IN TAVOLA - ON THE TABLE

31 maggio 2008

Pane alla frutta - Fruit Bread - BBD #10

Ecco un pane buono, profumato e gustoso, ideale per colazione o a merenda.
Simpatico da fare, sempre targato sorelle Simili!

INGREDIENTI:

Per il lievitino:
150g di farina 0 di forza
140g di latte tiepido
20g di lievito

In una ciotola fare la fontana con la farina, mettere il latte nel mezzo, fonderci il lievito, poi prendere la farina a poco a poco e impastare. Ridurre il lievitino al centro e lasciare riposare fino al raddoppio coperto.

Per l'impasto:
350g di farina 0 di forza
50g di burro fuso
2 cucchiaini di sale
1 cucchiaino di zucchero
140g di latte tiepido
150g di prugne ammollate per 30 minuti
150g di albicocche secche ammollate per 30 minuti
150g di banane tagliate a metà e a tronchetti
1 uovo

Nella ciotola sminuzzare il lievitino unendo il latte e battendo finchè sarà ben amalgamato.
Unire in 2/3 volte la farina sempre battendo, unire il sale, lo zucchero e il burro fuso sempre battendo, rovesciare quindi sul tavolo e lavorare e battere per 8/10 minuti.
Rimettere nella ciotola e far riposare per 45 minuti circa, fino al raddoppio.


Rovesciare l'impasto sul tavolo, dividerlo in 3 parti e con ogni parte fare un filone lungo circa 25/30cm. Con un matterello spianarli fino ad avere dei rettangoli di circa 15x30cm.
Disporre su ognuno un tipo di frutta formando una prima fila lungo il lato lungo, arrotolare un pochino, poi fare una seconda fila e arrotolare, fino ad esaurimento della frutta.

Allungare un pochino i rotoli, disporli paralleli e formare una treccia (partendo da metà e incrociando verso il basso, poi girare la treccia e incrociare l'altra parte, in questo modo la treccia sarà perfetta!). Pennellare con l'uovo battuto e lasciare lievitare per circa un'ora.

Cuocere poi a 200° per 20 minuti, abbassare a 180° per altri 15/20 minuti, se colorasse troppo coprirla con stagnola. Raffredare per circa due ore poi rimettere in forno a 170° per 15 minuti.
Se si fa in anticipo, tenere quest'ultimo passaggio per quando lo si serve.

Questa ricetta partecipa al BBD#10 : thanks Melissa for hosting!

A lovely and fresh bread with fruit, ideal for breakfast and teatime.
Original recipe by Simili Sisters.

Strong Yeast:
150g strong flour (30% manitoba and 70% plain flour)
140g warm milk
20g yeast

Put the flour in a bowl, make a hole in the middle, mince yeast inside, add milk and mix; then take a little flour and begin to knead, add other flour and knead all through.
Leave it to rise (covered) until doubled.

Dough:
350g strong flour (as above)
50g melted butter
2 teaspoons salt
1 teaspoon sugar
140g warm milk
150g prunes, softened in water for 30 minutes
150g dried apricots, softened in water for 30 minutes
150g bananas, cut in half and then in piecies 3/4cm long
1egg

Crumble strong yeast in the bowl, add milk and beat it until well mixed, then add flour in 2/3 times while beating, then add salt, sugar and melted butter continuing beating.
Pour the dough on the table and knead and beat for 8/10 minutes.
Put it in a buttered bowl and let it rest for about 45 minutes, until doubled.
Then gently pour it on the table, divide it in 3 parts making 3 rolls about 25/30cm long.
Roll out in 3 rectangles of about 15x30cm each.
Put over each rectangle a single kind of fruit along the longest side, then roll, then a second row of fruit and roll, until all the fruit is over.
Try to lenghten a little the 3 rolls and then shape in a plait (start from the middle towards an extremity, then turn the plait and do the same, it will come out a perfect plait!).
Brush it with beaten egg and let it rise for about 1 hour.
Then cook it 200° C for 20 minutes, low to 180° for other 15/20 minutes, if colours too much cover with tin paper.
Let it cool for about 2 hours then put it in oven again 170° for about 15 minutes.
If you prepare it in advance, keep this last passage in the oven just before serving.

Voglia di plum-cake...

...e non solo!!! Dovevo inaugurare il nuovo stampo che ho preso alla Lidl in questi giorni, e che, a dire il vero, pensavo fosse per mini plum-cake, invece li fa belli cicciottoli! Ho seguito la ricetta di Annamichela e ho usato velocemente il mio amico Bimby.

INGREDIENTI:

250 g di farina OO
125 g di yogurt bianco o alla vaniglia
150 g di zucchero
gocce di cioccolato, le mie erano giganti!
3 uova
100 ml di olio di mais
1 bustina di lievito per dolci
il succo di un'arancia
un pizzico di sale (dimenticato!)

