IN TAVOLA - ON THE TABLE

30 novembre 2013

Ricette lenticchiose per Salutiamoci


Qualche ricetta lenticchiosa per la raccolta novembrina di Salutiamoci, che termina oggi.





Il Prívarok è un piatto tipico, una preparazione che assomiglia ad una zuppa ma di più densa consistenza. Può avere molti gusti, a seconda della scelta della verdura utilizzata: zucca, lenticchie, fagioli, patate, o altro. È molto facile da preparare e oltremodo veloce.
Può diventare anche piatto unico per un pranzo/cena leggeri.


šošovicový prívarok-lentil prívarok

Per 2 persone:

150 g di lenticchie *
un paio di foglie di alloro
pepe nero
olio extravergine di oliva
un pezzetto di sedano
un pezzetto di carota
mezzo bicchiere di latte d'avena
un cucchiaio di succo di mele concentrato
sale
un cucchiaio di farina 0
un paio di cucchiai di aceto di mele

* uso un mix di lenticchie bio piccole arancioni e verdi chiamato lenticchiata di Naturasì


Cuocere le lenticchie con la foglia di alloro, il sedano e la carota sminuzzati finemente, una grattatina di pepe e un pizzico di sale finchè diventano tenere, circa 20/30 minuti.
In una ciotolina mescolare l'olio, farina e e il latte; quando ben amalgamato aggiungere la salsina ottenuta alle lenticchie e cuocere qualche minuto a fiamma bassa finchè la preparazione tenderà ad addensare.
Aggiungere il succo di mele e l'aceto per ottenere il gusto agrodolce. 
Solitamente si serve con uovo fritto e pane.






Ingredienti comuni, ricetta facile, ma il pizzico di curry e curcuma fa la differenza.
Inoltre, mai scartare la buccia zucca, affettata finemente si può mettere nella minestra, è commestibile, e con gusto!
Nel caso sia già cotto perchè si è utilizzata solo la polpa della zucca, non scartare neanche quella, si può mettere nel mix di verdure per il dado fatto in casa.
Come tutte le zuppe, col riposo ci guadagna, se possibile meglio farla il giorno prima.


 zuppa lenticchie zucca curry



Per 4 persone: 

una carota 
una gamba di sedano 
un porro 
una fetta di zucca 
2 pugni di lenticchie piccole 
(le mie erano verdi e rosse) 
brodo vegetale o fatto con dado homemade
olio extravergine di oliva 
sale 
curry e curcuma 


- Tritare finemente sedano, carota e porro e soffriggere legermente in una casseruola con un po' olio.
- Aggiungere le lenticchie, far insaporire e poi unire anche la zucca a dadini (avevo avanzato della buccia dalla fetta usata per il risotto e tritato finemente pure quella).
- Coprire con brodo, mettere il coperchio e lasciare cuocere lentamente un paio di ore, aggiungendo ancora brodo se necessario.
- Dieci minuti prima della fine cottura insaporire con un pizzico di curry e curcuma, a proprio gusto.



Anche un paio di ricette primaverili ed estive, quando le zucchine saranno di stagione.




Una sorpresa per me sono state le lenticchie beluga, viste sul banco del Naturasì e comprate al volo: piccole, nere, lucide, dal nome così altisonante, e preziose come il caviale lo sono davvero per il loro basso contenuto di grassi e l’alto contenuto di proteine e fibre.
Un mix vincente se abbinate all'avena e al miglio, essendo questi due cereali i più proteici e nutrienti della categoria.



 zucchini with millet & oat


Per 6 zucchine:

un porro, tagliato fine
una carota grande, a cubetti
una fetta di zucca, a cubetti
olio extravergine di oliva
sale (rosa himalaya)
100 g di lenticchie beluga *
130 g di miglio
130 g di avena
brodo vegetale o dado homemade
curry
curcuma
uno scalogno, affettato

* lessate 15 minuti in acqua e una foglia di alloro, poi scolate


- Preparare il miglio: basta lavare accuratamente sotto l'acqua, l'acqua dovrà rimanere limpida e trasparente. Si può tostare per pochi minuti in una padella, quindi unire due parti di acqua e un pizzico di sale. Portare a bollore e cuocere a fuoco lento per 20/30 minuti, fino ad assorbimento dell'acqua (se necessario aggiungerne ancora un goccio). A cottura ultimata sgranare con una forchetta.
- Bollire l'avena in acqua fino a cottura e scolare.
- Tagliare la calotta alle zucchine e svuotarle delicatamente con uno scavino.
- In una padella soffriggere leggermente il porro in un filo di olio, aggiungere la carota, la zucca e due terzi della polpa delle zucchine tagliata a cubetti. Rosolare 5 minuti a fiamma media, salare.
- Unire il miglio, l'avena e le lenticchie alle verdure e mescolare bene.
- Sistemare le zucchine in una pirofila e riempirle con il composto. Irrorare con un filo di olio. Aggiungere due dita di brodo (o acqua e dado homemade) sul fondo della pirofila ed infornare a 180/200° per 45/50 minuti.
- A metà cottura bagnare le zucchine con il sugo, se si colorano troppo coprire con stagnola.
- Per la salsa di accompagnamento: mettere il terzo di polpa delle zucchine avanzato e lo scalogno nella padella usata per le verdure, aggiungere un mestolo di brodo e cuocere 10/15 minuti. Insaporire con curry e curcuma e frullare. Aggiustare di sale se occorre.
- Servire ogni zucchina con un paio di cucchiai di salsa e guarnire con qualche lenticchia beluga.





