IN TAVOLA - ON THE TABLE

31 maggio 2012

Cavatelli con pesto di piselli e fave


All'inizio del mese è partita un'iniziativa lodevole,  ideata e sponsorizzata da quattro bloggers:










La sfida è cucinare qualcosa di buono, bello e soprattutto sano. Scoprire nuovi ingredienti, approfondire la conoscenza del rapporto tra cibo e salute, affinare il gusto, evitare scorciatoie industriali, sperimentare, rispettare l’ingrediente nella sua stagionalità.
Seguire le indicazioni dei medici che si occupano di prevenzione di tumori e altre malattie gravi senza mai pensare che questo sia mortificante e triste, anzi, al contrario, pensando che sia prima di tutto un atto d’amore verso se stessi e poi verso chi ci sta vicino e mangia quello che cuciniamo.

Il gioco è semplicissimo, dichiara Stella, prima ospitante esordiente:

- ogni mese (il primo giorno del mese) il blog ospitante fa un post e lancia un ingrediente.
- chiunque può partecipare con una ricetta, c’è tempo fino a fine mese.
- non si vincono premi, non ci sono gare, non ci sono sponsor.
- a fine mese si fa la raccolta delle ricette.
- unica regola: seguire le indicazioni di questa tabella, dove ci sono tre colonne con gli ingredienti non permessi, gli ingredienti permessi ma non consigliati, gli ingredienti consigliati.

La tabella è stata decisa seguendo le indicazioni dell’Istituto dei Tumori di Milano e in particolare di questo libro. Gli ingredienti consigliati sono quelli che usano in Cascina Rosa nei loro corsi di cucina e nei loro progetti per la prevenzione (da anni si occupano di prevenzione dei tumori tramite l’alimentazione).

Parrebbe tutto chiaro e semplice, no?
Invece per me (o meglio, per i commensali che devo sfamare ogni giorno) è stato un parto tribolato :-).
Praticamente loro adorano e consumano tutto quanto non permesso o sconsigliato ... sono tutti uomini, principalmente carnivori (e non scrivo neanche che carne prediligono, già si è capito :-) e hai voglia a parlare di prevenzione, a far capire che ora sono giovani e forti ma il fisico incessantemente assimila le cattive abitudini, che poi si risvegliano e castigano quando meno te lo aspetti :-( ... senza voler fare l'uccello del malaugurio :-).
Comunque qualche piccolo sforzo si può e si deve fare, magari a piccoli passi e cercando di camuffare il camuffabile :-) 


 cavatelli fave piselli


porro/scalogno
una gamba di sedano
piselli freschi *
olio extravergine di oliva
pinoli leggermente tostati in padella
fave fresche o surgelate
menta o basilico

* 1 kg di piselli con buccia rendono circa 500 g di piselli sgranati


 cavatelli fave piselli

- Tritare lo scalogno ed il sedano, affettare il porro e mettere a soffriggere in un goccio di olio. Far appassire le verdure aggiungendo un goccio di acqua.
- Aggiungere i piselli, far insaporire ed allungare con un paio di mestoli di brodo fatto facendo bollire qualche buccia di pisello in acqua. Insaporire con mezzo/un cucchiaino di dado. Cuocere a fiamma bassa e con coperchio finchè i piselli sono teneri (se necessario aggiungere ancora brodo).
- Nel frattempo sbollentare le fave (già sgranate), raffreddarle subito in acqua ghiacciata e sbucciarle facendole scivolare tra le dita.
- Frullare un paio di mestoli di piselli cotti con foglie di basilico (o menta, se preferite un sapore più fresco) e qualche fava, aggiungendo anche qualche pinolo, allungando con del brodo per renderla fluida e cremosa. Il resto dei piselli in pentola saranno un ottimo contorno.
- Condire i cavatelli con la crema ottenuta, guarnendo con altri piselli, fave e pinoli (che nella foto mancano) ed un ciuffetto di menta o basilico.

... però siamo cascati sulla grattatina di parmigiano vietata :-) ... ma farebbe meno danno della ricotta affumicata grattugiata, permessa anche se non consigliata :-)

I Cavatiell fatti in casa per l'Abbecedario Culinario

 
 English recipe here


E chi avrebbe mai detto che avessi già pubblicato una ricetta molisana da ben quattro anni senza quasi essermene resa conto?
Già, perchè i cavatelli che avevo imparato a fare anni fa ad un corso di paste regionali con le mia care e adorate sorelle Simili, li avevo collocati in Puglia, forse influenzata dal fatto che per fare le tradizionali orecchiette si parte proprio dal cavatello.
Girovagando su internet alla ricerca di ricette per la nostra Rosa Maria (che fino alla mezzanotte di domenica 3 giugno ospita il Molise per l'Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA) ho scoperto che i cavatelli o cavatiell in dialetto molisano sono una pasta tradizionale di questa regione, successivamente acquisita da parti della Puglia. Rappresentano il piatto regionale per eccellenza di questa regione e soprattutto del suo capoluogo Campobasso, dove vengono serviti tipicamente con sugo di carne di maiale o con spigatelli (verdura simile al broccoletto/cima di rapa/friariello napoletano) e carne macinata (da Wikipedia).
Farli a mano è veramente semplice, quasi rilassante, ed anche i bambini si divertiranno, a farli prima e a gustarli poi. 

