... ovvero Torta di Fegatini. E' una preparazione medioevale, dedicata al re Manfredi, figlio ed erede dell'imperatore Federico II di Svevia, ultimo sovrano svevo del Regno di Sicilia. Ne esistono più versioni, nel senso che cambiano leggermente gli ingredienti, prediligendo aggiunta di altre carni alla base di fegatini di pollo. Personalmente mi sono affidata alla ricetta di Paolo Petroni, che nel suo grande libro ci racconta ricette, prodotti tipici, storia e tradizioni della cultura toscana. Quanto c'entri il re Manfredi con la Toscana non lo so, ma i fegatini di pollo sono sicuramente una prerogativa di questa cucina regionale; può anche essere un omaggio al sommo poeta (Dante, ndr) che ne parla nella Divina Commedia offrendogli un posto in Purgatorio (ponendolo tra coloro che si sono pentiti solo in fin di vita e sono stati accolti dalla "bontà infinita").
Secondo il sito Ricette Antiche:
questa torta salata viene dal Libro di cucina del secolo XIV, testo medievale anonimo in dialetto veneto, edito nel 1899 dallo studioso Lodovico Frati. Il re Manfredi a cui è dedicata era figlio ed erede dell’imperatore Federico II di Svevia e come il padre promosse alla sua corte lo sviluppo di una cultura all’avanguardia ma soprattutto cercò di rafforzare l’autorità imperiale in Italia. Ciò lo fece entrare in contrasto con la Chiesa, che rivendicava potere politico e si alleò coi francesi Angioini contro di lui. Infine fu sconfitto a Benevento nel 1266, spegnendo a lungo ogni speranza di ritorno a un impero come quello romano. Naturalmente era anche stato scomunicato per motivi politici ed era morto in questo stato, venendo addirittura dissepolto per disperderne il cadavere. In queste condizioni si riteneva fosse condannato all’inferno ma Dante, sostenitore dell’idea imperiale, nella Commedia lo “salva”, inventandosi che si sia pentito all’ultimo momento (e di cosa poi?) e mettendolo nel Purgatorio. Evidentemente la pensava così anche l’anonimo autore della ricetta, ma non è ben chiaro in che modo le frattaglie di pollo, ingrediente principale, siano legate al re. Probabilmente dipende dal fatto che egli trascorse gran parte della sua vita in guerra e, per approvvigionarsi, era pratica comune inviare i soldati a razziare i pollai.
Petroni sottolinea che questa antica torta di origine trecentesca può essere preparata anche come una crostata, usando come base pasta sfoglia o pasta brisée; consiglia l'utilizzo di stampi monodose per tortine individuali e suggerisce di provare a sostituire il prosciutto con mortadella o salsiccia sbriciolata o pancetta.
Il colore non è accattivante, lo dico per prima, ma il sapore è ottimo ed è un'ottima alternativa al solito paté di fegatini. Sicuramente presentata con un involucro sfizioso di una pasta, esteticamente diventa più bella.
E questa ricetta va golosamente a Simona, capo brigata per le portate dedicate agli Antipasti di terra della nuova raccolta Menù Lib(e)ro.
E questa ricetta va golosamente a Simona, capo brigata per le portate dedicate agli Antipasti di terra della nuova raccolta Menù Lib(e)ro.
Ingredienti:
400 g di fegatini di pollo
100 g di prosciutto cotto
50 g di burro
mezzo bicchiere di vino bianco (o vin Santo)
50 g di Parmigiano grattato
3 uova
noce moscata e cannella
2 cucchiai di farina
olio extravergine d’oliva
sale/pepe
Pulire (eliminando la bile) e lavare bene i fegatini, asciugarli.
In una casseruola farli rosolare con il burro e 3 cucchiai d’olio; bagnarli poi con il vino e portarli a cottura. Togliere dal fuoco e tritarli finissimi sul tagliere insieme al prosciutto (anche nel mixer). Rimettere l’impasto nella casseruola e aggiungere 3 cucchiai d’olio, le uova, il Parmigiano, un pizzico di spezie, la farina e regolare di sale e pepe. Amalgamare bene l'impasto e versarlo in una tortiera imburrata e infarinata o rivestita di carta forno. Cuocere in forno a 180° per circa mezz'ora.
Servire tiepida con fette di pane abbrustolite e sottaceti.
Per mezza dose ho usato una tortiera col fondo estraibile di 15 cm di diametro.
5 commenti:
Con un babbo toscano non potevo non amare i fegatini di pollo e questa mi sembra una valida alternativa ai soliti crostini neri. Proverò a farla con la base di brisée, il colore si sa è quello classico del patè di fegatini, ma il sapore è da favola!! Ciao carissima e grazie per la ricetta
Confesso di non aver mai sentito parlare di questa torta e la devo provare. Grazie per il contributo :)
Resy, abbiamo le stesse origini, pure io babbo toscano doc, di Vinci per l'esattezza :-)
Grazie ancora a te, Simona, per l'ospitalità!
si impara sempre qualcosa e si correggono errori romagnolo centrici; io per esempio la pensavo dedicata alla Famiglia dei Manfredi di cui il grande Capitano Astorre , signori della bella Faenza.
Caro sconosciuto non firmatario, io mi sono affidata ad un grande della cucina italiana, ma non è detto che tu non abbia ragione. Ricette così indietro negli anni si perdono anche in leggende diverse, spesso riportate a voce, spesso per non scontentare più parti :-))
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