Fare lo zucchero a velo per pochi secondi a vel. Turbo, aggiungere lo yogurt e le uova e mescolare a vel. 6 qualche secondo, aggiungere la farina e il lievito, mescolare sempre a vel. 6 per pochi secondi, aggiungere l'olio e dare un'ultima mescolata.
Ungere gli stampi con l'olio di semi, versare un p0' di composto, spargere le gocce di cioccolato, coprire con altro composto, ancora qualche goccia e un ultimo cucchiaio di composto.
Infornare e cuocere a 180° per 25/30 minuti circa (anche 40 se si fa uno stampo unico).

28 maggio 2008

Confettura di fragole al basilico fresco

Ho voluto provare questa ricetta pubblicata sul mensile "A Tavola" di maggio. Devo dire che è stata una piacevolissima sorpresa! L'ho già rifatta un paio di volte e omaggiato più amici, è una vera squisitezza! E' buona sia in versione dolce, che abbinata a qualche formaggio saporito, noi l'abbiamo gustata con un grana stagionato.

INGREDIENTI:

1kg di fragole (pulite) profumate e mature
25g di preparato alla pectina (1 bustina di fruttapec)
250g. di zucchero
mezzo limone
un mazzetto di basilico

Tagliuzzare finemente il basilico. Pulire, lavare e tagliare le fragole a spicchi, riunirle in una pentola per marmellate insieme al basilico e dare una mescolata. Versarci poi sopra lo zucchero, dare un'altra mescolata e lasciare riposare per mezzoretta.Mettere la pentola sul fuoco, portare a bollore e aggiungere la pectina e il succo del mezzo limone.Mescolare bene, riportare a bollore, schiumare se necessario e cuocere per altri 5/10/15 minuti, finchè la marmellata inizierà ad addensarsi.Versarla ancora calda nei vasetti sterilizzati, chiudere ermeticamente e capovolgere fino a completo raffreddamento.

Per un gusto più deciso e forte, aggiungere una generosa macinata di pepe nero o pepe fiore a fine cottura.

26 maggio 2008

Non insegnate ai bambini

Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.

Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.

Giro giro tondo cambia il mondo.

Non insegnate ai bambini
non divulgate illusioni sociali
non gli riempite il futuro
di vecchi ideali
l'unica cosa sicura è tenerli lontano
dalla nostra cultura.

Non esaltate il talento
che è sempre più spento
non li avviate al bel canto, al teatro
alla danza
ma se proprio volete
raccontategli il sogno
di un'antica speranza.

Non insegnate ai bambini
ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
stategli sempre vicini
date fiducia all'amore il resto è niente.

Giro giro tondo cambia il mondo.
Giro giro tondo cambia il mondo.

Giorgio Gaber, da "Io non mi sento italiano", 2003



Questa bellissima canzone fu scelta come accompagnamento musicale al funerale del Signor G.

A scuola con...

...ancora una volta con le mitiche, favolose, instancabili, ineguagliabili sorelle Simili!
Questa lezione tutta nell'ottica delle paste regionali fatte a mano, con abbinamenti di sughi sfiziosi o delicati. Ancora una giornata all'insegna del muovere le mani insieme, non senza difficoltà per le principianti come me...le trofie sono veramente ancora inavvicinabili!!!
Come sempre un'atmosfera amichevole carica di entusiasmo, una giornata dedita ad assimilare quanti più consigli preziosi Margherita e Valeria sanno elargire senza risparmio, nella sempre tanto ospitale cornice delle Tamerici.
E' stato anche un piacevole momento di incontro con vecchie conoscenze, e una piacevole sorpesa averne incontrate di nuove!



Ecco le mie prime orecchiette...la primissima col buco, a seguire i cavatelli, così facili che me ne sono subito innamorata, quindi gli strascicati in varie misure, e per concludere i pici, specialità toscana che ho subito adottato, provandola a fare con farina di kamut.








Dopo la fatica della produzione abbiamo degustato:

- trofie con patate, fagiolini e pesto

- strozzapreti alla romagnola

- pici alla viareggina

- orecchiette alle cime di rapa

E per concludere un buon budino al cioccolato di Gianfranco!
Prossimamente su questo blog tutte le ricette!

25 maggio 2008

Tête à tête di bignole

Per la sfida culinaria, ho proposto i beignets salati come finger food in due versioni: il classico abbinamento "uova sode e asparagi" e una mousse di prosciutto con fave e piselli.
Fare i beignets e una volta freddi farcirli così:

Con uova e asparagi:

Sbollentare le punte di asparagi per pochi minuti in acqua salata, passarle in acqua fredda e scolarle. Fare un leggero soffritto con cipollotto, unire i gambi degli asparagi a rondelle fini e portare a cottura allungando con l'acqua degli asparagi. nel frattempo preparare le uova sode, raffreddarle, sgusciarle e tritarle fini a coltello. Unire i gambi cotti, un filo di olio extravergine di oliva, sale e pepe e mescolare bene. Tagliare i beignets a metà, imbottirli col composto, soprattutto nella calotta superiore cava e guarnire con 2/3 punte di asparagi.