 cavatelli


Per 3/4 persone:

300 g di farina di semola di grano duro rimacinata
130/150 g di acqua a temperatura ambiente

Impastare brevemente, deve risultare un impasto duro altrimenti poi col riposo ammorbidisce troppo ed è più difficoltoso da lavorare. Lasciare l'impasto sulla spianatoia coperto da una ciotola a riposare per almeno mezzora.
 facendo i cavatelli

Prendere un pezzo di pasta e fare un rotolino di circa 1 cm. di diametro.
Con un coltellino staccare un piccolo pezzo che va premuto col pollice dell'altra mano contro la punta del coltello, poi schiacciare la lama sul tavolo ruotando brevemente e trascinando il cavatello verso il basso.




Mamo, che all'epoca aveva 10 anni, era un esperto nel farli :-)

Disporre i cavatelli su un canovaccio spolverato di semola o sulle apposite gratelle.
Se si lasciano seccare completamente (io li ho fatti e cucinati il giorno dopo) potrebbe servire qualche minuto in più di cottura.

 cavatelli

Altri suggerimenti per condire i cavatelli:


Black & White Wednesday - Week # 35

   
Yesterday was Sara's birthday,
first a nice walk in our charming sourroundings,
then a lovely lunch in her terrace overlooking the lake.

veggie centerpiece

An inviting colored centerpiece made of vegetables:
an artichoke, asparagus, cauliflower, green beans,
white lupins, cherry tomatoes, shallots, garlic, chili,
zucchini blossoms, radishes, heart-shaped chili peppers,
bay leaves, rosemary, sage, curly parsley.

veggie centerpiece

a cute fresh garland as placeholder
made with some flowers of her garden

sara's place

an evident greeting card,
will she guess our b'day present?

greeting card

a complete table set for 36,
no doubt she's going to be ready to invite us with husbands next year :-)

gift

the delicious fruit cake made by Sara,
bananas, strawberries and cherries to go,

Happy B'day, Sara!

fresh fruit cake






For lovely Susan and BWW, her weekly culinary photo event,
this week guest hosted @  A Wandering Ladle

29 maggio 2012

Maccheroni con la mollica per l'Abbecedario Culinario


 scroll down for English version


Il Molise è la regione meno estesa e meno popolata dopo la Valle d’Aosta. Ed è la più giovane del Paese, essendo stata istituita nel 1963 dalla divisione della regione "Abruzzi e Molise". Due sono le province interessate: Campobasso ed Isernia. Ed è proprio con una gita virtuale ad Isernia che Rosa Maria  apre la sua casa per ospitarci con quante ricette riusciremo a preparare per questa regione, l'ottava sulla lista dell'Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA, fino a domenica 3 giugno (quindi c'è ancora tutta la settimana per impegnarsi a partecipare :-).
La cucina molisana è sinonimo di semplicità e genuinità, legata alle tradizioni e alle risorse della sua terra. La mollica di pane, forse il cibo più povero in assoluto, è un ingrediente molto ricorrente, viene utilizzato per condire la pasta dopo una leggera soffrittura, come condimento aggiuntivo in  contorni, secondi piatti a base di pesce, ed ancora come ripieno nelle più variegate pietanze.
Pur nella sua semplicità di esecuzione e presentazione, questa pasta è notevole e gustosissima, un'ottima scelta anche per far bella figura con ospiti di riguardo.
In realtà sono spaghetti, o meglio vermicelli (Garofalo, naturalmente :-), ma la confusione lessicale ha origini antiche, quando con il termine maccheroni si intendeva genericamente ogni tipo di pasta, e la prima apparsa era lunga. Solo negli ultimi due secoli si è pensato a termini specifici per ogni tipo di pasta prodotta, con l'avvento anche di più trafile per i vari formati specifici. In ogni caso il termine generico maccheroni è usato molto più spesso all'estero, dove è anche assimilato a quello di spaghetti e inteso quasi come un sinonimo di pastasciutta se non addirittura di pasta (non a caso, ancora oggi, talvolta, i migranti italiani in Francia vengono chiamati in senso dispregiativo les Macaronis).
Ricetta da Cucina Regionale.


 maccheroni con la mollica


Per 4 persone:

400 g di pasta lunga (bucatini, linguine, spaghetti, vermicelli)
mollica di pane raffermo sbriciolata fine
olio extravergine di oliva
uno spicchio di aglio
prezzemolo tritato
sale

 maccheroni con la mollica 


- In una padella rosolare l'aglio intero nell'olio finche ben dorato, eliminarlo ed aggiungere la mollica. Farla dorare girandola spesso e facendo attenzione che non bruci (tutto questo nei 10 minuti di cottura della pasta).
- Scolare la pasta al dente e condirla con la mollica ed abbondante prezzemolo, aggiungendo ancora dell'olio a crudo se necessario (io l'ho spadellata con metà mollica e metà l'ho poi aggiunta alla fine).