Una bella crema calda ristora sempre alla grande, un comfort food ineguagliabile.
Deliziosa l'accoppiata cremosa delle lenticchie con il sapore speziato del curry, la dolcezza delle zucchine e la croccantezza delle noci. Provare per credere!




Ingredienti per 4 persone:

200 g di lenticchie rosse
2/3 cucchiaini di curry
brodo di verdure
mezza cipolla
uno scalogno
olio extravergine di oliva
2 zucchine
10/13 gherigli di noce
mezzo bicchiere di latte d'avena
sale/pepe
qualche rametto di timo

Tritare finemente cipolla e scalogno e farli rosolare in un pochino di olio insieme alle foglioline di timo. Aggiungere il curry, farlo tostare un attimo, quindi aggiungere le lenticchie, rosolarle qualche secondo, coprirle di brodo e lasciare cuocere a fiamma bassa per 15/20 minuti.
Nel frattempo, tagliare la zucchina a dadini e rosolarla bene in una padellina con un goccio di olio. Tostare 10 minuti in forno a 200° i gherigli di noce.
Aggiungere il latte alle lenticchie, lasciando sobollire un paio di minuti, poi passare tutto al mixer, aggiustare di sale e pepe e servire con qualche dado di zucchina e qualche gheriglio di noce tritato.

26 novembre 2013

Ricette spagnoleggianti per l'Abbecedario, olé!


L'Abbecedario della Comunità Europea è arrivato nella frizzantissima Spagna, dove si fermerà per altre due settimane, con Francesca di  Burro e Zucchero a farci da guida einterprete di questa colorata e chiassosa terra.
In attesa di mettermi ai fornelli con una ricetta nuova, ecco delle proposte già provate ed approvate su questo blog. Allegre e colorate come la tierra del sol: risale infatti alla Costa del Sol (Malaga, Torremolinos) la mia prima visita in Spagna, da 13/14enne, sotto il sole caliente di agosto, e il ricordo di interminabili ore in macchina con la famiglia su strade lunghe, monotone, costellate di niente, ogni tanto una casupola bianca, coi finestrini abbassati (ancora non usava il clima in auto :-) e l'aria torrida che ti prosciugava la gola ... tutta questa sofferenza per andare visitare Granada e Siviglia, di cui, ahimé, non conservo ricordi visivi nella mente.
Poi ci sono ritornata da più grande e meglio invogliata, nel 1984, per un lunghissimo weekend a Madrid, per omaggiare il ritorno ad esporre in patria nel Palacio de Velázquez del famoso e poliedrico scultore ed artista Miguel Berrocal, di cui mio padre era molto amico.
In quei giorni non è mancata una viita alla vicina Toledo, famosa da secoli per la sua produzione di acciaio e soprattutto per le spade, le cui tecniche di produzione provenienti dalla Persia furono importate dagli arabi. Ancora oggi la città è un centro importante di produzione di coltelli e di altri oggetti di acciaio.
Sono stata poi in vacanza coi bambini prima, e col marito poi, a Formentera, la più piccola delle Baleari, forse ora resa un pochino troppo mondana e chic, e probabilmente deturpata del suo fascino così semplice e naturale che la contraddistingueva. Una vacanza indimenticabile, une mese in questa piccola bellezza incontaminata, dove l'acqua è più turchese dei Caraibi, dove le giornate scorrono lente e pigre su spiagge di sabbia fine e dorata, dove (allora, perlomeno) si era veramente quasi fuori dal mondo e liberi da ogni contaminazione moderna: una casa grande immersa nella silenziosa e vasta pineta, senza corrente elettrica seguendo il ritmo della luce solare (e senza telefoni, tv & co.), due mamme intraprendenti e otto bambini scalmanati (ma educati ed ubbidienti) dai 2 ai 9 anni, che ben si sono adattati a questa fascinosa vacanza fuori dagli schemi, canticchiando allegramente negli spostamenti da una spiaggia all'altra tutti vicini vicini in una spettacolare Mehari arancione d'epoca.
Ho quasi paura a ritornarci, di non ritrovare più quel profumo e quel sapore di libertà inconizionata respirato allora.
Mi sono ripromessa, poi, di riuscire, un giorno o l'altro, ad esaudire uno dei miei sogni nel cassetto: il Cammino di Santiago de Compostela, se non tutto, almeno in parte. Ecco, forse là ancora si respira la grandiosità e la magnificenza della natura, che libera il corpo e la mente, avvicinandoci all'immenso, talvolta così nascosto, di ognuno di noi.


