La settimana scorsa, mentre facevo la spesa a Ortisei (Val Gardena), ho trovato tra i vasetti di miele della Thun un miele a me sconosciuto, quello di carota selvatica, e l'acquisto è stato istintivamente immediato.
I mieli Thun sono opera di Andrea Paternoster (qui una vivida recensione da Identità Golose), apicoltore di Vigo di Ton, nella Val di Non in Trentino. Dal nonno ha ereditato il nome e la grande passione amorosa per l'apicoltura. A leggere la sua filosofia di apicoltore se ne resta affascinati: la sua idea è promuovere il miele quale alimento quotidiano e nobile ingrediente da impiegare nei diversi momenti della giornata, in tutte le preparazioni della cucina tradizionale ed innovativa.
E cita quasi dieci comandamenti vitali e imprescindibili che racchiudono l'essenza di questo nettare prezioso, ispirandosi al Maiestate Tantum impresso nella targa araldica di Ferdinando I de Medici: sulla seicentesca statua equestre del Giambologna, in piazza Santissima Annunziata a Firenze, il motto è accompagnato dall’immagine dell’ape regina attorniata dalle api in cerchi concentrici, allusione alla grandezza del granduca ed alla fedeltà dell’operoso popolo di Firenze.
E non è facile resistere alla grande varietà offerta (verrebbe voglia di assaggiarli tutti), rimanendo la qualità il punto di forza di questi mieli, per i quali si ricercano continuamente siti di raccolta sempre più isolati e puri, per riuscire poi a produrre mieli mono-origine prima sconosciuti.
Come appunto questo di carota selvatica.
All'assaggio è molto particolare, aromatico e amarotico allo stesso tempo, lo definiscono con sentori di resina dolce, mandorla, cocco, e mou. Al palato è quasi salato, con note di cioccolato bianco e note finali di sedano e mandorla amara.
Viene raccolto nella provincia di Enna, dove la carota selvatica cresce spontanea. Se il miele di timo costituisce una produzione di nicchia, gli altri mieli assaggiati rientrano nella categoria delle golosità isolite e rare: sono i mieli di carota selvatica, di nespolo del Giappone e di carrubo. Spesso, nei mieli siciliani raccolti in estate, si avverte un odore caratteristico che richiama la noce di cocco con la nota fresca dell’anice. Questa caratteristica è legata allapresenza di nettare di Ombrellifere. Tuttavia, le difficoltà di classificazione del polline di questa famiglia, rende problematica l’identificazione esatta della specie, ma in genere si tratta di Daucus carota (carota selvatica) o di Daucus aureus (carota giallastra). Il nettare di queste ombrellifere è un marcatore e, anche se è presente in piccole percentuali, può rovinare il raccolto di altri uniflorali (sulla o eucalipto). Quando, invece, si riesce ad isolare la produzione e raccogliere il miele uniflorale di “carota selvatica”, si ottiene un miele dal colore scuro, dal sapore dolciastro e dall’odore caratteristico; molto interessante commercialmente (da ambasciatorimieli.it).
Viene raccolto nella provincia di Enna, dove la carota selvatica cresce spontanea. Se il miele di timo costituisce una produzione di nicchia, gli altri mieli assaggiati rientrano nella categoria delle golosità isolite e rare: sono i mieli di carota selvatica, di nespolo del Giappone e di carrubo. Spesso, nei mieli siciliani raccolti in estate, si avverte un odore caratteristico che richiama la noce di cocco con la nota fresca dell’anice. Questa caratteristica è legata allapresenza di nettare di Ombrellifere. Tuttavia, le difficoltà di classificazione del polline di questa famiglia, rende problematica l’identificazione esatta della specie, ma in genere si tratta di Daucus carota (carota selvatica) o di Daucus aureus (carota giallastra). Il nettare di queste ombrellifere è un marcatore e, anche se è presente in piccole percentuali, può rovinare il raccolto di altri uniflorali (sulla o eucalipto). Quando, invece, si riesce ad isolare la produzione e raccogliere il miele uniflorale di “carota selvatica”, si ottiene un miele dal colore scuro, dal sapore dolciastro e dall’odore caratteristico; molto interessante commercialmente (da ambasciatorimieli.it).
Questo rivenditore suggerisce di mangiarlo nature, spalmato sul pane (proprio come piace a me, la mattina ha l'oro in bocca!), oppure di impiegarlo per candire cipolle e porri. Suggerimento accolto.
La boca non l'è straca se non la sa de vaca - dicono in Veneto, ma lo affermano anche i Milanesi: La buca l'è minga straca se la sa no de vaca.
Miele e formaggio, si sposano bene.
Un pizzico di curcuma, riscalda col suo bel colore dorato, profuma lievemente, senza essere invadente, e fa molto bene.
Due pinoli, perchè con miele e formaggio è un trittico perfetto.