Crumble Macaroni


Breadcrumbs is perhaps the poorest food but very often the main ingredient in various preparations, from pasta to main dishes of fish or meat, or as a filling for vegetables.
Despite its simplicity of execution and presentation, this pasta is great and very tasty, a good choice to make your guests comfortable (and have a
good impression with your kitchen :-)..
We call it maccheroni but they are spaghetti, or a long cut pasta anyway, but the lexical confusion has ancient origins, when the term macaroni was generally meant for any kind of pasta, and long cut was the first to be known. Only in the last two centuries specific terms have been given to each type of pasta, as more different shapes and sizes developed. In any case, the generic term macaroni is used much more often abroad, as it refers to spaghetti and/or general pasta (in fact, even today, occasionally, Italian migrants in France are called les macaronis in a derogatory sense).


maccheroni con la mollica


 Serving 4:

400 g long cut pasta (bucatini, linguine, spaghetti, vermicelli)
finely crumbled stale bread
extra virgin olive oil
a clove of garlic
chopped parsley
salt



 maccheroni con la mollica
 
- In a large pan fry garlic in oil until golden brown, remove and add breadcrumbs. Fry until golden brown, stirring and making sure it does not burn (you can do this  while pasta is cooking, normally 10 minutes).
- Drain pasta al dente and season with parsley and bread crumbs, adding a little more oil if necessary (I have quickly sautéed pasta in the pan with half breadcrumbs, then added the remaining).




This recipe is also my entry to this week Susan's YeastSpotting.

27 maggio 2012

Marmellata di fragole al profumo di sambuco - Elder Scented Strawberry Jam - WHB # 335

   
Sì, lo so, mi state già bacchettando perchè questa non si dovrebbe chiamare marmellata ma confettura ... ma che ci posso fare se a me piace più il termine marmellatoso? ... che mi fa venire in mente una vecchia e simpatica canzoncina dove per l'appunto la prima frase del testo era Chi ha rubato la marmellata? ... e mi si materializza l'immagine di un bambino pacioccone stragoloso con le mani infilate nel brattolo e la bocca tutta sporca di morbido e sciropposo nettare fruttifero?
Comunque sia e la vogliate chiamare, ho provato ad unire qualche fiore di sambuco, che ancora sta fiorendo e profuma l'aria intorno alla mia casa (e poi qua piace tanto, si continua la produzione di sciroppo e ho sperimentato anche a mettere in infusione un vaso di limoncello al sambuco, fra un paio di settimane l'esito liquoroso :-) a delle fragole profumatissime e buonissime di produzione locale (quindi ancora più gradite :-): il risultato ha superato le aspettative!
Certo, dovete amare e gradire questo fiore ed il suo dolce gusto ... io sto già pensando a qualche nuova idea, prima che la fioritura svanisca del tutto :-).


 fragole e sambuco


Per 6/7 vasetti da 250 g cad.:

2 kg. di fragole mondate e lavate
1,2 kg. di zucchero
buccia e succo di mezzo limone
2 fiori grandi di sambuco


 fragole e sambuco


- Tagliare le fragole a pezzetti e sistemarle con lo zucchero in una padella bassa e larga (o nell'apposita bassine à confiture) e portare a bollore, lasciare cuocere pochi minuti quindi togliere dal fuoco, coprire col coperchio e lasciare riposare tutta la notte.
- Il giorno dopo aggiungere il succo del limone e la scorza, riportare a bollore e cuocere a fiamma vivace circa mezzora, schiumando se necessario. La marmellata sarà ancora morbida, se preferite una consistenza più solida, scolate le fragole e fate bollire lo sciroppo sempre a fiamma vivace ancora per 10/15 minuti, poi riunite alla frutta.
- Delicatamente strofinare fra le dita i fiori di sambuco in modo che i fiorellini bianchi cadano nella marmellata, date una mescolata ed invasare a caldo in vasi sterilizzati in forno e sterilizzare (anche se io di solito metto i vasetti caldi capovolti a raffreddare).
- Conservare poi in luogo fresco e buio.


fragole e sambuco


Elder Scented Strawberry Jam

I tried to join some elder flowers to fabulous strawberries so scented and delicious (and most of all locally produced :-) I bought the other day: the result has exceeded our expectations! Of course, you must love the sweetness of this flower ... it is still flourishing and perfuming the air around my house, and as we love it very much (but how could you resist to this generous gift from mother Nature?) we keep on syrup's production and tried also let it soak for Elder limoncello, will tell you in a couple of weeks is my experiment worths the work :-) ... and already thinking about some new idea, before the bloom fades completely :-).


