IN TAVOLA - ON THE TABLE

31 luglio 2008

Tanti auguri a...

....alla mia cara amica Lella!!!

A lei, che sta trascorrendo le vacanze in montagna alla ricerca di funghi,
un mare di auguri elbani ... ancora per poco ...

Bacionissimi ... e speriamo di rivederci presto!

30 luglio 2008

Fantasia di cheese-cake nel bicchiere

Non una cheese-cake classica, ma una libera interpretazione personale per meglio adattarla alla presentazione nel bicchiere: un'idea fresca e simpatica che combina colori e sapori diversi, che solleticherà i più golosi a fare il bis!





Ingredienti per 14 bicchieri:

260g di latte intero
250g di yogurt intero
250ml di panna fresca
3 fogli di gelatina Paneangeli
1 cucchiaio di zucchero
14/16 biscotti Pan di Stelle
10/12 biscotti Digestive
50/60g di burro morbido*
1 limone
marmellata
frutta a piacere (lamponi, ciliegie, fragole, fragoline di bosco, more, mirtilli, pesche, ananas, kiwi, melone, ...)

Base: tritare separatamente i due tipi di biscotti nel robot con metà del burro ciascuno. Prendere due cucchiaini abbondanti del composto e fare la base nel bicchiere, premendo col dorso del cucchiaino: si avranno basi neutre con i Digestive, al cioccolato con i Pan di Stelle. Riporre in frigo mentre si prepara la crema.

*se si preferisce una base più croccante non aggiungere il burro

Crema: mettere a bagno i fogli di gelatina in una bacinella con acqua fredda. Scaldare il latte con lo zucchero e quando ben caldo, poco prima che bolla, ritirare dal fuoco, versarlo in una ciotola e aggiungerci la gelatina ben strizzata, mescolare e far sciogliere bene. Lasciar raffreddare.
Aggiungere quindi lo yogurt. Montare la panna e aggiungerla delicatamente al composto, mescolando dal basso verso l'alto in modo che non smonti. Se piace, si può aromatizzare la crema con della buccia di limone grattugiata.

Riprendere i bicchierini e riempirli con un paio di cucchiai di crema ognuno. Mettere in frigo a rassodare per almeno un paio di ore.
Nel frattempo preparare la frutta tagliata in piccoli pezzi, eventualmente spruzzarla con qualche goccia di limone e qualche grano di zucchero.
In un pentolino scaldare qualche cucchiaio di marmellata con un paio di cucchiai di acqua e uno di succo di limone, mescolare bene, lasciare raffreddare un attimo e poi ricoprire con un leggero strato la crema bianca dei bicchierini (l'deale sarebbe usare le porzioni monodose di marmellata in modo da abbinare ogni marmellata al suo tipo di frutta).

Guarnire quindi con la dadolata di frutta mezzora prima di servire a tavola.


Questa ricetta partecipa all'iniziativa della Trattoria Muvara "Ricettario di Cheese-Cake".

Questa ricetta partecipa all'iniziativa di UniKa e Morettina "Ricette in un bicchiere".

28 luglio 2008

Torta di noci dell'Engadina


Un tempo nelle case contadine engadinesi si usava preparare la «fuatscha grassa», una torta di fine pasta frolla con tanto burro, per la domenica o per offrirla agli ospiti. I pasticceri engadinesi, la cui fama era giunta in tutta Europa, combinarono questa specialità con un’altra delizia engadinese, il crème caramel, e la completarono con un ripieno di noci. Nacque così la celebre ricetta tradizionale della «tuorta da nusch engiadinaisa», a tutt’oggi un dolce tipico che i turisti amano portare a casa in ogni angolo del mondo.
L'Engadina (in romancio Engiadina, tedesco Engadin, letteralmente Giardino dell'Inn) è una valle di montagna nel canton Grigioni. È una delle valli abitate più alte d'Europa ed è lunga 80 km. Traccia la prima parte del percorso del fiume Inn e si divide in due parti molto distinte tra loro (Alta e Bassa Engadina), che sono separate dalla Punt'Ota (ponte alto).

Ingredienti: 
per la frolla
300g di farina
150g di zucchero
180g di burro
1uovo
un pizzico di sale

per il ripieno
220g di zucchero
250ml di panna fresca
100g di noci
100g di mandorle pelate
100g di nocciole pelate
2 cucchiai di miele

Fare la frolla impastando brevemente tutti gli ingredienti insieme e lasciarla riposare in frigo per almeno mezzora.
Nel frattempo preparare il ripieno: fare il caramello seguendo le proprie regole (io lo faccio così*), aggiungerci la panna leggermente scaldata e mescolare bene. Si formeranno dei grumi che, riportati sul fuoco basso e mescolando con attenzione, si riscioglieranno. E comunque, anche serestano dei grumetti poi si sciolgono in cottura in forno. Togliere dal fuoco e aggiungerci il miele e la frutta secca tritata in precedenza.

