Tra poco meno di una decina di giorni si celebrerà la commemorazione dei cari defunti in tutta Italia, ricorrenza abbinata alla festa di Ognissanti, la giornata festiva che la precede.
Al di là dei riti spirituali e religiosi riservati a questa giornata, sono ancora presenti in alcune regioni italiane antiche usanze domestiche come apparecchiare un posto in più a tavola per i propri cari che non ci sono più, oppure lasciare per loro gli avanzi della cena sulla tavola per tutta la notte. Una volta, ma ancora in qualche zona rurale succede, i più poveri bussavano alle porte a nome dei defunti per avere in elemosina del cibo e si illuminavano le zucche come simbolo di resurrezione oppure si riempivano di vino come consolazione.
Cibo di rito per la ricorrenza dei morti sono le fave:
Secondo gli antichi - dice lo studioso Pitrè - le fave contenevano le anime dei loro trapassati: erano sacre ai morti. Presso i Romani avevano il primo posto nei conviti funebri".Anche quest'uso fu dalla pietà cristiana portato sopra un piano più alto e riempito di un nuovo significato: poiché le fave, o anche i ceci lessi, in capaci bigonci venivano posti agli angoli delle strade e ciascuno vi poteva attingere a volontà. S'intende che più vi attingevano i poveri. Ancora oggi in Capitanata (Puglia) "molte famiglie cuociono in grosse caldaie notevoli quantità di ceci o di grano, che condiscono col succo degli acini di melograno, e ne offrono dei piatti ai poveri in suffragio delle anime dei defunti". Ora le fave dei morti sono, di regola, sostituite con dolci di egual nome, e di foggia più o meno simile.
E di fave dei morti ce ne parla anche Pellegrino Artusi:
Delle pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d'orto, che si usa in questa occasione cotta nell'acqua coll'osso di prosciutto. Tale usanza deve avere la sua radice nell'antichità più remota poiché la fava si offeriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava. Gli antichi Egizi si astenevano dal mangiarne, non la seminavano, né la toccavano colle mani, e i loro sacerdoti non osavano fissar lo sguardo sopra questo legume stimandolo cosa immonda. Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poiché credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell'inferno.
Nelle feste Lemurali si sputavano fave nere e si percuoteva nel tempo stesso un vaso di rame per cacciar via dalle case le ombre degli antenati, i Lemuri e gli Dei dell'inferno.
Festo pretende che sui fiori di questo legume siavi un segno lugubre e l'uso di offrire le fave ai morti fu una delle ragioni, a quanto si dice, per cui Pitagora ordinò a' suoi discepoli di astenersene; un'altra ragione era per proibir loro di immischiarsi in affari di governo, facendosi con le fave lo scrutinio nelle elezioni.
Ad una sua ricetta (di famiglia scrive lui) mi sono ispirata per fare questi dolcetti, presenti anche nelle Marche, regione ospitata da Antonia per l'Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA.
L'Artusi dice di profumarle con odore di scorza di limone, oppure di cannella, o d'acqua di fior d'arancio, per renderle ancora più marchigiane ho aromatizzato le mie con del Mistrà, tipico liquore marchigiano all'anice, fiore all'occhiello della Distilleria Varnelli, e di cui non me ne manca mai una bottiglia in casa grazie alla generosità di un caro amico marchigiano doc.
Per circa 60/70 biscottini:
200 g di mandorle dolci *
100 g di farina
100 g di zucchero **
30 g di burro
1 uovo sbattuto
un paio di cucchiai di Mistrà
* avevo da finire della farina di mandorle ed ho usato quella
** ne ho usati solo 70 g.
Così racconta la ricetta l'Artusi:
Sbucciate le mandorle e pestatele collo zucchero alla grossezza di mezzo chicco di riso. Mettetele in mezzo alla farina insieme cogli altri ingredienti e formatene una pasta alquanto morbida con quel tanto di rosolio o d'acquavite che occorre. Poi riducetela a piccole pastine, in forma di una grossa fava, che risulteranno in numero di 60 o 70 per ogni ricetta. Disponetele in una teglia di rame unta prima col lardo o col burro e spolverizzata di farina; doratele coll'uovo. Cuocetele al forno o al forno da campagna, osservando che, essendo piccole, cuociono presto.
- Tritare abbastanza finemente le mandorle con un cucchiaio di zucchero, quindi unire lo zucchero rimanente e la farina ed impastare con il burro morbido con le dita come per fare una frolla, aggiungendo il liquore ed un goccio di acqua per ottenere un impasto morbido ma consistente.
- Infarinare leggermente il piano di lavoro, formare dei rotolini e con un coltello tagliarli a pezzetti lunghi 2 o 3 cm. l'uno (come si volesse fare degli gnocchi). Ripassare ogni pezzettino di impasto tra le mani dandogli una forma ovale.
- Disporre i biscottini su una teglia ricoperta di carta forno, pennellarli con l'uovo sbattuto e cuocere a 160° per 10/15 minuti; occhio alla cottura perchè devono rimanere chiari e non indurirli troppo. Volendo si possono ripassare nello zucchero appena sfornati.
This recipe is my personal entry to WHB # 356
hosted this week by Terry from Crumpets & Co.
both
Italian and English edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!
Who's hosting
WHB Rules
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!
Who's hosting
WHB Rules
4 commenti:
la tua versione mi piace un sacco!
son proprio carine, grazie dell'idea Cindy!
un abbraccio
dida
Dida, grazie, ma l'onore va tutto all'Artusi che ancora riesce a stupirci ed essere attuale :-)
U come Ultime tappe per l'abbecedario...ecco tutte le ricette di questa lettera (poche ma buone): http://abcincucina.blogspot.com.es/2012/10/u-come-urbino.html!
Grazie per la partecipazione e ora tutti a Vibo Valentia!!!!
E complimenti perché la tua foto è stata scelta come testimonial!
Grazie a te, Aiù, sempre bella pimpante e con la raccolta prontissima! :-)
Grazie per aver scelto una mia foto, ne sono onorata :-)
Di corsa ... rotolando verso Sud! :-)
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