Con mousse di prosciutto e fave e piselli:



Sbollentare per qualche minuto le fave in acqua salata, passarle in acqua fredda e sbucciarle. Sbollentare anche i piselli, passarli in acqua fredda e scolarli. Fare un soffritto leggero con un cipollotto, unire le verdure, salare e pepare e portare a cottura, al bisogno aggiungere un po' di acqua di bollitura.
Tritare finemente il prosciutto cotto. Amalgamarlo bene con la ricotta e un cucchiaio di mascarpone. Salare e pepare.
Tagliare i beignets a metà, farcirli con questo composto, soprattutto nella cavità superiore, e un cucchiaino di piselli e fave.






24 maggio 2008

Sfida: fave, piselli ed asparagi

Let's go party!

Popa e Cindystar
sono liete di invitarvi
all'inaugurazione della loro terrazza

resident dj Macs

Sparkling Jam Session: Mimosa, Bellini e Rossini
con grissini saporiti e piccoli assaggi di fave e pecorino
uova e asparagi al papavero
mousse di prosciutto con piselli e fave al sesamo
con piselli, pomodorini, tonno e caprino fresco
al profumo di menta, basilico ed erba cipollina
con fave, bacon e chips di patate al papavero
servita in cestini di pasta fillo
in kebab di piadina con polpettine di vitello al curry
e salsa ai frutti della passione
anche in coppa

Pinot Nero dell'Oltrepo' Pavese

Strong Coffe

Clafoutis aux cerises

E' un tipico dolce francese al cucchiaio, qui nella versione classica con le ciliegie.

Indispensabile usare ciliegie ben mature e succose, lasciandole intere e con nocciolo, che rilascia un gradevole aroma in cottura.

Si può anche variare usando frutti di stagione: ottimo con lamponi, fragole, pesche, susine e albicocche, in inverno con mele e pere.

Ricetta dal libro "Bimby in Cambusa".


INGREDIENTI:

250g. di latte
2 cucchiai di panna fresca
2 uova
2 tuorli
50g. di maizena
150g. di zucchero (anche di canna)
20g. di burro

ciliegie a volontà

Mettere tutti gli ingredienti (tranne il burro) nel Bimby e frullare per 20 sec. a vel. 6.
Oppure usare un algro robot o una frusta a mano.
Imburrare uno stampo grande o tanti piccoli, riempirli con le ciliegie lavate, asciugate e senza picciolo, e versarci la crema fin quasi all'orlo.
Cuocere in forno caldo a 180/190° per circa 45 minuti.
Lasciar intiepidire e servire con una spolverata di zucchero a velo o di canna.

23 maggio 2008

Ratatouille in verde con polpettine di vitello al curry

Una ratatouille di verdure tutta in verde, dolcissima, e ideale anche come sugo per condire una pasta primaverile. Da fare con ingredienti freschissimi, per assaporare meglio il sapore delle verdure novelle, ma valida anche nella versione con aiuti "surgelati".



INGREDIENTI:

fave fresche
piselli freschi
asparagi freschi verdi
zucchine piccole con fiore
porro
scalogno
olio extravergine di oliva
sale/pepe

carne macinata fine di vitello
uovo
sale/pepe/noce moscata/curry
pane grattuggiato
prezzemolo, basilico, erba cipollina
olio extravergine di oliva

Ratatouille: pulire le verdure, sbollentare leggermente in acqua salata le fave e sbucciarle, sbollentare i piselli, le punte di asparagi e i gambi a rondelle.
Tagliare le zucchine a rondelle spesse e pulire i fiori.
In una larga padella fare un soffritto veloce con porro e scalogno, aggiungerele zucchine, i gambi degli asparagi, le fave e i piselli, insaporire, salare e pepare e diluire leggermente con un goccio di acqua di cottura e portare a cottura, velocemente per lasciare le verdure croccantelle. Verso la fine aggiungere anche i fiori di zucchina e le punte di asparagi.

Polpettine: in una ciotola riunire la carne macinata, l'uovo, gli aromi tritati, un cucchiaio di pane grattuggiato, sale/pepe/noce moscata/curry a piacere. Amalgamare bene e fare delle piccolissime polpettine da passare poi nel pan grattato. Sistemarle in una pirolfila con un filo di olio e cuocere in forno a 200° per circa 20 minuti, fino a completa doratura.

Tagliare una piadina a metà, arrotolarla a cono, inumidire i lembi di unione e fissarli con uno stuzzicadenti.
Mettere della stagnola all'interno dei coni e passarli qualche minuto in forno caldo per saldarli.
Riempire ogni piadina con la ratatouille aggiungendo 4/5 polpettine.

Insalatona della casa

Un piatto che mi è venuto così una sera che non sapevo cosa fare da mangiare...e che di insalata nel vero senso della parola non ha niente...ho aperto il frigo, ho preso il mio bel vassoio grande ovale dell'Ikea e ho inziato a tagliare ed affettare quello che trovavo. L'idea era partita da patate lesse, pomodori, tonno e formaggio e qualche cappero che mangiavo a Panarea....ma poi il frigo offriva molto di più e ho aggiunto:

wurstel
cetrioli
uova strapazzate
mozzarella ben scolata
rondelle di carote leggermente sbollentate
fave sbollentate
bacon arrostito
chips di patate al papavero

L'idea in più: servirla in piccoli cestini di pasta fillo, mettendo in forno per pochissimi minuti e a 180°due fogli di fillo in uno stampino in alluminio, inserendo anche una palla di alluminio per far prendere bene la forma del cestino, e oliando leggermente i lembi che cadono a fazzoletto della pasta fillo.
Per fare le chips di patate: sbucciare, lavare e affettare finemente le patate con una mandolina. Disporle su carta forno, spennellarle con un velo di olio e cospargerle di semi di papavero. Cuocerle in forno caldo a 100° per circa un'ora.