La cocina española


La sangria è una  bevanda alcolica a base di vino, spezie e frutta.  In origine questa bevanda alcolica e dolce era servita tra i contadini portoghesi, i quali la denominarono col nome sangria, dal sostantivo portoghese sangre, sangue (da wikipedia).
Questa versione con le fragole è fresca, veloce, profumata, perfetta come aperitivo estivo.

sangria alle fragole
Sangria alle fragole



Anche le mie amate sorelle sono curiose e quando sono in giro non si lasciano scappare l'occasione giusta! Un giorno, anni fa, Margherita e Valeria erano a Valencia e all'unisono si fermarono davanti alla bottega di un fornaio: in vetrina c'era un pane meraviglioso che aveva fatto luccicare loro gli occhi. Ecco che senza indugi varcano la soglia, fanno presto amicizia e tornano a casa con la ricetta, da loro poi adattata per i nostri forni di casa.
Pan de Hojaldre significa appunto pane sfogliato e lo hanno imparato da Don Juan Villanueva della Avenida del Puerto.

pan de hojaldre - pane sfogliato
Pan de Hojaldre



Nella cucina spagnola, il gazpacho è una zuppa fredda a base di verdure crude, molto apprezzata d'estate in regioni calde come l'Andalusia. Gli ingredienti principali sono tradizionalmente peperoni, pomodori, cetrioli e cipolla, arricchiti di volta in volta con erbe aromatiche differenti. Immancabile il pane raffermo, ammorbidito in acqua, che rende cremoso il composto.
Il piatto si mangia comunque freddo, talvolta addirittura con cubetti di ghiaccio e accompagna crostini di pane con uova sode. Viene anche usato come aperitivo servito in bicchiere, come energetico rinfrescante (da wikipedia).
Qui in versione più delicata con zucchine e pomodori verdi.

gazpacho zucchine



L'astice o l'aragosta alla Catalana è da sempre considerato un piatto spagnolo originario della Catalogna, ma molti sostengono sia di origini sarde, in particolare della zona intorno ad Alghero. Questa cittadina, infatti, si chiamava Barceloneta, la piccola Barcellona e ha conservato l'uso della lingua catalana, di cui è un'isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna (da wikipedia). 
Può essere servito come antipasto o piatto unico, accompagnato da una fresca insalata.

astice alla catalana



Le ensaimadas sono delle paste briochose tipiche dell'isola di Maiorca. A partire dal 1996 è stata riconosciuta come prodotto IGP "Ensaïmada de Mallorca".
Sono di una delicatezza estrema, molto soffici, non troppo dolci per non appesantirsi con eventuli ripieni.

ensaimadas



Hasta luego!

Ricette spagnoleggianti per l'Abbecedario, olé!


L'Abbecedario della Comunità Europea è arrivato nella frizzantissima Spagna, dove si fermerà per altre due settimane, con Francesca di  Burro e Zucchero a farci da guida einterprete di questa colorata e chiassosa terra.
In attesa di mettermi ai fornelli con una ricetta nuova, ecco delle proposte già provate ed approvate su questo blog. Allegre e colorate come la tierra del sol: risale infatti alla Costa del Sol (Malaga, Torremolinos) la mia prima visita in Spagna, da 13/14enne, sotto il sole caliente di agosto, e il ricordo di interminabili ore in macchina con la famiglia su strade lunghe, monotone, costellate di niente, ogni tanto una casupola bianca, coi finestrini abbassati (ancora non usava il clima in auto :-) e l'aria torrida che ti prosciugava la gola ... tutta questa sofferenza per andare visitare Granada e Siviglia, di cui, ahimé, non conservo ricordi visivi nella mente.
Poi ci sono ritornata da più grande e meglio invogliata, nel 1984, per un lunghissimo weekend a Madrid, per omaggiare il ritorno ad esporre in patria nel Palacio de Velázquez del famoso e poliedrico scultore ed artista Miguel Berrocal, di cui mio padre era molto amico.
In quei giorni non è mancata una viita alla vicina Toledo, famosa da secoli per la sua produzione di acciaio e soprattutto per le spade, le cui tecniche di produzione provenienti dalla Persia furono importate dagli arabi. Ancora oggi la città è un centro importante di produzione di coltelli e di altri oggetti di acciaio.
Sono stata poi in vacanza coi bambini prima, e col marito poi, a Formentera, la più piccola delle Baleari, forse ora resa un pochino troppo mondana e chic, e probabilmente deturpata del suo fascino così semplice e naturale che la contraddistingueva. Una vacanza indimenticabile, une mese in questa piccola bellezza incontaminata, dove l'acqua è più turchese dei Caraibi, dove le giornate scorrono lente e pigre su spiagge di sabbia fine e dorata, dove (allora, perlomeno) si era veramente quasi fuori dal mondo e liberi da ogni contaminazione moderna: una casa grande immersa nella silenziosa e vasta pineta, senza corrente elettrica seguendo il ritmo della luce solare (e senza telefoni, tv & co.), due mamme intraprendenti e otto bambini scalmanati (ma educati ed ubbidienti) dai 2 ai 9 anni, che ben si sono adattati a questa fascinosa vacanza fuori dagli schemi, canticchiando allegramente negli spostamenti da una spiaggia all'altra tutti vicini vicini in una spettacolare Mehari arancione d'epoca.
Ho quasi paura a ritornarci, di non ritrovare più quel profumo e quel sapore di libertà inconizionata respirato allora.
Mi sono ripromessa, poi, di riuscire, un giorno o l'altro, ad esaudire uno dei miei sogni nel cassetto: il Cammino di Santiago de Compostela, se non tutto, almeno in parte. Ecco, forse là ancora si respira la grandiosità e la magnificenza della natura, che libera il corpo e la mente, avvicinandoci all'immenso, talvolta così nascosto, di ognuno di noi.