 fragole e sambuco


For 6/7 jars, 250 g each.:

2 kg. strawberries
1.2 kg. sugar
zest and juice of half lemon
2 large
elderflowers


 fragole e sambuco



 

- Wash and dry strawberries, cut off stems and dice into small pieces. Combine in a large pan with    sugar (or in a bassine à confiture) and bring to a boil, cook a few minutes then remove from heat, cover with a lid and let stand overnight.
- The next day, add
lemon zest  juice, bring to a boil and cook over medium/high heat about half an hour, skimming if necessary. The jam will still be soft, if you like a more solid texture, drain strawberries and set aside and boil the syrup (always at medium/high flame) for 10/15 minutes more, then combine with the fruit.
- Gently rub between your fingers elderflowers so the little white flowers will fall into the jam, give a mix and pour into hot sterilized jars,
close with lids and sterilize for about 10/15 minutes from boiling water (but I just turn upside down jars to cool).
- Store in a cool and dark place.



every week

This recipe is my personal entry to WHB # 335
  hosted by Simona from Briciole
 both Italian & English edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!
Who's hosting
WHB Rules

23 maggio 2012

Black & White Wednesday - Week # 34


News are very sad in these days from Italy, 
to Nature's unpredictable and totally unescapable force,
following the predestined and inevitable course of life,
often so unfair, 
that sooner or later will knock at your door
and pick you up to a better place.

Goodbye my beloved friend,
we'll meet again one day

tavola pasqua chez lella

and share more and more lovely moments around your happy colored festive table,

aperitivo pasqua chez lella

we'll toast again  to a new life,

 figolli

free and peaceful as the little doves you liked so much.




For lovely Susan and BWW, her weekly culinary photo event,
this week guest hosted @  When My Soup Came Alive

20 maggio 2012

I Testaroli per l'Abbecedario Culinario


Li ho sempre comprati in Autogrill, percorrendo la A10 Genova-Ventimiglia, scoprendo però che sono una specialità della Lunigiana, terra di confine tra Liguria e Toscana,  nella Riviera opposta. Della quale fa parte anche la Val di Vara, alla quale sono ormai irrimediabilmente legata da un lunghissimo ma resistentissimo filo di solidarietà dopo la tremenda alluvione dello scorso ottobre, quando una piena improvvisa travolse due Case famiglie della Cooperativa Gulliver, lasciando in mezzo a un bosco, di notte, una ventina di bambini e ragazzi e chi li accudiva. Trascinati dall'operosità generosa di Patrizia, è nato un gruppo su FB che ha saputo organizzare raccolte di ogni genere e cosa per aiutare questi fanciulli: sono stati raccolti fondi a Milano e Roma in occasione di mercatini natalizi, sempre sotto la guida di Patrizia è nato I-Kitchen, un libro di ricette presentato a fine aprile a Milano e qualche giorno fa a Genova, acquistabile on-line (se non l'avete già fatto, questo è il momento buono :-). Per quel libro avevo mandato la ricetta degli Scialatielli, ma forse i testaroli sarebbero stati più appropiati delle tagliatelle amalfitane :-).
Dicevo, li ho sempre presi in autogrill, attratta da questo disco di pasta sottovuoto, che mi ha risolto più di una volta e velocemente il pensiero della cena.
La domanda perchè non provare a farli è nata spontanea e l'Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA, con la sua fermata in Liguria mi ha dato la spinta giusta per provarci.

I Testaroli sono una pasta antica, forse i veri antenati di tutte le paste, diffusi già in epoca romana.
Si può dire sinoa un pane azzimo, di forma circolare e sottile.  Il suo nome deriva da testo, il particolare recipiente in cui vengono cotti, sulla brace del camino, dapprima fatto in argilla poi in ghisa. Sono fatti con una pastella di semplice farina (probabilmente farro alle origini), acqua e sale. Una volta cotti nel testo vengono tagliati a losanghe e poi tuffati a rinvenire nell'acqua bollente, quindi conditi a piacere, anche se la tradizione li vuole col pesto. Ma sono ottimi anche solamente con un filo di olio ed una spolverata di grana o pecorino.
Posseggo un attrezzo simile, in ghisa, non mi ricordo se piemontese od emiliano, ma ha un diametro piccolo ed avendo fatto dose doppia ci avrei messo delle ore per prepararli, oltre a dover accendere il camino, quindi mi sono affidata con più scioltezza alla pentola antiaderente mia preferita (e non me ne voglia il signor Rugggio di Bagnone, che diffida chiunque dal chiamarli testaroli se non sono cotti nel testo :-)
 La fatalità ha voluto che proprio l'altro giorno, al termine del TG2, la loro rubrica di gastronomia Eat Parade parlasse appunto dei testaroli (qui il video) ... ero quindi più che predestinata a farli!
Il Testarolo è diventato presidio SlowFood pochi anni fa (anche se limitato alla zona toscana della Lunigiana) ed è stato un protagonista vivace nel 2010 al Salone del Gusto di Torino.