22 maggio 2008

Beignets o pasta choux

Choux in francese significa cavolo, e probabilmente è stato dato questo nome a questo impasto, per la forma tonda che i beignets assumono da cotti, assomigliando a dei cavoli verza. E' un impasto neutro a base di acqua, burro, poca farina e uova, che ben si presta per preparazioni sia in pasticceria che in gastronomia. In cottura i beignets gonfiano lasciando una cavità interna perfetta per accogliere ripieni sia dolci che salati.
Io mi trovo benissimo a farli con la ricetta del libro base del Bimby.

INGREDIENTI:

250g. di acqua
150g. di farina
100g. di burro
4 uova
un pizzico di sale


Nel Bimby: boccale acqua, sale e burro, 10 min. a 100° vel. 3.
Aggiungere poi dal foro del coperchio la farina e impastare per 20 sec. a vel. 4 o fino a quando l'impasto si stacca bene dalle pareti.
Lasciare raffreddare, poi dal coperchio e con lame in movimento a vel. 6 unire una alla volta le uova e mescolare per 20 sec.

In pentola: far sciogliere il burro nell'acqua col pizzico di sale e portare ad ebollizione, quindi aggiun gere la farina e mescolare bene, fino a che l'impasto si stacca dalle pareti. Togliere dal fuoco e continuare a mescolare per altri 5 minuti e lasciar raffreddare. Aggiungere poi le uova, una alla volta, amalgamandole bene.

Formare quindi i beignets su carta forno (con la sac-à-poche o a mucchietti col cucchiaino) e cuocere in forno per 10/15 minuti a 180° e poi altri 10/15 minuti a 200°.
Se dolci, si possono già spolverizzare di granella di zucchero, se salati con semi di papavero o sesamo. Lasciar raffreddare e farcire a piacere.

"Fili che uniscono le donne"

Fili che uniscono le donne - Quadretti ricamati dall'Afghanistan

Mostra di arte tessile delle donne del villaggio Laghmani - Afghanistan
Sala del Cortile Mercato Vecchio, Verona
7 - 14 giugno 2008
10.00 – 13.00/15.00 – 19.00

a cura di Agostina Zwilling della DAI (Deutsch-Afghanische-Initiative) con laboratori creativi tessili per adulti e bambini

Inaugurazione: 7 giugno, ore 18.30.
Saluto dell’Assessore alle Pari Opportunità Vittorio Di Dio, presentazione del progetto DAI a cura di Agostina Zwilling.
Apertura dell’ASTA dell’opera realizzata e offerta da Agostina Zwilling con quadretti afghani ricamati a mano da Latifa (opera selezionata nel concorso internazionale "I fili che uniscono le donne").
Echi dalla terra degli aquiloni.
Storie e ritmi afghani, a cura di S. Modenini e M. Rubulotta.

"Fili che uniscono"
workshop con Agostina Zwilling, referente DAI Verona–Italia per l'acquisto dei quadretti afghani, in collaborazione con l’associazione Ishtar. Questo workshop offre l’opportunità di costruire un libretto tessile sperimentando una tecnica di tessitura, e/o ricamo, e/o tintura :shibori e/o tie and dye, di varie parti del mondo (Afghanistan, India, Messico e Giappone) con legature Japanese Style Binding.
7 giugno: laboratorio pagina di tessitura (max 10 adulti)
8 giugno: laboratorio pagina di ricamo (max 10 adulti)
13 giugno: laboratorio pagina tintura shibori (max 10 adulti)
14 giugno: laboratorio pagina tintura tie and dye (max 10 adulti)
7-8-13 giugno: laboratorio pagina di ricamo (max 10 bambini dai 7 ai 12 anni)

7-8-13-14 giugno
ore: 9.00-12.00 / 16.00-19.00 adulti (no 14 giugno pom.)
ore: 16.00-18.30 bambini (7-8-13 giugno)
ore: 15.00-18.00 adulti e bambini (il 7 giugno)

Contributo per i materiali: 8 euro (adulti) 5 euro (bambini). Su prenotazione.
Info e iscrizioni: tel.0458094411/4; e-mail:pariopportunita@comune.verona.it


I quadretti ricamati afghani sono il lavoro di donne del villaggio Laghmani.
Il villaggio è situato a circa 70 km a nord di Kabul e si trova sulla pianura Shomali a
un quarto d’ora dal capoluogo Charikar nella provincia Parwan.
Gli abitanti sono piccoli agricoltori che coltivano cereali, patate, uva sultanina e more
di gelso, da vendere dopo averle essiccate.
Hanno pochi animali dai quali prendono il latte per fare burro e yogurt.
La regione è irrigata grazie ai numerosi canali alimentati dal fiume Panshir.