La cocina española


La sangria è una  bevanda alcolica a base di vino, spezie e frutta.  In origine questa bevanda alcolica e dolce era servita tra i contadini portoghesi, i quali la denominarono col nome sangria, dal sostantivo portoghese sangre, sangue (da wikipedia).
Questa versione con le fragole è fresca, veloce, profumata, perfetta come aperitivo estivo.

sangria alle fragole
Sangria alle fragole



Anche le mie amate sorelle sono curiose e quando sono in giro non si lasciano scappare l'occasione giusta! Un giorno, anni fa, Margherita e Valeria erano a Valencia e all'unisono si fermarono davanti alla bottega di un fornaio: in vetrina c'era un pane meraviglioso che aveva fatto luccicare loro gli occhi. Ecco che senza indugi varcano la soglia, fanno presto amicizia e tornano a casa con la ricetta, da loro poi adattata per i nostri forni di casa.
Pan de Hojaldre significa appunto pane sfogliato e lo hanno imparato da Don Juan Villanueva della Avenida del Puerto.

pan de hojaldre - pane sfogliato
Pan de Hojaldre



Nella cucina spagnola, il gazpacho (pronuncia: gazpàcio) è una zuppa fredda a base di verdure crude, molto apprezzata d'estate in regioni calde come l'Andalusia. Gli ingredienti principali sono tradizionalmente peperoni, pomodori, cetrioli e cipolla, arricchiti di volta in volta con erbe aromatiche differenti. Immancabile il pane raffermo, ammorbidito in acqua, che rende cremoso il composto.
Il piatto si mangia comunque freddo, talvolta addirittura con cubetti di ghiaccio e accompagna crostini di pane con uova sode. Viene anche usato come aperitivo servito in bicchiere, come energetico rinfrescante (da wikipedia).
Qui in versione più delicata con zucchine e pomodori verdi.

gazpacho zucchine



L'astice o l'aragosta alla Catalana è da sempre considerato un piatto spagnolo originario della Catalogna, ma molti sostengono sia di origini sarde, in particolare della zona intorno ad Alghero. Questa cittadina, infatti, si chiamava Barceloneta, la piccola Barcellona e ha conservato l'uso della lingua catalana, di cui è un'isola linguistica e il 22,4% dei suoi abitanti lo parla nella variante algherese, riconosciuta dalla Repubblica Italiana e dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria. Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna (da wikipedia). 
Può essere servito come antipasto o piatto unico, accompagnto da una fresca insalata.

astice alla catalana



Le ensaimadas sono delle paste briochose tipiche dell'isola di Maiorca. A partire dal 1996 è stata riconosciuta come prodotto IGP "Ensaïmada de Mallorca".
Sono di una delicatezza estrema, molto soffici, non troppo dolci per non appesantirsi con eventuli ripieni.

ensaimadas



Hasta luego!

Black & White Wednesday # 107


Simona of Briciole is hosting this week BWW,
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Proud Cocks on my way

les coqs-grouses
seen in Biot - France






Should you like to host please send me an email to casacortella AT tin DOT it
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21 novembre 2013

Lasagne dolci per #Mangiare Matera


Una folgorazione ed una rivelazione all'unisono.
Ed un innamoramento immediato, quasi un colpo di fulmine a ciel sereno!
Sto parlando della semola del Senatore Cappelli, a cui va tanto di cappello, per rimanere in un gioco di parole (qui e qui alcune info su questa cultivar vintage regina negli anni 30/40, poi surclassata dalle varietà più economicamente e facilmente produttive ed ora riscoperta e rivalutata nel suo splendore).
Ne avevo sempre sentito parlare e letto anche ricette di altre amiche blogger che la utilizzavano, ma mai approfondito sul serio una ricerca ed una conoscnza ravvicinata.
Ora, grazie al concorso Mangiare Matera organizzato dall'infaticabile Teresa De Masi, ne ho ricevuta ben due kili nel famoso  pacco dono del conest.
Al momento ho provato solo la rimacinata, nel salato con le Madeleines al formaggio: ne ero rimasta folgorata dalla sua tenera palpabilità al tatto, soddisfatta per la buona tenuta in cottura, ma non completamente sorpresa essendo una preparazione salata, dove la semola doveva quasi obbligatoriamente comportarsi bene.
Ne sono rimasta pienamente esterefatta, invece, nella preparazione di queste tagliatelle dolci, che altro non sono che la ricetta della classica e popolare fogassa su la gradela: invece di lasciare l'impasto panoso, lo si tira in sfoglie sottili che cuocendo diventeranno croccanti e renderanno il dolce così tradizionalmente rustico un pochino più chic (ringraziamento dovuto alla mia cara amica Patty che me le fece conoscere).
E a me piace molto fare le ricette di casa, quelle di una volta, semplici e aggiustate con pochi ingredienti, solitamente quello che la dispensa offre. E non eccessivamente dolci (lo zucchero una volta era quasi un lusso).
Si possono lasciare le sfoglie dello spessore desiderato, anche leggermente più spesse (specie se si tirano a mano, con la sfogliatrice del ken mi sono fermata alla tacca 5), basterà controllare la cottura ed eventualmente aggiungere qualche minuto in più.
Non si pesa nulla, proprio come si faceva una volta, ma per dare un'indicazione ho messo tra parentesi il peso della farina utilizzata e la capacità del mio bicchiere.
Si possono aromatizzare a piacere: buccia di limone o arancia,  pizzico di cannella, semi di anice, liquore preferito (per me Pastis analcolico, lo uso spesso nei dolci).
Non devono essere eccessivamente dolci, solitamente si degustano dopo cena con un bicchiere di vino (moscato o recioto), o a merenda con cioccolata o tè, uno sgranocchio alla mattina renderà il caffè più piacevole.
Sul divano davanti alla televisione sono l'irrefrenabile peccato goloso che scatenerà immediati ed inevitabili sensi di colpa :-).



