Parwana è un libro sulla cucina afghana, uscito nel 2019, firmato da Durkhanai Ayubi, la figlia più giovane di una famiglia di profughi che nel 2009, dopo varie peripezie, ha aperto un ristorante ad Adelaide (Australia), specializzato nelle ricette casalinghe di Farida, la mamma dell'autrice, citata espressamente sul frontespizio del libro. Parwana è anche il nome del ristorante e in afghano significa farfalla: un nome che voleva essere di buon auspicio, dopo gli anni delle tribolazioni vissuti prima in Afghanistan, al tempo della Guerra fredda - quelli che determinarono la decisione di abbandonare il Paese, nel 1985- e poi negli anni successivi alla fuga, fino all'arrivo ad Adelaide e alla decisione di far conoscere una parte della loro tradizione al Paese che li aveva accolti. Il libro segna una tappa di un percorso altrettanto importante, visto che Parwana è uno dei ristoranti più amati dagli Australiani, critici gastronomici compresi: seppure lontanissimo dall'eleganza un po' stereotipata degli stellati, questo ristorante offre piatti di rara bontà, i più famosi dei quali sono raccolti proprio in questo volume. Ciò che più viene apprezzato, oltre alla cucina, è ovviamente lo sforzo di ricordare e raccontare le storie dell'Afghanistan, esattamente come ha fatto Durkhanay con il libro: le ricette sono tutte intervallate da episodi della storia di questo Paese e della storia della sua famiglia, in una sorta di procedere parallelo, dai fasti del regno degli Shah alla fuga, dopo il colpo di stato filo sovietico e le tensioni della guerra fredda (quando, in parole spicce, l'URSS deteneva il potere politico, controllando il governo, gli USA finanziavano le opposizioni religiose, musulmane).
Premi: Vincitore del Guild of Food Writers Award 2021 - Selezionato per l'Andre Simon Food and Drink Awards 2021 - Finalista al Fortnum & Mason Food & Drink Awards 2021
Per quel poco che ho potuto leggere mi ha molto appassionato e credo proprio che lo acquisterò; già ho in programma in settimana una ricetta salata che speravo di fare in tempo a fare, il Morgan Palaw, un riso allo zafferano con pollo speziato e cranberries.
Ma io mi sono domandata: ci sono veramente gli elefanti in Afghanistan? :-)))
Le dosi date in ricetta sono molto abbondanti. Volevo impastare solo un uovo (con gli altri ingredienti in proporzione) ma avevo paura ne venissero fuori pochi e allora ne ho impastati 2: beh, non finivo più di friggere :-))) Ho usato un coppapasta da 8 cm e ho tirato la sfoglia con la sfogliatrice del Ken arrivando fino al numero 7 compreso. Quindi, regolatevi se volete provarli.
Ingredienti:
3 uova grandi
60 ml (1⁄4 cup) di olio di girasole spremuto a freddo
375 g (21⁄2 cups) di farina per dolci
1⁄2 cucchiaino di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di sale fino
60 ml (1⁄4 cup) di latte intero tiepido
olio di girasole alto oleico per friggere
zucchero a velo
cardamomo in polvere
pistacchi tritati finemente
Rompere le uova in una ciotola e, continuando a sbattere, unire poco alla volta l'olio fino a quando non sarà ben amalgamato.
In una ciotola separata, versare la farina, il lievito e il sale. Fare un buco al centro e versare il composto di uova. Mescolare inizialmente con una forchetta, unire anche il latte e poi proseguire ad impastare con le mani sul piano di lavoro leggermente infarinato. Continuare per qualche minuto finchè l'impasto risulta ben liscio e sodo. Dividerlo in due palline uguali, coprire e lasciare riposare per 30 minuti.
Spolverare leggermente il piano di lavoro pulito e stendere ogni impasto molto sottile, quasi traslucido (ho utilizzato la sfogliatrice del Ken, prendendo un pezzetto di pasta alla volta). Usando un tagliabiscotti grande (8-10 cm di diametro), ritagliare dei cerchi e pizzicare ogni cerchio in un punto cercando di formare una forma a ventaglio.