L’iniziativa “Fili che uniscono le donne” si basa su un concetto interculturale.
I quadretti nascono in Afghanistan. Sono lavori completati che rispecchiano le
tradizioni locali ma sono anche la base di partenza e di stimolo per creazioni tessili in
Europa. Ogni quadretto ha bisogno di una persona europea che lo scelga e che lo
utilizzi per realizzare un oggetto finito che combini, non solo due tecniche, ma
permetta anche di unire culture diverse. In questo modo nascono in Europa borse,
copricuscini e coprilibri realizzati con un unico quadretto e corsie, arazzi , copriletti che
ne utilizzano molti.


“Fili che uniscono le donne” ha creato una risorsa lavoro concreta recuperando abilità
femminili accantonate e permettendo la rivalutazione del ruolo della donna nella
cultura sociale del luogo.
Le ricamatrici hanno fra i dodici e i cinquant’anni.
Solo le donne più anziane hanno imparato a ricamare durante la loro infanzia e la
maggior parte di loro non ha preso l'ago in mano da più di 20 anni a causa della
situazione politica-socio-economica del paese.
Le ragazze più giovani imparano dalle donne anziane la tecnica tradizionale del ricamo
che procura un piccolo reddito sicuro che garantisce loro la sopravvivenza.


“Fili che uniscono le donne” è un’inziativa della DAI Deutsch-Afganische-Initiaive, un’
associazione senza scopo di lucro con sede a Friburgo in Brisgovia (Germania). La
DAI mette a disposizione delle donne afghane tutto il materiale: telai, aghi, filato di
cotone/seta e la tela sulla quale ricamare con l’unica condizione che i quadretti
debbano essere tutti della dimensione di 8 x 8 cm. La DAI ritira periodicamente tutti i
quadretti prodotti, si assume l’onere e l’onore della vendita in Europa e paga
direttamente tutte le ricamatrici coinvolte nel progetto.
Le ricamatrici afghane sono libere di creare motivi tradizionali come quelli fini e
graficamente precisi del ricamo Kandahar oppure quelli floreali brillanti e colorati delle
coperte Susani. Alcune sono bravissime nell'improvvisare motivi personali e i quadretti
spesso diventano creazioni artistiche.


Se desiderate avere ulteriori informazioni sulla DAI consultate il sito:
http://www.deutsch-afghanische-initiative.de/
Se volete comprare dei quadretti ricamati, contattate
Pascale Goldenberg (Germania): goldenberg-freiburg@t-online.de
Agostina Zwilling (Italia): agozwi@tiscali.it

21 maggio 2008

Dal Corriere della Sera: gli Italiani e lo Stato

SE SI INVOCA LO STRANIERO

Ha ragione il direttore dell'Unità Antonio Padellaro a intitolare il suo fondo di ieri: «Meno male che c'è l'Europa». Sì, meno male che c'è, ma a una condizione: che noi italiani riusciamo a intendere davvero la lezione che essa da tempo ci impartisce, e che oggi si rinnova a proposito dei rifiuti in Campania e della condizione dei rom. Capire quella lezione vuol dire innanzi tutto non servirsene per regolare i conti con i propri avversari interni, per nascondere le proprie debolezze dietro la forza e l'autorevolezza altrui. Vuol dire rinunciare all'antica, sciagurata abitudine delle classi dirigenti della penisola di invocare l'aiuto dello straniero per avere la meglio sui rivali di casa, così suggellando la minorità propria e di tutto il Paese. Vuol dire, invece, meditare senza spirito di parte su ciò che l'Europa ci manda a dire. Per esempio sulle parole pronunciate l'altro giorno dall'eurodeputata Viktoria Mohacsi inviata appositamente da Bruxelles, la quale ha trovato i campi rom di Roma e Napoli in «condizioni tremende», ricordando che «l'Italia non ha chiesto neanche i soldi previsti dall'Ue per l'integrazione delle minoranze etniche» e infine accusando il nostro sistema giudiziario di aver «perso le tracce (sic !) da due anni di 12 bambini rom tolti ai genitori dal Tribunale dei minori perché accusati di accattonaggio». Ebbene, non sarebbe un gioco facile proprio sulla base di queste dichiarazioni (che traggo dalla cronaca della stessa Unità ), non sarebbe facile ricordare che fino a prova contraria Roma e Napoli sono state governate negli ultimi 15 anni da giunte di sinistra, le quali hanno preferito evidentemente impiegare le loro risorse in modi diversi che per i rom (forse anche perché i rom non votano)? E non sarebbe altrettanto facile ricordare che evidentemente anche il governo Prodi è colpevole di essersi dimenticato negli ultimi due anni di chiedere i soldi dell'Ue destinati ai rom? O ricordare, a proposito dei 12 bambini scomparsi nel nulla, che in generale è proprio la sinistra che si precipita regolarmente a prendere le difese del nostro vergognoso sistema-apparato giudiziario, opponendosi a qualunque sua radicale riforma?
Sì, sarebbe un gioco facile, ma disdicevole e alla fine inutile. Perché in verità — si tratti dei rifiuti o delle disfunzioni della giustizia, ovvero delle altre mille questioni che suscitano contro di noi critiche e condanne dall'Ue o da altrove — è l'Italia, è il Paese nel suo complesso, sia quando a governarlo è la destra che la sinistra, che mostra la propria ormai trentennale incapacità di tenere il ritmo dei suoi principali partner, di eguagliarne gli standard fondamentali. E' tutto il Paese che da troppo tempo è incapace di dirsi la verità, di rinunciare al suo vizio antico dei rinvii o del lasciar correre, che da troppo tempo rifugge dal prendere i problemi di petto. Come non vedere però che ormai siamo vicini all'ultima ora? Adesso è il momento di capire che il bene collettivo e l'avvenire della politica passano attraverso un primo momento decisivo: il ristabilimento dell'autorità dello Stato. Cominciando in queste ore da Napoli: contro gli incendiari e gli istigatori di cacce all'uomo, contro la camorra, contro le amministrazioni locali incapaci o corrotte da mandare subito a casa. Senza riguardi per nessuno. Senza se e senza ma, e, bisogna sperarlo, con l'appoggio di tutti.