lasagne dolci



Ingredienti:

un bicchiere di vino bianco (100 ml)
un bicchiere di olio extravergine di oliva (100 ml)
(o metà di semi di girasole bio spremuto a freddo)
3 cucchiai di zucchero di canna
semola rimacinata Senatore Cappelli q.b. (300 g)
3 cucchiai di farina 0
buccia di limone o arancia
aroma preferito, facoltativo


 lasagne dolci in forno


Mescolare il vino con l'olio, aggiungere lo zucchero, gli aromi e tanta semola quanta ne richiama l'impasto perchè sia ben lavorabile, tenendo conto anche di qualche cucchiaio di farina 0.
Deve rimanere un impasto abbastanza morbido.
Prendere un pezzetto di impasto alla volta a tirarlo in una sfoglia fine, se troppo lunga dividerla a metà, deve poter stare sulla griglia del forno.
Disporre le sfoglie sulla griglia del forno (vedi foto) e cuocere a 160° per circa 15/20 minuti, controllare che non scuriscano troppo.
Lasciare raffreddare e servire, a piacere si possono spolverizzare leggermente con zucchero a velo.


lasagne dolci



20 novembre 2013

Black & White Wednesday # 106 - the Gallery



Welcome to this week gallery,
a huge thank you to all faithful participants,
Black & White Wednesday would not be so lovely without you!



Pam of Sidewalk Shoes


Haalo of Cook Almost Anything


Rosa of Rosa's Yummy Yums


Urvashi of Budding Homemaker


Simona of Briciole


Lynne from Café Lynnylu


opinel n. 13
my entry




Should I have ever missed someone in this recap,
please let me know and I will promptly fix it.

Next week BWW # 107 will be hosted by Simona of Briciole,
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There is always a free place to host a week,
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Madeleines al formaggio per #Mangiare Matera


Mi piace andre per mercatini, di ogni genere.
Ma ancora di più mi piacciono i brocante e le vide-grenier, ossia tutto ciò che fa antiquariato, modernariato, vintage e le imperdibili e accozzagliose svuotasoffitte!
In Francia sono maestri nell'organizzare questi eventi, ci sono siti dedicati e aggiornati frequentemente con tutti gli appuntamenti in ogni regione, anche il più piccolo e meno conosciuto, con ogni informazione a riguardo: piantina della location, durata, orario, prezzo per chi vuole partecipare come venditore.
Il weekend dei Santi me ne sono fatta una scorpacciata più che generosa, portando a casa un malloppo sostanzioso.
E gli svuotasoffitte sono quelli che mi piacciono di più: si può trovare ogni cosa, riuscendo a fare anche buoni affari perchè spesso i prezzi sono davvero irrisori.
Così è stato per gli stampi delle madeleines, di cui me ne sono subitissimamente appropriata, ancor più contenta per alcuni vecchi e usati (ma con una bella lavata sono rinati), quasi ancora aleggianti del profumo di questi piccoli dolcetti.
Ne ho già provato una versione dolce, ma quella ricetta sarà per un'altra occasione.
Ne ho voluto provare una versione salata, perchè mi piace molto la forma a conchiglia (a proposito, una leggenda riporta l'origine delle madeleines al Cammino di Santiago de Compostela, dove una ragazza di nome Madelaine offriva dei piccoli dolcetti all'uovo a forma di conchiglia, emblema del pellegrinaggio), e mi piacciono questi dolcetti, rinverdiscono in me ricordi e sapori d'infanzia.

Ho così provato la semola rimacinata del Senatore Cappelli per la prima volta, contenuta nel pacco ricevuto dalla nuova organizzazione Mangiare Matera per partecipare all'omonimo contest, organizzato dall'inarrestabile Teresa De Masi.
E ne sono rimasta altamente soddisfatta, la sofficità della semola è fenomenale, così palpabile anche al tatto che mi sarei fatta una borotalcata su tutto il corpo dopo la doccia :-).
E poi mi è piaciuta l'idea di questo lungo viaggio culinario, come avevo commentato su Fb sembra quasi dall'Alpi alle Piramidi (così scrisse un grande), l'unire anche diverse culture gastronomiche, senza rivalità e/o predominanze, in un piacere sublime che è il cibo.


madeleines senatore cappelli al formaggio

Per 25 madeleines:

2 uova
30 g di olio extravergine di oliva
30 g di burro fuso e raffreddato
70 g di formaggio grattugiato *
 70 g di semola rimacinata Senatore Cappelli
un pizzico di sale
timo fresco
la punta di un cucchiaino di lievito secco per torte salate


