L’idea è venuta a Roberto Grattone e Agata Marchesotti, proprietari del
Caseificio e Agriturismo Vallenostra a Mongiardino Ligure in provincia di Alessandria, che ha lanciato un’iniziativa che ha immediatamente riscosso un grande successo: l’adozione a distanza di una pecora. Così come avviene per i bambini, ma negli ultimi anni anche per alberi o monumenti. Quelle di Roberto e Agata, però, non sono delle semplici pecore, ma sono quelle che producono il
Montébore, antichissimo formaggio della provincia di Alessandria la cui produzione però era stata interrotta dopo la II guerra mondiale. Alla Vallenostra hanno ripreso a farlo, unico posto al mondo. Ecco quindi che le pecorelle che producono il Montébore possono essere adottate, così che chi ama questo prodotto di nicchia può seguirne le fasi passo dopo passo.
Adottare una pecora è semplicissimo, basta andare sul sito del Caseificio e compilare l’apposita schermata indicando i propri dati e versando 100 euro. Con questo contributo il genitore adottivo riceverà una scheda dall’animale di cui si sta prendendo cura.
Roberto e Agata hanno proprio pensato a tutto, anche al raduno in cui avviene “l’incontro”. Una volta l’anno, nel giorno della festa del Montébore – si legge nel sito – le famiglie adottive (singole persone, interi nuclei familiari, gruppi di amici o associazioni) possono incontrare ciascuno la pecora adottata e vedere di persona come si produce il loro famoso formaggio, che è presidio Slow Food.
Oggi (5 luglio, ma si ripete il 12 e il 19) ci sarà la festa del Montébore del 2009 e si svolgerà a Sezzella, frazione di Grondona (Al). Anche quest’anno i genitori potranno fotografare la loro prole adottiva, prendere la quota di formaggio che ciascuna pecorella ha prodotto ma soprattutto si porteranno a casa il “boccolo”. Si tratta di un pezzettino della lana del loro animale che potranno conservare come ricordo della giornata (tagliarlo non provoca alcun dolore).
L’iniziativa della Vallenostra sull’adozione a distanza delle pecore ha suscitato talmente tanto interesse da superare i confini nazionali, così che la televisione pubblica tedesca, la ARD1, ne ha realizzato un documentario. Di Roberto Grattone e del Montébore si è occupata anche la ABC, facendoli conoscere negli Stati Uniti. La tv di Stato americana, in uno speciale sui prodotti caseari italiani, ha raccolto la sua dichiarazione sul glorioso passato del Montébore. “Questo formaggio lo mangiava Leonardo da Vinci. Era tra gli ingredienti del banchetto di nozze tra Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, che noi sappiamo frequentavano Leonardo”. La produzione del Montébore è cessata dopo la seconda guerra mondiale, quando le valli si sono spopolate e le tradizioni contadine sono state abbandonate. Solo nel 1999 Maurizio Fava, del presidio locale Slow Food, ha rintracciato Carolina Bracco, ultima depositaria della tecnica tradizionale, e ha ricominciato a produrre questo formaggio. Lo hanno seguito Roberto Grattone e Agata Marchesotti, che sono diventati ambasciatori del Montébore nel mondo. Oggi la cooperativa “Vallenostra” è l’unica produttrice al mondo del Presidio Slow Food Montèbore.
Adottare le pecore a distanza, per noi italiani, è una novità assoluta. Non è così invece per la Gran Bretagna, paese pioniere in questo genere di iniziative. Oltremanica esistono numerosi siti internet specializzati. Su www.adopt-a-pet-sheep.com l’adozione di una pecorella o di un agnello può diventare un originale regalo di Natale o di San Valentino. Al genitore adottivo viene inviato un biglietto con gli auguri natalizi o d’amore.
di Simona Verazzo, da Libero 05.07.2009Foto da Storie di pascolo vagante