di Ernesto Galli Della Loggia, 21 maggio 2008

20 maggio 2008

Grissini saporiti

Un'idea simpatica per accompagnare un aperitivo.
Facili e veloci nella loro esecuzione.
Come base la pasta che si usa per fare l'Erbazzone.

INGREDIENTI:

250g di farina
15g. di burro
15g. di strutto
150g. di latte freddo
1 cucchiaino raso di sale

per la farcia: pancetta coppata o speck

semi di papavero e/o sesamo


Impastare velocemente (anche nel Bimby) finchè ben amalgamata poi far riposare in frigo mezzora.

Dividere la pasta in due e stenderla in due rettangoli.

Farcirne uno col salume (meglio se tritato), coprire con l'altro rettangolo di pasta , spolverizzare coi semi preferiti e ritagliare con la rotella tante striscioline larghe un dito.

Adagiarle arrotolandole sulla teglia ricoperta di carta forno e cuocere a 180/190° fino a doratura.


Simpatica l'idea di presentarli in un vaso di vetro oppure in singoli bicchieri alti come segnaposto per ogni commensale.

19 maggio 2008

A scuola con...

...questa volta con Palmiro Bruschi, Campione Italiano di gelateria nel 1994 e membro dell'Accademia della Gelateria Italiana dal 1997. E’ inoltre apparso in molti programmi televisivi Italiani ed ha preso parte ad importanti eventi nazionali ed internazionali. Ha servito grandi personalità, come l’attuale imperatore del Giappone, Filippo di Edimburgo, Ronald Reagan e poi quasi tutti i grandi artisti degli anni ’70 e ’80, come Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Valentina Cortese. Bruschi crede molto nello scambio culturale ed ospita sovente colleghi e in ogni parte del mondo è riuscito ad esaltare i sapori del territorio utilizzando i prodotti tipici come ingrediente prezioso per i suoi piatti quali: Gelato di Vin Santo e Cantucci, Gelato di Cioccolato con Brunello di Montalcino, Sorbetto di Brunello, Gelato al tabacco Kentucky, Gelato alla Trifola, Gelato di Vino, Gelato all'olio d'oliva extravergine, quest'ultimo preparato e assapporato nel pomeriggio: unico e squisito nel suo genere!

La mattina è trascorsa allegramente (Palmiro è un tipo molto gioviale, "toscanaccio" nell'animo e nelle battute) e a ritmo incalzante tra spiegazioni dettagliate su come si fa il gelato, la differenza con il sorbetto e la granita, la preparazione di spume, mousse, gelatine, cremosi, che poi la maggior parte di noi ha portato a casa. Poi, dopo una bella polentina calda che ci aveva preparato Gianfranco (molto pertinente, fuori diluviava alla grande!) e altre sue prelibatezze, di corsa tutti al lavoro per gelati e sorbetti, fatti in diverse macchine casalinghe per gelato, in modo da vedere e poter assaggiare le differenze perché, anche partendo dalla stessa base, ogni macchina manteca e fa un gelato diverso, sia nella consistenza che nel sapore.


Prossimamente, su questo blog, ricette e consigli su come fare un buon gelato in casa (ho già ordinato la gelatiera del ken!).
Grazie a tutto lo staff delle Tamerici che ancora una volta ha organizzato un evento grandioso con un personaggio di prestigio!