 * per me Sbrinz e Gruyère, ma va bene qualsiasi formaggio a pasta dura a piacere



facendo madeleines al formaggio



In una ciotola sbattere bene le uova, aggiungere il sale, l'olio e il burro e poi la farina, poca alla volta e mescolando sempre per non fare grumi. Aggiungere anche il formaggio, le foglioline di timo e il lievito setacciato. Mescolare finchè ben omogeneo.
Oliare leggermente gli stampi per le madeleines e versare un cucchiaio scarso di impasto in ogni conchiglia. Battere leggermente con la mano sotto allo stampo per uniformare l'impasto nelle formine e cuocere in forno a 170° per circa 15 minuti, finchè ben dorate.
Servire tiepide (si possono preparare in anticipo e leggermente riscaldare prima di servirle).


madeleines senatore cappelli al formaggio
qui servite con salsa verde



19 novembre 2013

Ratatouille in crosta di pane: torta di pane e verdure per #Mangiare Matera


Come avevo anticipato qualche giono fa, mi è arrivato un pacco con tanti bei prodotti lucani da provare, anzi da riscoprire in sfiziose ricette.
Ricette che arrichiranno la bacheca di Mangiare Matera e parteciperanno all'omonimo contest, organizzato dalla frizzante Teresa De Masi.
Non ho propiamente dormito sugli allori in questi giorni, ho pensato che ricetta/e proporre tra le varie idee che mi frullavano per la testa, mettendomi ai fornelli, però, un pochino in ritardo (complice, ahimé o per fortuna, un lunghissimo wekend in terra francese :-) e facendo le corse come sempre, ma recuperando il tempo perduto.

Nel pacco ricevuto c'era una magnifica pagnotta del famoso pane di Matera, che avevo goffamente provato a fare in casa l'anno scorso.
Ne sto sgranocchiando i ritagli della torta preparata oggi mentre scrivo la ricetta, è ancora buono e invogliante. Domani saranno bruschette, con le verdure avanzate!


 ratatouille in torta di pane matera

Per la ratatouille di verdura si possono usare le verdure che più piacciono, prediligendo quelle di stagione, se possibile. 
Ho usato la melanzana per avere morbidezza e non ho saputo rinunciare al peperone, mi piace troppo.
Ho intenzionalmente lasciato la mia versione delicata e vegetariana, ma se piace si può aggiungere dello speck o del bacon arrostito.
Può essere considerata anche un piatto unico, specie per un pranzo leggero ma gustoso.
Una variante golosa potrebbe essere con funghi trifolati ed una fonduta di formaggi.
Non ho pesato le verdure, anzi, ho fatto una bella padellata, così domani me le ritrovo già pronte come contorno o per la bruschetta. 
La torta si presta anche ad un riciclo di un contorno verduroso latente.



 ratatouille in torta di pane matera

Per la ratatouille:

un porro
una gamba di sedano
una melanzana
un peperone rosso
un pezzetto di cavolo cappuccio
una carota
un finocchio
un paio di topinambour
qualche cimetta di cavolfiore bianco
un cespo di radicchio lungo trevigiano
 sale
aceto di mele
succo di mela concentrato o zucchero di canna
olio extravergine di oliva


Per la torta:

fette di pane di Matera, spesse un centimetro
3 uova
formaggio grattugiato *
qualche pelato homemade **
trito aromatico
(prezzemolo/basilico/origano o altre a piacere)
sale

* per me Sbrinz e Gruyère, ma va bene qualsiasi formaggio a pasta dura a piacere 
** in stagione si possono usare i pomodori freschi


Ratatouille: mondare e tagliare le verdure a spicchi (finocchio), a fettine (melanzane, sedano, carota, porro, topinambour, peperone, cappuccio, radicchio).
In una grande padella mettere un bel giro generoso di olio, aggiungere le melanzane e cuocere  a fiamma media finchè avranno assorbito l'olio.  Quindi aggiungere in sequenza le altre verdure: porro e sedano, poi cappuccio, quindi carota, finocchio e peperone, e per finire cavolfiore e topinambour (questo meglio tagliarlo fine altrimenti resta duro). 
Cuocere un paio di minuti a fiamma vivace, salare, coprire col coperchio e lasciare stufare pochi minuti, il tempo che le verdure si ammorbidiscano un attimo. Quindi togliere il coperchio e cuocere ancora qualche minuto a fiamma media. Quando quasi pronte unire anche il radicchio e spadellare un minuto o due. 
Irrorare le verdure con un paio di cucchiai di aceto di mele e un cucchiaino di succo concentrato di mela o di zucchero di canna. Far sciogliere bene lo zucchero ed evaporare l'aceto e poi togliere dal fuoco. Lasciare intiepidire.


 preparando la torta di pane matera

Torta: rivestire una teglia da forno dai bordi alti con carta forno (meglio se con bordo a cerniera). Tagliare il pane ricavando delle cupolette tonde che serviranno per il bordo (vedere foto). 
In una terrina sbattere le uova e salarle. Intingere bene le fette di pane nell'uovo, scolare e foderare la teglia, partendo dal bordo e coprendo bene anche il fondo, aggiungendo piccoli pezzi, senza lasciare fessure. Infornare a 200° per 5/8 minuti.
Fare uno strato di ratatouille nella torta di pane, cospargere un paio di cucchiai di formaggio, ricoprire con altre verdure. Versare sulle verdure l'uovo sbattuto avanzato. Decorare con dei filetti di pelati, cospargere ancora un paio di cucchiai di formaggio e terminare col trito di aromatiche (ancora il basilico in giardino mi regala qualche bella fogliolina!). 
Irrorare con un filo di olio e infornare a 180° per  40/45 minuti. Servire tiepida.
Si può preparare in anticipo (io l'ho fatta la mattina) e ripassarla nel forno caldo qualche minuto prima di servirla.

ratatouille in torta di pane matera




Festive Cous Cous


 la ricetta in italiano qui


I served this alternative but festive couscous at my birthday party last year and it was a nice delicious surprise, ideal in small glasses as an aperitif, perfect for a healthier or vegetarian style.