Riprendere la frolla, stendere due terzi dell'impasto e ricoprire una tortiera lasciando un bordo alto 3cm. intorno. Bucherellare con la forchetta, metterci il ripieno e coprire con un disco della frolla rimasta, rivoltare i bordi e sigillare bene. Bucherellare leggermente anche la superficie, pennellare con uovo sbattuto e infornare a 180° per 50/55 minuti.
Aspettare che sia ben fredda per gustarla, meglio farla la mattina per la sera.

* mettere una casseruola dai bordi alti su fuoco medio e scaldarla bene, poi versarci un po' di zucchero e farlo caramellare, aggiungere ancora un po' di zucchero e mescolare bene, quando assorbito aggiungerne dell'altro e continuare così fino a zucchero finito.

Questa ricetta partecipa all'Abbecedario Culinario Mondiale per la tappa in Svizzera ospitata da Ivy.

St. Moritz Nut Cake

 
short crust pastry
300g plain flour
150g sugar
180g butter
1 egg
apinch of salt

filling
220g sugar
250ml fresh cream
100g nuts
100g peeled almonds
100g peeled hazelnuts
2 tablespoons honey
Knead shortly all ingredients together and let the pastry rest for at least half an hour in the fridge.
Prepare the filling: caramelise the sugar as you always do (my procedure*), add warm fresh cream, mix well together carefully (pay attention, hot sugar is terrible!). It might become lumpy, but putting the pot on low fire again lumps will melt quite all . Take off from fire, add honey and nuts, almonds and hazelnuts finely chopped.
Roll out 2/3 of the pastry and cover a cake tin (26 cm. diameter) leaving an edge 3 cm. high all around, prick the base with a fork, put the filling inside and cover with a disk of pastry.
Prick a little bit the surface, brush with beaten egg and cook at 180° for 50/55 minutes. Let it cool. Better if eaten the day after.
 * put a pot on fire and warm it, pour a little bit of sugar inside and it will caramelise immediately, then add another little bit, mix until caramelised, then some sugar again, and continue until all sugar is over.

This recipe participate to Red, White or Swiss by Zorra.