Le ricette che girano in rete sono molto simili tra loro, mi sono  basata su quella di Umberto Curti, pubblicata recentemente anche nel suo libro Focaccia, farinata e finger food.

 testaroli al pesto

Per 4 persone:

400 g di farina mista (metà grano duro, metà tenero) *
un cucchiaino scarso di sale
1 litro scarso d’acqua tiepida
* io ho messo 200 g di semola rimacinata, 100 g di farro, 100 g di farina 0

facendo testaroli

In una ciotola unire le farine al sale ed aggiungere l'acqua a filo, mescolando bene con una forchetta o una frusta in modo da non formare grumi ed avere una pastella fluida tipo quella per le crepes. Lasciare riposare a temperatura ambiente per un'oretta. Se ci sono grumi setacciare con un colino.
Scaldare bene la padella, poi fuori dal fuoco strofinarla con un pennello intinto in poco olio extravergine di oliva, versare uno o due mestoli di pastella (dipende dalla grandezza della padella, la mia era circa 30 cm e mi servivano due mestoli) partendo dal centro e poi facendo arrivare la pastella fino ai bordi girando la padella come per fare le crepes. Riporre sul fuoco a fiamma vivace, coprire con coperchio e far cuocere qualche minuto, 4 o 5, quindi girare il testarolo e lasciarlo cuocere anche dall'altra parte quasi un paio di minuti. Dovrebbe venire un disco spugnoso di circa 3/4 mm di spessore come nella foto.

 testaroli al pesto

Lasciare raffreddare su un tagliere e proseguire con la cottura degli altri testaroli. Per velocizzare la cottura si possono usare due padelle contemporaneamente.
Si possono fare il giorno prima, sigillandoli nella pellicola trasparente mettendo un foglio di oleata o pellicola tra uno e l'altro e conservandoli in frigo.

 testaroli al pesto

Al momento dell'uso tagliarli a losanghe o a quadrotti.
Mettere l'acqua a bollire, salarla e quando l'acqua bolle spegnere il fuoco. Versare i testaroli ed aspettare che tornino a galla, neanche un paio di minuti. Scolarli bene e condirli a piacere.
Li ho serviti come vuole la tradizione, col pesto alla genovese.

testaroli al pesto

testaroli al pesto
  

19 maggio 2012

Una gita a Bordighera, gustando ottimi calamari, per l'Abbecedario Culinario


Non ho mai avuto un particolare feeling con la Liguria, mi ha sempre dato una sensazione inquietante quella piccola striscia di terra che lambisce il mare, dalla sabbia scura e ciottolosa, con i binari della ferrovia quasi a toccare dove si infrangono le onde, ed alle spalle le colline che salgono erte a circondarla come per proteggerla da possibili improvvisi disastrosi fortunali. E' anche vero che la conosco poco, ci sono sempre stata di passaggio per raggiungere la più dolce Côte d'Azur, e le mie brevi visite si limitano a  Portofino e le Cinque Terre, peraltro luoghi incantevoli, ed una toccata e fuga a Sanremo. Oltre a Genova, dove sono ritornata anche l'anno scorso per rivisitare l'Euroflora, la quinquennale mostra florovivaistica più grande d'Italia. Questa volta ho trascinato quasi a forza (ma era il prezzo da pagare per poi proseguire per l'Elba :-) anche i ragazzi più piccoli, che sono rimasti poi felici e contenti delle meraviglie colorate e profumate che hanno visto. E affascinati lo siamo stati tutti dopo la visita, quasi irrinunciabile visto che era a due passi due di numero dal nostro albergo, al mercato orientale, un brulichio di sapori e profumi, un cicalecchio gioviale, una voglia irresistibile di trascinare un carrellino pieno di invoglianti primizie e bontà locali :-). E poi la colazione in una delle pasticcerie storiche della città.
Ecco, appunto di Genova mi ha sempre sbalordito l'autostrada che passa praticamente quasi in centro città, si incanala stretta tra i condomini arruffati uno vicino all'altro (al mio grande dilemma non ho ancora trovato risposta: ma sono state costruite prima le case o l'autostrada?), c'è una curva addirittura andando verso ponente che se presa troppo allegramente si rischia di entrare dritto nel salotto di quelli che abitano ai primi piani :-).

 spiaggia

Recentemente guidavamo tranquilli in direzione Francia, era quasi ora di pranzo e un certo languorino si faceva sentire a piccoli borbottii. La decisione è stata rapida e fulminea, usciamo a Bordighera (che ho imparato essere il comune più a meridione della Liguria), così poi facciamo l'ultimo tratto di litoranea fino al confine. 

 ristorantino spiaggia

Non so se il navigatore era impazzito, ma ci ha fatto fare una stradina a serpentina così scoscesa per arrivare giù al mare che mi sembra quai impossibile non esista un variante. Una piccola passeggiata sul lungomare deserto e scalfito da un vento poco primaverile (ma quanto mi piace però il mare fuori stagione!), il passaggio del treno così vicino da riuscire quasi a toccarlo, uno scorcio alla caratteristica chiesetta di Sant'Ampelio, patrono della cittadina.