As we are all invited to a Thanksgiving dinner party chez Joan, for this final Creative Cooking Crew’s challenge (then the group will take a holiday break until the new year) to bring an appetizer to have with a cocktail before dinner, I'm going to share again this recipe because it's so festive and celebrative: pomegranate adds a peculiar touch of party style in everywhere.

Pomegranate (Punica granatum) has always been considered the fruit of fertility, abundance and good luck. In fact XV e XVI centuries' painters often put a pomegranate in the hand of Jesus Child, alluding to the new life brought by Christ. In ancient Greece this plant was sacred to Juno (Zeus' wife) and Venus (goddess of love ). Roman brides used to weave branches of pomegranate in their hair. The significant number of its grains has inspired many legends: in Vietnam they use to halve the fruit whiich will bring two hundred children, Turkish brides throw the fruit to the ground and they will have as many babies as the grains released. In Dalmatia the husband takes a pomegranate plant from his father-in-law's garden to his own garden. In Indian they believe that the juice of this fruit is very active against infertility.



 couscous festivo



Serving 30/32 individual glasses:


half a kilo cous cous
3 or 4 big pumpkin slice
2 ripe pomegranates
walnuts and pistachios
pumpkin seeds
rosemary, optional
extra virgin olive oil
apple cider vinegar
salt



 couscous festivo


- Soak cous cous in lightly salted boiling water, following the instructions on the package, let cool and pass through fingers, drizzle with a little oil.
- Meanwhile, cut the pumpkin into small cubes (if you like you can leave the skin, is edible) and roast in a large frying pan with a little oil and a sprig of rosemary, at high heat for a few minutes, allowing a little crispy crust, and then at low fire and covered with a lid to soften inside, although it must remain crunchy, season with salt.
- Toast walnuts, pistachios and pumpkin seeds in oven a few minutes. Halve pomegranates and remove berries.
- In a bowl combine cous cous and pumpkin, then nuts and pomegranate berries, drizzle with a little oil and a few tablespoon of vinegar.
- Cous cous and pumpkin can be prepared and assembled  in advance, but add dried fruit and pomegranate just before serving.

18 novembre 2013

Swiss Cheese Crackers


 la ricetta in italiano qui


All invited to a Thanksgiving dinner party chez Joan, for this final Creative Cooking Crew’s challenge, then a holiday break until the new year.
Bring anything about an appetizer to have with a cocktail before dinner, that was Joan request.
And as usually we always have all sorts of chips and tortillas to enjoy with different evergreen (referred not only to the color :-) dips, guacamole on top, I tried some other crunchy snacks you can serve with your favorite relish or chutney (you can find some suggestions here).
And you can prepare these crackers a little in advance, so they won't trouble you in the final rush of the speacial day.
I used two Swiss cheese, but any hard cheese could suit: Italian Pecorino, Parmesan or Caciocavallo, English Cheddar, Dutch Gouda, French Emmental or Comté, just go at your pleasure!


cheese seeds crackers



You need:


250 g all-purpose flour
250 g spelt flour
250 g water, room temperature
half a packet dry yeast
50 g extra virgin olive oil
half a teaspoon salt
100 g grated Gruyère
80 g grated Sbrinz
80 g seed mix
(flax, sesame, sunflower, nigella, poppy, pumpkin)
fleur de sel



cheese seeds crackers



In a bowl combine flour with cheese and baking powder, add water a little at a time, and then oil and begin to knead. Transfer onto the working surface and continue to knead until the dough is homogeneous and smooth. It can be done with the mixer.
Divide the dough into 4 pieces, spread out each piece with hands into 4 discs, sprinkle a little seeds on each then overlay the 4 disks each other. Leave a tablespoon of seeds aside for the final decoration.
Work together again until the seeds are well amalgamated into the dough.
Shape into a ball and let rest an hour/an hour and a half in a lightly greased bowl, covered and in a warm place .
Take a piece of dough at a time and roll it out into a thin sheet with a rolling pin (the dough is easy to work and you do not need to flour the work surface), place the dough stripe on parchment paper, trim the edges (cut offs can be kneaded again) and cut out the crackers as you lke (mine 5x15 cm. rectangles).
Transfer the parchment paper onto a baking tray, brush with oil and sprinkle with fleur de sel and seeds.
Bake at 180° for about 15 minutes, or until golden brown.
Allow to cool and store in an airtight container.







 This recipe also goes to Susan's weekly YeastSpotting.