24 luglio 2008

Storia elbana: il santo pescatore



di Maria Luisa Trussardi

Se non fosse per quella sua Vespa da modernariato, con la frizione al minimo e l’acceleratore al massimo, che urla appena arriva al porto con una improbabile manovra, nessuno si accorgerebbe di lui. Un ometto sugli ottanta, maglietta blu stinto e pantaloni di tela pure stinta (ora sono di moda) tenuti su da una cinta logora, pescatore in pensione con 435,00 Euro al mese, qualche sovvenzione regionale, una casetta ai piedi della montagna con piccolo orto annesso, sei polli, otto conigli e qualche pesce invenduto regalato da nipoti e pronipoti perché lui non va più “a mare” e quelli pregiati dei tempi buoni ormai non se li merita. Racconta, racconta seduto su una vecchia sedia di legno compagna di altre cinque dove si appoggiano quelli come lui che dicono alla moglie “scendo al porto” ma in realtà scendono alla mescita di un bicchiere di vino “quello bono” che tutte le sere rende più allegra la vita. D’inverno si parte prima per vedere il tramonto (che infoca di rosso dietro la Corsica). Ma ora anche alle 8.30 è ancora presto. C’è però un vantaggio che turisti e villeggianti stanno tutti a casa e in albergo per la cena e si è soli potendo parlare e ricordare meglio senza essere disturbati dal fracasso del bar. Sta proprio lì accanto frequentato da quei giovani strani con pantaloni a metà gamba, canotta sfilacciata e ultimo motorino alla moda parcheggiato tra un tavolo e l’altro. Qui beveroni dai colori pastello con verdure e fiori di ornamento; lì da loro, i vecchi, dai bicchieri grossi di vetrone e solo vino che macchia anche vecchi vassoi di metallo dipinto un po' scrostato con pubblicità anni '50. Antico e nuovo,vecchio e giovane, si mescolano a lungo mare e anche al porto dove è attraccato uno yacht bellissimo con tanto di fiori sulla plancia accanto a una vecchia paranza di pescatori che a quest'ora ancora sonnecchiano tra i preparativi per salpare più tardi, verso le dieci, e tornare alle cinque del mattino. Il comandante, invece, beve champagne con gli ospiti che andranno a dormire quando loro stanno ancora lavorando sulla banchina con il pescato. E' così nei piccoli porti dove pesca e diporto non sono separati e per tutti valgono le regole della Capitaneria con i suoi ufficiali in divisa bianca, le più eleganti di tutti i dintorni. Lui là sulla sedia racconta di quando usciva “a mare” e si facevano pesche quasi miracolose perchè i pesci non erano così furbi come ora che cambiano il passo quando meno te lo aspetti e non li ritrovi manco se piangi. I ricordi vanno lontano quando era in funzione la tonnara che ora non c'è più, ma sono racconti del babbo e del nonno, perchè quando lui nacque già non c'era. Nel parlare si confondono le storie delle generazioni davanti a un bicchiere di vino e ci si dimentica anche del tramonto che ormai è quasi finito. Ma non si era scesi per quello? Si potrebbe passare dalla spiaggia, che è lì a due passi, e il tramonto si vede ancora ma lui non ci va,. Non c'è mai andato, forse una volta per stendere le reti che non ci stavano più sui moli. “Gli” è un luogo per gente di città che non capisce cosa è il mare vero e poi è tornata alla folla dalla cena per lo struscio serale. Non è cosa per uno come lui metà pescatore, metà contadino di montagna. Come tutte le sere al ritorno l'acchiappa quel sentimento della realtà, che è poi paura di non svegliarsi l'indomani mattina perchè l'età c'è e non si può cambiare. Mentre risale sulla Vespa, di nuovo rombando, si avvia verso casa ai piedi del monte.
C'è una lunga ripida salita, ma il motore ce la fa, l'ha fatto per tant'anni... e non c'è problema per il pranzo e la cena che anche d'inverno si mettono insieme con qualche fungo sott'olio raccolto a settembre e tutte le sardine sotto sale chè lo scatolone è ancora mezzo pieno. La cosa che lo preoccupa tanto è solo quella lì: che il brutto male abbia furia di prenderlo e non mollarlo più. Non è punto una colpa essere vecchi ma certuni ti guardano con compassione, addirittura con spregio, che ti fanno rimanere proprio male come se fossi di una razza maledetta. Il faro della Vespa talvolta si spegne, ma tanto si va a memoria. IL cancelletto, il cane, siamo arrivati. Se la notte non fa brutti scherzi, domani si va ancora “a giro” e si scende fino al porto. Il tramonto ci aspetta.


da Libero, 22 luglio 2008

23 luglio 2008

La vera istruzione? Scienza, letteratura e lavoro manuale

di Francesco Alberoni

Non daremo mai abbastanza importanza all' istruzione per l' individuo, per la società. Lo sanno bene le persone dotate di grande intelligenza che hanno incominciato a lavorare giovanissime e sono state frenate dall' aver fatto solo le scuole elementari o le medie inferiori. E pensiamo a quale immensa perdita avremmo avuto se Mozart o Verdi non avessero potuto studiare musica o Einstein fisica. L' istruzione è fra i primi doveri dello Stato verso i cittadini e dei genitori verso i figli. Tutti devono essere messi in condizione di poter partire per fare grandi cose, tutti hanno il diritto di sognare e di provare. Ma sbaglia chi confonde l' istruzione con il diploma, con il pezzo di carta che da solo dovrebbe garantirti un posto di prestigio, di comando. Quello che conta non è il titolo di studio, è il sapere nella sua interezza. Al Centro sperimentale di cinematografia vengono molti giovani per fare il regista e vorrebbero subito mettersi a dare ordini all' operatore, al direttore della fotografia, comandare. Invece devono imparare la storia, la teoria e devono lavorare anche loro alla macchina da presa, alla sceneggiatura, al montaggio, perché solo così padroneggeranno l' intero processo. E questo vale in ogni campo, in medicina dove devi stare accanto al malato, capirlo, o in economia dove devi prima imparare la teoria ma poi sperimentare la vita delle imprese, lavorarvi. Ma sbaglia anche chi confonde l' istruzione col pensiero astratto o con l' esperienza puramente virtuale. Anche qui un esempio semplice. C' è una differenza abissale fra guidare un' automobile in un videogioco e nella vita reale. Non per la guida in sé, ma perché nella vita hai a che fare con altre persone, le loro emozioni, e incontri la sofferenza, la morte reale. Se uccidi in un videogioco non succede nulla, nella vita sei un assassino. L' istruzione è completa solo quando la teoria si confronta con l' esperienza. Io sogno una scuola in cui si studiano rigorosamente tutte le materie letterarie e scientifiche, ma poi si fa anche sport, teatro, musica, e si imparano lavori manuali come l' elettricista, il falegname, il cuoco, il giardiniere e ci si confronta con il risultato. È solo coltivando una rosa reale che mi rendo conto di quante nozioni devo conoscere e di quanta cura, quanta vigilanza devo avere. È solo facendo le cose concrete e di fronte ai risultati che imparo la responsabilità. Un insegnamento che mi servirà per qualsiasi mestiere, qualsiasi professione poi io faccia.