Ingredienti:
cipollotti
porro
formaggio brie
fontina valdostana
farina 0
uovo sbattuto
pane grattugiato
curcuma
sale/pepe
olio di arachide per friggere
olio extravergine di oliva
aceto di mele
miele di carota selvatica
una manciata di pinoli
Pulire i cipollotti e il porro, eliminando le barbe e la parte verde ed esfoliando il primo strato.
Sciacquarli ed asciugarli bene. Tagliare il porro a cilindiri di 3-4 cm. di altezza.
Versare un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva in una padella antiaderente a fondo spesso (la misura della padella dovrà essere adeguata alla quantità di verdure utilizzate, devono stare unite tra di loro), sistemare i porri in piedi e i cipollotti. Soffriggere pochi minuti, salare e pepare, allungare con un pochino di acqua e stufare con coperchio. Aggiungere poca acqua alla volta, se necessario, facendo attenzione che non brucino, fino a cottura. Scoperchiare, alzare la fiamma ed unire qualche cucchiaio di aceto di mele e dopo un minuto un cucchiaio (o due, dipende sempre dalla quantità di verdure) di miele. Con un cucchiaio irrorare le verdure mentre la salsa si rapprende (pochi minuti).
Spegnere il fuoco e lasciare intiepidire.
Nel frattempo tagliare il brie a triangoli e la fontina a bastoncini.
Infarinare i formaggi, passarli nell'uovo sbattuto e nel pangrattato, aromatizzato con uno o due cucchiaini di curcuma. Riscaldare l'olio di arachide in un wok e friggere i formaggi, scolandoli poi su carta assorbente.
Tostare velocemente i pinoli in un padellino antiaderente, avendo l'accortezza di versarli nel tegame quando questo è ben caldo.
Ho preferito eliminare il primo strato esterno sia dei cipollotti che dei porri prima di impiattarli, perchè in cottura si raggrinziscono e sono meno belli da vedere: operazione da fare delicatamente.
Sistemare i formaggi fritti sul vassoio di portata, unire i cipolloti e i porri, lucidandoli con la salsa al miele, e guarnire coi pinoli tostati.
Sistemare i formaggi fritti sul vassoio di portata, unire i cipolloti e i porri, lucidandoli con la salsa al miele, e guarnire coi pinoli tostati.
Questa è la mia proposta salata per l'MTChallenge#54: Eleonora & Michael del blog Burro e Miele hanno vinto la sfida dello scorso mese con la loro Penicilina ebraica (zuppa di pollo con knaidelach) e hanno proposto per la nuova sfida dell'MTChallenge non una ricetta, bensì un ingrediente: il miele, per i Greci antichi il cibo degli Dei.
Nel loro post
di apertura alla sfida ci hanno deliziato con un intero menu a base di
miele, mostrando come questo prezioso ingrediente possa essere
utilizzato dall'antipasto al dolce.
Qui tutte le ricette degli sfidanti.
7 commenti:
da provare...non ho miele di carota selvatica ...ho miele d'acacia va bene uguale?
Lo sai che nella medicina Ayurvedica, miele e curcuma insieme sono usati per curare tantissime malattie, come antiinfiammatorio, antibatterico, cicatrizzante e antibiotico? E i due sapori in genere si combinano in maniera perfetta.
Adesso, io ho qualcuno qui vicino a me, che guarda le ricette accanto a me, che è moooolto incuriosito da questo miele di carota selvatica e lo vuole assolutamente. Non è cosa nuova, lui vorrebbe tutti i mieli del mondo, in realtà :)
Bellissima ricetta Cinzia, esesenziale, ben presentata, buona.
Grazie
Nico, si può usare qualsiasi miele, cambierà la profumazione e l'aroma della preparazione. Il miele di acacia è abbastanza delicato e neutro, molto dolce; potresti vivacizzarlo con un pizzico di noce moscata macinata al momento, oppure con un pepe particolare, ma sempre a piccolissimi pizzichi, che non devono sovrastare il delicato agrodolce.
Eleonora, questo non lo sapevo, ma sono molto interessata alle cure naturali, perchè non amo molto le medicine (e fortunatamente, non ne ho quasi mai bisogno). So che la curcuma ha un potere immenso, e a me piace usarla spesso, credo sia una delle spezie che adopero di più. Vorrei tanto farvi recapitare un vasetto di questo miele, come possiamo fare?
Un caro saluto anche al dottore ;-)
Questo miele non l'ho nemmeno mai sentito nominare...ma l'insieme è davvero particolare...
Buon fine settimana!!!
Non lo conoscevo neppure io fino a 10 giorni fa! :-)))
Ma è stata una buona scoperta, e ora so dove farne scorta!
ho letto cipolloti glassati al miele ed ecomi qua!! poi ho visto che hai usato la curcuma e allora non poteva mancare la mia curiosità... non serve che ti dica che io la metterei quasi ovunque...
brabisima con tutte queste consistenze che hai creato deve essere uno goduria morso dopo morso!
Grazie, Mai, è stata una prova abbastanza riuscita direi, certo non per molti commensali, perchè il formaggio fritto è buono caldo :-))
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