sant'ampelio

Bordighera, chiamata anche regina delle palme, gode di un clima privilegiato che le regala inverni miti ed estati fresche e ventilate. Ciò ha permesso negl anni uno sviluppo eccezionale di una ricca e folta vegetazione, dai profumi e colori inebrianti, dove la macchia meditarranea si confonde con quella tropicale, con spesso essenze rare portate nei secoli addietro dai marinai fenici prima e poi dai botanici dell'800 dai loro viaggi in Oriente.
A fine '800 si inaugurò la linea ferroviaria Grand Express Calais-Roma e, complice anche la pubblicazione del celebre romanzo di Giovanni Ruffini "Il Dottor Antonio", avvenuta ad Edimburgo nel 1885, gli inglesi rimasero affascinati dalle bellezze di questa cittadina e soprattutto dal clima, tanto da sceglierla come loro residenza d'inverno. Cominciarono così ad arrivare intellettuali ed aristocratici da ogni parte d'Europa: l'architetto Garnier, il botanico Winter, Monet, Pasteur, il banchiere Bischoffsheim (che ospitò anche la Regina Margherita nei suoi primi soggiorni bordigotti), De Amicis ... lasciando tracce indelebili del loro passaggio (come il Museo Bicknell, piccolo giardino di rarità botaniche) ... Bordighera divenne così cosmopolita, e noi possiamo solo immaginare come potesse essere la vita mondana di allora con le feste da ballo nelle grandi ville od alberghi, le partite ai circoli di tennis (nel 1878 gli inglesi fondano il Lawn Tennis, primo club italiano e secondo in Europa dopo Wimbledon), le passeggiate o cavalcate in campagna, i raffinati picnic in quelle meraviglie fiorite (il sentiero del Beodo è una vetrina di mimose, ginestre, piante grasse ed un'infinita varietà di palme).
 
fiori e rocce


E poi ancora il Paese Vecchio, antico borgo arroccato fondato nel 1471, circondato ancora da mura mediovali. Tre porte permettono l'entrata e la scoperta di vicoli e vicoletti (i tipici carrugi) e piazzette caratteristiche, dove si affacciano botteguccie, ristorantini e caffè, e dove d'estate si tengono manifestazioni e spettacoli all'aperto.

tetti liberty
E poi, a naso, la scelta cade su un ristorantino dal nome quasi seducente Le Chaudron (il calderone, ma non è più soave detto in francese? ... o è la nostra tipica italiana esterofilia che ce lo fa piacere di più?) ... ma siamo a due passi dalla Francia e comunque sia, la scelta non poteva che essere più fortunata.

entrata esterno

Ambiente piacevole e confortevole, curato nei dettagli, rustico ma con garbo raffinato.

 sala

tavola

tavola

Appena seduti, un piccolo assaggio di benvenuto con una fresca bollicina piemontese, 
una carineria che apprezzo sempre molto volentieri.

aperitivo

Uno sformato di carciofi per me e tonno fresco in crosta per il marito,
entrambi ottimi.
(devo recuperare la foto del tonno :-)

sformato di carciofi

 Pane fatto in casa, ottimo.
Poi ci siamo divisi una dekicata frittura di scampi e calamaretti,
accompagnata da confettura di cipolle.

piccola frittura mista

 E il marito ha proseguito con i calamari alla piastra,
presenti anche nel menu bordigotto,
veramente eccellenti.

 calamari alla piastra

Abbiamo pasteggiato con le bollicine piemontesi dell'aperitivo,
la lista dei dolci era molto invogliante,
ma mi sono limitata ad un carpaccio di ananas,
per il marito caffè e sambuca.

Prezzi medi o qualcosina in più se si mangia alla carta
(noi abbiamo speso 90 eu),
ma c'è la possibilità di  gustare il menu del giorno per 25 eu, bevande escluse.

 menu del giorno

Ristorante Le Chaudron
 Piazza Bengasi, 2 - 18012 Bordighera
  Tel.: +39 (0)184263592




Ed ora la ricetta per l' Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA, ospitato in questi giorni da Kri: c'è ancora tempo fino alla mezzanotte di domani per mandare le ricette  di questa regione.
Non so se posso chiamarla propiamente ricetta, visto che è una semplice cottura alla griglia :-).
Aromi per la marinata a proprio gusto, l'abbinamento col rosmarino è una libera interpretazione di Simone Rugiati.