Lungo la via che collega Sansepolcro a San Giustino si trova la Gelateria Ghignoni, con un ampio dehor incorniciato da piante verdi ed un comodo parcheggio. Negli anni ‘70, Fosco e Giovanna Bruschi lavorano in Buitoni, quando lei decide di aprire un negozio di alimentari con
bar annesso. A 13 anni Palmiro è letteralmente un “fuori classe”, nel senso che non ama andare a scuola. Così i genitori decidono di farlo lavorare in negozio e lui si appassiona alla norcineria, andando ad imparare tutte le fasi di macellazione da un esperto del settore. Da questa esperienza nascono il desiderio e l’obiettivo di cercare sempre il meglio, i sapori originali. Dopo due anni, si rendono conto che, durante l’estate, il laboratorio rimane inattivo, visto che la norcineria è per i tempi freddi. Avendo già il bar, decidono di scommettere sul gelato. “Dal maiale alle mucche”, con questa battuta Palmiro spiega la sua evoluzione professionale, che lo conduce ad appassionarsi al gelato. “A 15 anni comprai il libro di Luca Caviezel e mi resi conto che era un mondo complesso. Proprio questo ostacolo mi diede lo stimolo per capire, per imparare”. Sceglie così di frequentare dei corsi pratici, dove “scopre” Fulvio Scolari. “Ci siamo conosciuti - spiega Scolari stesso durante un corso a Rimini 16 anni fa. Palmiro, giovanissimo, alla fine del corso mi chiede di poter fotografare tutti i lavori. Entusiasta, durante la notte torna a Sansepolcro per acquistare una videocamera e, al mattino, è di nuovo lì”. “Vedere la facilità con cui lavora - continua Palmiro - è incoraggiante!”. Oggi Bruschi ha perso il conto dei corsi frequentati, ha permesso una forte evoluzione al suo locale - anche grazie alla fattiva presenza della famiglia - e si impegna con costanza alla valorizzazione del gelato artigianale, in Italia ma anche all’estero. Nel mentre, Palmiro, che oggi ha 41 anni, è anche riuscito a formare una solare famiglia con la moglie Pina ed i tre figli, Enrico, Riccardo e Filippo.

18 maggio 2008

Riflessioni

Marito e moglie stanno guardando la tv quando mamma dice:
"Sono stanca, è tardi, penso che andrò a letto".
Va in cucina a preparare i panini per l’indomani, sistema le tazza per la colazione, estrae la carne dal freezer
per la cena del giorno dopo, controlla la scatola dei cereali, riempie la zuccheriera, mette cucchiai e piattini sulla tavola per la mattina successiva. Poi mette i vestiti bagnati nell’asciugatore, i panni nella lavatrice, stira una maglia e sistema un bottone, prende i giochi lasciati sul tavolo, mette in carica il telefono, ripone l’elenco telefonico e dà l’acqua alle piantine. Sbadiglia, si stira e mentre va verso la camera da letto, si ferma allo scrittoio per una nota alla maestra, conta i soldi per la gita, tira fuori un libro da sotto la sedia e aggiunge tre cose alle lista delle cose urgenti da fare. Firma un biglietto d’auguri per un’amica ci scrive l’indirizzo e scrive una nota per il salumiere e mette tutto vicino alla propria roba. Va in bagno, lava la faccia, i denti, mette la crema antirughe, lava le mani, controlla le unghie e mette a posto l’asciugamano.
"Pensavo stessi andando a letto"…. commenta il marito!!!
"Ci sto andando", dice lei.
Mette un po’ d'acqua nella ciotola del cane, mette fuor
i il gatto, chiude a chiave le porte e accende la luce fuori. Da’ un’occhiata ai bimbi, raccoglie una maglia, butta i calzini nella cesta e parla con uno di loro che sta ancora facendo i compiti.
Finalmente nella sua stanza, tira fuori i vestiti e scarpe p
er l’indomani, mette la vestaglia, programma la sveglia e finalmente si mette seduta sul letto.
In quel momento, il marito spegne la tv e annuncia:
"Vado a letto".
Va in bagno, fa la pipì’, si gratta il sedere mentre dà un’occhiata allo specchio e pensa:
"Che palle,
domani devo fare la barba"….e senza altri pensieri va a dormire.

Niente di strano non vi pare????

Ora chiedetevi perché le donne vivono più a lungo!!!
Perché sono fatte per i percorsi lunghi (e non possono morire perche’ prima hanno molte cose da far
e).

Crème caramel della nonna Lilli

Un dessert che mi ricorda le merende di quando ero bambina.
E che nei momenti di fretta o in mancanza di uova buone di contadino veniva sostituito con le famose buste Elah.
Ora non ci penserei più a farlo con le polverine magiche, soprattutto da quando ho trovato un contadino che mi dà latte fresco appena munto e uova fresche di gallina ruspante.
Ecco la mitica ricetta della mia mamma, semplicissima nella sua esecuzione.