Nel frattempo portare l'olio a temperatura, 160°.
Friggere i pasticcini pochi alla volta, girandoli di tanto in tanto, fino a quando non saranno leggermente dorati e si saranno formate delle bollicine su entrambi i lati. Scolarli bene e trasferirli su carta assorbente per assorbire l'olio in eccesso.
Disporli poi su un piatto da portata e spolverare generosamente con lo zucchero a velo, il cardamomo e la granella di pistacchi.
Gosheh Fil is a crumbly pastry dessert, dusted with cardamom and ground pistachios. The name translates directly to elephant ears because of its shape. These pastries are a favourite during the Muslim festival of Eid. Recipe from Parwana.
The following recipe is as written in the book but it makes more than 12. I kneaded only 2 eggs and makes a lot, using a 8 cm diameter cookie cutter.
Makes 12 elephant ears:
375 g (21⁄2 cups) plain flour
1⁄2 teaspoon baking powder
60 ml (1⁄4 cup) warm full-cream (whole) milk
Sunflower oil for deep-frying
250 g (2 cups) icing (confectioners’) sugar
4 teaspoons ground cardamom
35 g (1⁄4 cup) ground pistachios
Crack the eggs into a bowl and, while whisking continuously, slowly add the oil until combined.
In a separate bowl, whisk the flour, baking powder and 1⁄2 teaspoon salt to combine. Make a well in the centre and pour in the egg mixture. Mix to combine with your hands, then add the milk and continue mixing to just bring together.
Lightly dust a work surface with flour, turn out the dough and knead for 6–8 minutes, or until smooth and firm. Divide the dough into two equal balls, cover and leave to rest for 30 minutes.
Lightly dust the cleaned work surface and roll out each dough ball to a paper-thin, almost translucent sheet of pastry. Using a large cookie cutter 8–10 cm (31⁄2–4 in) in diameter, cut out circles, then pinch each circle at one point to form a fanned ear shape.
In a saucepan, heat enough oil for deep-frying to 160°C (315°F) on an oil thermometer.
Fry the pastries in batches, turning occasionally, until light golden and bubbles have formed on both sides. Using a slotted spoon, transfer the pastries to a tray lined with paper towel to absorb the excess oil.
Arrange the gosheh fil on a serving platter, and sprinkle generously with the icing sugar, cardamom and ground pistachios to finish.
11 commenti:
Un dolce molto sfizioso e sicuramente buonissimo
Orecchie di elefante da fare sicuramente, qui apprezzeranno anche l'abbondanza
Un abbraccio Manu
Me ne scrocchierei una subito, di quelle orecchie lì. Che belle!
Ma uauh! Friabili da morire, questi!E io non temo la frittura, quindi...
Favolosi! Da provare al più presto.
Buon settimana
Cinzia, è una bellissima ricetta!! poi, sai, mi piaceva tanto anche il titolo degli elefanti!!! e fanno una gola pazzesca! Un abbraccio, Biagio
preparati pure io, tirati con il matterello e nonostante ciò ne sono venuti più del doppio...in ogni caso sono stati letteralmente divorati e quello zucchero al cardamomo ci voleva proprio!
Stupende! Mi hai fatto venir voglia di farle, mi sa che le proporrò a Carnevale al posto delle solite frappe.
simpatiche nella forma e buone da mangiare!. belle foto come al solito e bellissimo il colore del vestito!
Bellissime le tue orecchie di elefante!
Sono stata tentata di prepararle anche io, poi sono capitolata davanti alla farcitura dei cream rolls ;-)
Un abbraccio
Anna Luisa
Più le guardo e più rimango estasiata. Ti sono venute benissimo.
Grazie mille a tutti!
Ora con calma (e notevole ritardo, anzi doppio perchè mi sono accorta or ora che sono stata latitante anche nella mia penultima partecipazione, che frana!) passerò a gustarmi anche le vostre preparazioni ;-)
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