questa tappa indiana.
2 commenti:
Sono sicura che sia una bontà!!! ;-)
Grazie, Resy, perfetti per la stagione calda ;-)
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