Ingredienti:

calamari piccoli
rosmarino
olio extravergine di oliva
sale/pepe
aceto balsamico

Pulire e lavare i calamari, con la punta del coltello incidere leggermente la parte superiore con dei tagli incrociati (avendo i calamari come una seconda piccola pelle protettiva queste incisioni faciliteranno una cottura uniforme, parola di Simone :-). Disporli su un piatto, cospargerli con aghi di rosmarino, poco sale e pepe, una bel giro di olio e con le mani amalgamare la marinata. Coprire con pellicola e trasferire in frigo a riposare (almeno mezzora).
Scaldare bene la padella in ghisa o la piastra apposita (questa grigliatona della Ballarini è eccezionale) sul fuoco, cospargere ancora di rosmarino e cuocere i calamari da entrambi i lati per qualche minuto. 
Servire con un'insalatina novella di stagione ed una riduzione di aceto balsamico, facendolo rapprendere a fiamma semivivace fino alla densità desiderata.

18 maggio 2012

Elder Syrup - Sciroppo di sambuco - WHB # 334


    
It's Elder time!

 fiori di sambuco-elder flowers

Not only roses are blooming in all their beauty in May...  Elder bushes (sometimes even taller and robust as trees) are so generous during this month, giving hundreds of delicate flowers, filling the air with their sweet fragrance. It's an explosion of loveliness for the sight and the smell: driving along the roads and motorways you can admire amazing blooming bushes everywhere.
I am lucky I have numerous behind my house, they neatly grew forming a sort of hedge degrading along the little valley, and the wind gently flow their scent to my garden, a paradise to enjoy while gardening or just have a little rest outside.
Elderberry (Sambucus nigra) is a common plant in the countryside and in uncultivated areas, it grows up to an altitude of 1200 mt. It's considered a shrub but can grow very large, wide and high, even more than 5 meters! Small white flowers gather in inflorescences shaped like umbrella and blooms in late spring and early summer. In autumn, the berries ripen, very rich in vitamin C and ideal to prepare a very good jam (but do not eat them raw, they are toxic!). The flowers are good in salads and fruit salads, too, or you can fry like wisteria and acacia. Infusion of elder flowers is excellent in the treatment of colds. The decoction of the berries is a good laxative.
Elder gives dyes of various colors: black from the bark, green from leaves, blue or purple from flowers and dark red from berries, often used to color red wine.
The trunk gives a soft and white wood, usually used to build small objects such as combs, spoons or wooden toys. In the past children used to make whistles, blowpipes and peashooters using the branches.
In the past magical powers were attributed to elder tree against devils and witches. In fact every house had one in the garden. Nowdays an elder tree near the house keeps flies out. Spread plants with a herb-tea made of elder leaves to prevent rust or mould.

Since long ago I have been making Elder syrup for my children, it's a nice refreshing drink when diluted in water and they all love it. Now they have grown up, but still they help me: some go collecting flowers, some prepare their own syrup in a more scientific/mechanical way (huge pot, addition of citric acid, transfer to bottles with the torch, machine capping, personal labels: my 3rd son Max, is very cool in hand-working), some just wait until the syrup is ready to enjoy ... it's a work even that! :-)


sciroppo sambuco 2010
 old production ... already drunk

 sciroppo sambuco max
  new production ... to be finished

For about 2 liters of syrup:


25 elderflowers *
1 liter water
1 kilo sugar
4 or 5 organic lemons 


* flowers should be collected away from busy roads, so to be as pure as possible from pollution and dust, a good opportunity to go for a walk

 facendo sciroppo di sambuco-making elder syrup

Melt sugar in boiling water for a few minutes. Let cool the add flowers (cut off unuseful stems), lemon juice and coarsely grated zest (no white part). Seal tightly with plastic film and cover with a kitchen cloth or aluminium (things get better in darkness :-). Leave to infuse 3 or 4 days, in the coolest place in the house. If it is hot, but it's not yet (unfortunately) in these days, best transfer to the fridge after the first day.  
Filter well, several times if necessary, first with a sieve (squeezing flowers by hands too) then through a linen cloth, pour into jars or bottles with a wide opening (using screw lids as jam's jars) and sterilize by placing in a pot to boil (covered by at least 5 cm. of water) for 15/20 minutes. Allow to cool in the water and then store in the pantry.

 sciroppo di sambuco-elder syrup

Once you open a bottle, keep in the fridge and drink in a few days. 
Must be diluted in water, sparkling or still to taste.
Or try as a nice aperitif with a sparkling rosè wine like our popular Chiaré.

cespuglio sambuco-elder bush

  Some other recipes with elder flowers:




Sciroppo di Sambuco


Dice una vecchia canzoncina: Cucù cucù, Aprile nonc'è più, è ritornato Maggio, al canto del Cucù!
E qua in campgna lo si sente davvero fischiare a tutte le ore del giorno :-)
Ma non solo il cucù è ritornato di questo mese ... i giardini si sono vestiti a festa e regalano orgogliosi stupende fioriture di rose di tutti i colori, e le campagne offrono invitanti cespugli giganti ( a volte anche alberi immensi) stracarichi di dolci e profumati fiorellini bianchi raccolti in bizzarre inflorescenze a ombrelli. Sono i fiori del Sambuco, una pianta rigogliosa e robusta che ho la fortuna di avere in numerosi esemplari proprio dietro casa, quasi a formare una siepe che degrada verso la valletta sottostante. Mi piace così tanto che resto sempre affascinata quando guido e ne scorgo a centinaia lungo le strade e autostrade, così carichi di fiori che mi verrebbe voglia di fermare la macchina per annusarne tutto il loro profumo e ... sì, sarei anche tentata di prenderne i fiori, se non fosse per l'aria infelice che respirano.
Il sambuco (Sambucus nigra) è una pianta molto diffusa nelle campagne e nelle zone incolte, cresce fino ad un'altitudine di 1200 mt. E' considerato un arbusto ma può raggiungere dimensioni notevoli, largo e alto anche più di 5 metri! Ha piccoli fiori bianco/panna raccolti in infiorescenze ad ombrella e fiorisce in tarda primavera e inizio estate. In autunno maturano le bacche, viola scuro, ricche di vitamina C con cuipreparare gustose marmellate (ma non mangiatele crude, sono tossiche!). I fiori freschi sono buoni anche in insalate e macedonie, oppure si possono friggere come il glicine e l'acacia. Si dice che l'infuso di fiori di sambuco sia ottimo nella cura del raffreddore. Il decotto dei frutti è un buon lassativo.
Dal sambuco si ricavano anche tinture di vari colori: nera dalla corteccia, verde dalle foglie, blu o lilla dai fiori e rosso scuro dalle bacche, che venivano usate spesso per colorare il vino di rosso scuro. Dal tronco si ricava un legno tenero e biancastro, usato solitamente per costruire di piccoli oggetti come pettini, cucchiai di legno o giocattoli. negli anni passati i bambini erano soliti farsi fischietti e cerbottane recuperandone i rami!
Nei tempi passati al sambuco venivano attribuiti poteri magici contro demoni e streghe, non a caso veniva spesso piantato nelle corti delle case. Ancora oggi si pianta il sambuco presso le finestre di casa, si dice attragga le mosche che così non entreranno all'interno. Si può fare una tisana con foglie di sambuco da spruzzare su piante soggette a muffe o ruggine.
E come ogni anno è tempo di preparare lo sciroppo, che qui va a ruba ... già, ho ragazzi molto golosi :-) ... ma anche bravi, ora che sono cresciutelli mi aiutano, chi raccoglie il sambuco, chi lo preparara col suo metodo scientifico (super pentolone, aggiunta di acido citrico, imbottigliamento col cannello, tappatura meccanica a corona, etichette personalizzate: quando ci si mette Max, figlio numero 3, è un portento nelle cose manuali!), che pigramente aspetta che sia finalmente pronto per goderselo ... eh già, è un duro lavoro anche quello dell'attesa! :-)


sciroppo sambuco 2010
vecchia produzione ... già estinta

 sciroppo sambuco max
 nuova produzione in fase di tappatura

Ripubblico volentieri la ricetta che avevo postato qualche anno fa, è quasi un orgoglio della casa :-)

Per circa 2 litri di sciroppo:

25 fiori di sambuco *
1 litro di acqua
1 kilo di zucchero
4 o 5 limoni bio


* i fiori vanno raccolti da piante lontano da strade trafficate, perchè siano il più incontaminati possibili da smog e polveri che le piante stesse assorbono facilmente, ottima scusa per una gita campestre

 facendo sciroppo di sambuco-making elder syrup

Sciogliere lo zucchero nell'acqua riscaldandola leggermente sul fuoco. Far raffreddare e unire i fiori, i limoni spremuti e le bucce precedentemente tolte col pelapatate (senza la parte bianca). Sigillare bene con pellicola e coprire con un canovaccio o dell'alluminio (il buio aiuta sempre nelle cose a riposo :-). Lasciare in infusione per 3 o 4 giorni, nel luogo più fresco della casa. Se fosse caldissimo, ma in questi giorni ancora non lo è, meglio trasferire in frigo dopo il primo giorno.
Filtrare bene, anche più volte se necessario, inizialmente attraverso un colino a maglia fine (schiacciando bene i fiori con le mani) e poi usando un canovaccio di lino, imbottigliare (vanno benissimo le bottigliette dei succhi di frutta con tappo a vite o quelle da conserva da mezzo litro, oppure anche i vasetti da marmellata) e sterilizzare mettendo i recipienti a bollire in un pentolone (coperti da almeno 5 cm. di acqua) per 15/20 minuti. Far raffreddare nella loro acqua e una volta freddi riporre in dispensa.

 sciroppo di sambuco-elder syrup

Una volta aperta una bottiglia, si conserva in frigo per qualche giorno. 
Si consuma diluito in acqua fresca, naturale o frizzante a piacere.
Indispensabile per preparare lo spumeggiante Chiaré in voga a Bardolino :-) 

 fiori sambuco-elder flowers

Altre ricette col sambuco:





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This recipe is my personal entry to WHB # 334
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