21 maggio 2008

Dal Corriere della Sera: gli Italiani e lo Stato

SE SI INVOCA LO STRANIERO

Ha ragione il direttore dell'Unità Antonio Padellaro a intitolare il suo fondo di ieri: «Meno male che c'è l'Europa». Sì, meno male che c'è, ma a una condizione: che noi italiani riusciamo a intendere davvero la lezione che essa da tempo ci impartisce, e che oggi si rinnova a proposito dei rifiuti in Campania e della condizione dei rom. Capire quella lezione vuol dire innanzi tutto non servirsene per regolare i conti con i propri avversari interni, per nascondere le proprie debolezze dietro la forza e l'autorevolezza altrui. Vuol dire rinunciare all'antica, sciagurata abitudine delle classi dirigenti della penisola di invocare l'aiuto dello straniero per avere la meglio sui rivali di casa, così suggellando la minorità propria e di tutto il Paese. Vuol dire, invece, meditare senza spirito di parte su ciò che l'Europa ci manda a dire. Per esempio sulle parole pronunciate l'altro giorno dall'eurodeputata Viktoria Mohacsi inviata appositamente da Bruxelles, la quale ha trovato i campi rom di Roma e Napoli in «condizioni tremende», ricordando che «l'Italia non ha chiesto neanche i soldi previsti dall'Ue per l'integrazione delle minoranze etniche» e infine accusando il nostro sistema giudiziario di aver «perso le tracce (sic !) da due anni di 12 bambini rom tolti ai genitori dal Tribunale dei minori perché accusati di accattonaggio». Ebbene, non sarebbe un gioco facile proprio sulla base di queste dichiarazioni (che traggo dalla cronaca della stessa Unità ), non sarebbe facile ricordare che fino a prova contraria Roma e Napoli sono state governate negli ultimi 15 anni da giunte di sinistra, le quali hanno preferito evidentemente impiegare le loro risorse in modi diversi che per i rom (forse anche perché i rom non votano)? E non sarebbe altrettanto facile ricordare che evidentemente anche il governo Prodi è colpevole di essersi dimenticato negli ultimi due anni di chiedere i soldi dell'Ue destinati ai rom? O ricordare, a proposito dei 12 bambini scomparsi nel nulla, che in generale è proprio la sinistra che si precipita regolarmente a prendere le difese del nostro vergognoso sistema-apparato giudiziario, opponendosi a qualunque sua radicale riforma?
Sì, sarebbe un gioco facile, ma disdicevole e alla fine inutile. Perché in verità — si tratti dei rifiuti o delle disfunzioni della giustizia, ovvero delle altre mille questioni che suscitano contro di noi critiche e condanne dall'Ue o da altrove — è l'Italia, è il Paese nel suo complesso, sia quando a governarlo è la destra che la sinistra, che mostra la propria ormai trentennale incapacità di tenere il ritmo dei suoi principali partner, di eguagliarne gli standard fondamentali. E' tutto il Paese che da troppo tempo è incapace di dirsi la verità, di rinunciare al suo vizio antico dei rinvii o del lasciar correre, che da troppo tempo rifugge dal prendere i problemi di petto. Come non vedere però che ormai siamo vicini all'ultima ora? Adesso è il momento di capire che il bene collettivo e l'avvenire della politica passano attraverso un primo momento decisivo: il ristabilimento dell'autorità dello Stato. Cominciando in queste ore da Napoli: contro gli incendiari e gli istigatori di cacce all'uomo, contro la camorra, contro le amministrazioni locali incapaci o corrotte da mandare subito a casa. Senza riguardi per nessuno. Senza se e senza ma, e, bisogna sperarlo, con l'appoggio di tutti.

di Ernesto Galli Della Loggia, 21 maggio 2008

2 commenti:

romina ha detto...

sante parole che condivido in pieno!!!

Cindystar ha detto...

E speriamo che ia la volta buona...

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