INGREDIENTI:

8 uova
8 cucchiai di zucchero
1 litro di latte
aroma di vaniglia a scelta
(semi di baccello, estratto di vaniglia)
5 cucchiai di zucchero per il caramello

Sbattere delicatamente le uova con lo zucchero, poi aggiungere il latte a filo e la vaniglia. Si può fare a mano con una frusta, col Bimby a vel. 1 o 2, con un robot a velocità bassa, le uova non devono gonfiare o montare ma solo amalgamare bene, e non devono fare tante bolle o schiuma. Fare poi il caramello nel modo preferito: io lo faccio a secco, scaldando bene il pentolino, mettendo quindi un cucchiaio di zucchero che si caramellerà subito, aggiungendo poi altro zucchero quando il precedente sarà ben sciolto (fiamma medio/bassa), versarlo nello stampo scelto e rigirarlo in modo che si distribuisca bene, anche sui lati. Se si usa uno stampo in alluminio si può fare direttamente lì. Versare quindi il composto di latte filtrandolo da un colino e cuocerlo in forno a 110° per 45/50 minuti.Togliere lo stampo dal forno, lasciar raffreddare la crema a temperatura ambiente e poi riporla in frigo fino al momento di servirla, capovolgendola delicatamente dallo stampo (se necessario, passare un coltello a lama piatta tra la crema e il bordo dello stampo per verificare che si stacchi bene).

La ricetta della Crème Caramel, detto anche latte alla portoghese, risale addirittura all’antica Roma, dove veniva preparato come una crema non dolce ma piacevolmente aromatica, che in seguito venne addolcita con il miele; superato il Medioevo, questo dolce arrivò fino a Cristoforo Colombo che lo portò con se nella conquista del nuovo mondo. Probabilmente proprio per questo motivo la Crème Caramel (e tutte le sue varianti) è molto conosciuta nei paesi latini specialmente in Messico dove è largamente e superbamente preparata. Ma il diffondersi del suo nome francese, deriva dal fatto che, piu' recentemente, si sono radicate forti tradizioni nella preparazione della Crème Caramel nelle regioni meridionali della Francia, specialmente nella città di Tolouse. La Crème Caramel non viene chiamata nello stesso modo in tutto il mondo; è conosciuta infatti sia come “flan” nei paesi latino americani e in Spagna e “caramel custard” nei paesi anglosassoni. Sia il termine Crème Caramel che flan sono di origine francese anche se in francese “flan” sta ad indicare una crostata salata o dolce.
da giallozafferano.it

Il mio amico RobbyWash

ROBBY WASH: una palla di lavaggio ecologico ed economico!

Sono stata contagiata dal mio amico Giorgio e dal suo entusiasmo per questa novità proveniente dalla Francia. Una palla di gomma contenente delle biglie di macromolecole lavanti non inquinanti che durante il lavaggio attiveranno ioni che a loro volta attiveranno le molecole di acqua. Le molecole così attivate penetreranno più facilmente nelle fibre della biancheria, attaccheranno le molecole di sporco che si separeranno facilmente e saranno eliminate con l'acqua.
Grazie quindi alla combinazione unica di elementi fisico-chimici non inquinanti, Robby WASH dimostra di essere l'alternativa valida all'acquisto di detersivi per il nostro bucato!

Sarà vero?
Provare per credere!

http://www.robbywash.com/

Ecco la scheda tecnica:

Specificità e dati
Palla bianca circondata da una gomma sintetica antiurto blu o rosa, riempita di macromolecole (sfere lavanti). Peso medio della Robby Wash: 140g.

Composizione
Solfato di achile, componenti non ionici, sodio di metasilicato, carbonato di calcio, sodio di carbonato, olio profumato, acqua.

Funzionamento
Grazie alla combinazione di elementi chimici-fisici non inquinanti, la Robby Wash viene proposta come l'alternativa ai vostri acquisti di detersivi. Le sue macromolecole attivate si liberano man mano che procede il lavaggio ed emulsionano le macchie incrostate nella vostra biancheria, generando degli ioni che attivano le molecole di acqua. L'aumento del PH permette alle molecole attivate di penetrare più facilmente al cuore della vostra biancheria e di mescolarsi alle macchie. Grazie ai movimenti creati dalla vostra lavatrice le macchie si staccano agevolmente dalle fibre della biancheria e si rimuovono nell'acqua.

Vantaggi
Nessun elemento chimico dannoso.
Facile da usare.
Ecologica: 270g. di macromolecole equivalgono a 60Kg. di detersivo!
I vostri vestiti sono protetti (morbidezza e colori).
Ricaricabile, utilizzazione senza limiti.
Ipoallergenica: ideale per bambini e le persone con pelle delicata.
Economica: non c'è bisogno di acquistare più detersivo.
Scrive in un commento Roberto Braidotti, dell'azienda BLU Italia distributrice del prodotto:
E' vero che la pallina è prodotta in Cina ma la tecnologia è europea. Inoltre la pallina ha superato tutti i test molto severi delle normative europee, test anti-veleni, rohs...Per le macchie più resistenti abbiamo predisposto una polvere speciale da mettere nella vaschetta che amplifica il potere smacchiante della pallina e rende il bucato più bianco. Tutto sempre in modo assolutamente ecologico. Sarà disponibile dalla fine di settembre.

Per ulteriori info e acquisti rivolgersi a:

Roberto Braidotti
Class s.r.l.
Via Rovereto, 1 - 36030 Motta di Costabissara (VI)
Tel. 0444 971734 - fax 0444 973238
blu.italia (at) tin (dot) it