17 novembre 2013

Kapsa Pirukas - Quiche di verze - Cabbage Tart


scroll down for English version


Non c'è due senza tre!
Avevo promesso un'altra ricetta estone a Lynne, per la sua tappa dell'Abbecedario della Comunità Europea, dopo il lamponoso Kissel e il briochoso Kringel.
Ecco allora una torta salata, con un ingrediente di stagione molto salutare, il cavolo verza (ma si può usare anche il cappuccio), quindi ripetibile nei prossimi mesi fino allo sfinimento.
Per mantenerla più leggera possibile, ho sostituito il classico impasto di pane previsto con una brisée, alleggerita anche del burro, preferendo ricotta e olio extravergine in sostituzione: rimane anche più croccantella al morso, il che non guasta.
E anche questa ricetta inizia con la K ... il trittico è al completo! :-)
Si può fare una torta unica, o dividere l'impasto in stampi monoporzione, con un'insalata ed un formaggio fresco morbido può diventare un pranzo completo.
La ricetta originale qui.


kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart



Per una torta grande o 8 piccole:


Pasta Brisée:

200 g di farina 0
70 g di ricotta fresca vaccina
30 g di olio extravergine di oliva
50 g di acqua fredda


Impastare velocemente tutti gli ingredienti insieme, formare una palla, avvolgere nella pellicola e mettere in frigo a riposare per un'ora (si può eventualmente fare anche il giorno prima).


Ripieno:

una verza
scalogno/cipolla/porro
olio extravergine di oliva
sale/pepe
3 uova sode a fettine


kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart



Tritare finemente lo scalogno o la cipolla o il porro o un misto dei tre e fare un leggero soffritto, allungandolo con un goccio di acqua per stufare le verdure.
Nel frattempo pulire la verza e tagliarla a striscioline. Aggiungerla al soffritto, dare una bella mescolata, salare leggermente ed unire un mestolo di brodo vegetale o fatto col dado homemade.
Coprire e portare a cottura a fiamma bassa, togliendo il coperchio alla fine e facendo ritirare ogni residuo di liquidi a fiamma vivace. Far raffreddare.
Rivestire una teglia da forno con carta forno (se si usano stampi antiaderenti basterà ungerli con una goccia di olio). D
Dividere la pasta a metà, tenendo una parte leggermente più grande.
Col matterello stendere le due sfoglie, la più grande che ricopra la teglia e i bordi della teglia.
Versare le verze e disporre le fettine di uova. Ricoprire con la seconda sfoglia, sigillare bene i bordi aiutandosi anche con i rebbi di una forchetta. Praticare dei piccoli fori in superficie e decorare con gli avanzi della sfoglia a piacere. Pennellare con olio o uovo sbattuto, eventualmente ricoprire di semini.
Infornare a 180° per circa 25 minuti (qualcosa meno per le tortine singole), finchè ben dorata.



kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart




Kapsa Pirukas - Cabbage Tart


As promised, below my third Estonian recipe for Lynne, after the red and fresh Kissel and the gorgeous sweet Kringel.
A seasonal recipe, with an  healthy ingredient, the cabbage, to repeat again in the following wintery months.
I did not use a bread dough as usual but preferred a lighter dough, substituing butter with ricotta and extravirgin olive oil. It was crunchier too, and that was super.
You can make a whole tart or divide the dough into individual molds: just serve with a salad and cottage cheese, could be a complete lunch.
And as all good/bad things come in three's ... also this recipe starts with K :-).
Here the original recipe.

In 1929 The New York Estonian House was founded and so far it is the center and focal point of Estonian activity in New York. It is a volunteer organization whose goal is to further Estonian culture in New York, and be a meeting place for Estonians from around the world.
Some times they host special food events, as piruka bake-off.


In every port in the world, at least two Estonians can be found.
Ernest Hemingway



kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart



Serving a big tart or 8 individual:


Pastry:

200g all-purpose flour
70 g fresh ricotta
30 g extra virgin olive oil
50 g cold water

Quickly knead all ingredients together, shape into a ball, wrap in clinging film  and place in the fridge to rest for one hour (can be made a day in advance).




Filling:

a cabbage
shallot/onion/leek
extra virgin olive oil
salt/pepper
3 hard-boiled eggs, sliced


kapsa pirukas-quiche alle verze-cabbage tart


Finely chop the shallot or onion or leek or a mix of the three and gently fry in a pan with a little oil, adding a dash of water to sautéer the vegetables.
In the meantime, clean the cabbage and cut into strips. Add the cabbage to the pan, give a stir, add a little salt and a ladle of vegetable stock or made ​​with homemade stock cubes.
Cover and cook over low heat, removing the lid at the end and reducing any liquid over high heat. Let cool.
Line a baking dish with parchment paper (if using non-stick molds just spreada drop of oil into).
Divide the dough in half, a part slightly larger.
Roll out the pastries, the largest will cover the pan up to the edges.
Pour the cabbage and arrange the egg slices. Cover with the second pastry, seal the edges pinching with your fingers or using a fork. Prick the top with a toothpick or a fork and decorate with leftover pastry at your pleasure. Brush with beaten egg or oil, and sprinkle seeds if you like.
Bake at 180° for about 25 minutes (a little less for individual tarts), until golden brown.
If making small tartlets reduce cooking time to 15/20 minutes.





This recipe is my personal entry to WHB #410
hosted by Cristina from La Cucina di Cristina
both for English and Italian edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!