Corriere della Sera, 16 giugno 2008

Gnocchetti d riso con crema di zucchine e pinoli

Io e Anto abbiamo voluto provare questa ricettina che ci ispirava molto, anche se io ero un po' scettica sulla buona riuscita degli gnocchi, avevo paura che venissero gommosi. Invece sono gnocchetti insoliti e originali, molto delicati e che si lasciano mangiare con gusto. Li abbiamo apprezzati e così i nostri ospiti, che ne sono rimasti soddisfatti e li hanno approvati appieno. Una valida alternativa ai classici di patate, e una rapida esecuzione per un'improvvisa voglia di gnocchi!

INGREDIENTI per 4 persone:

300g di acqua
100g di farina di riso
50g di farina 00
20g di burro
sale

3 zucchine novelle
200g di pomodori ciliegini
20g di pinoli
olio extravergine di oliva
1 spicchio di aglio o un cipollotto fresco
brodo vegetale

Portare a bollore l'acqua, scioglierci il burro, salarla e versarci a pioggia le farine mescolate e setacciate insieme. Mescolare bene con un cucchiaio di legno e tenere sul fuoco medio/basso finchè l'impasto si staccherà dalle pareti con un lieve sfrigolio e risulterà elastico. Togliere dal fuoco, versare sul piano di lavoro e lasciar intiepidire. Lavorarlo poi per pochi minuti e con poca farina formando una palla morbida e liscia.


Preparare quindi gli gnocchi: prelevare un pochino di pasta, fare un filoncino rotolandolo nella farina e tagliare tanti gnocchi piccoli appoggiandoli su piatti piani. Nel frattempo preparare il sugo: rosolare le zucchine tagliate a rondelle in una padella con olio e aglio spellato e schiacciato o il cipollotto tritato, salare e pepare, unire poi il brodo e portare a cottura per 15/20 minuti. Fare raffreddare, eliminare l'aglio e frullare il tutto aggiungendo foglie di basilico. Tagliare i pomodorini a pezzetti e tostare i pinoli in una pentola antiaderente per pochissimi minuti. Tuffare gli gnocchi in acqua bollente salata, quando a galla prelevarli con un mestolo forato e spadellarli delicatamente nella crema di zucchine.

Questa ricetta partecipa alla raccolta di Tatiana:

21 luglio 2008

Treccia al burro bernese




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Volevo partecipare all'iniziativa di Zorra per festeggiare con lei la Giornata Nazionale Svizzera e dunque ero alla ricerca di una ricetta adeguata all'occasione. Fortunatamente qui a Forno c'è una famiglia svizzera doc che da anni viene a trascorrere le vacanze in questa località. Non ho esitato ad andare a trovare Maria Sole e sotto l'ombrellone mi sono fatta raccontare un po' della cucina tipica svizzera. Mi ha dato spunti per svariate ricette, e quella che in primis mi ha colpito è stata questa treccia. Non ho avuto difficoltà a trovare la ricetta su questo sito svizzero, oltre ad altre notizie particolari sui pani caratteristici della nazione.





La treccia (Zopf) è la tipica pagnotta della domenica bernese. Alcuni ne fanno risalire l'origine ad una tradizione secondo la quale le vedove si tagliavano parte della treccia per seppellirla con il marito. Con il passare del tempo, invece della treccia di capelli, veniva seppellita una treccia di pane. La treccia – o Züpfe in dialetto bernese – è conosciuta in Svizzera dalla metà del XV secolo.






Ingredienti per 2 trecce:


1 Kg di farina bianca
200 g di burro
1 uovo
500g di latte
50 g di lievito di birra
mezzo cucchiaino di zucchero
3/4 cucchiaini di sale

Setacciare la farina in una ciotola, aprendola nel mezzo. Sciogliere il lievito nel latte freddo e aggiungere lo zucchero. Separare le uova, mettendo da parte il tuorlo. Aggiungere il bianco alla miscela latte/lievito, sbattendo delicatamente. Far sciogliere il burro. Aggiungere tutti gli ingredienti alla farina e amalgamare accuratamente. Ricoprire la ciotola con un telo da cucina e lasciare riposare per un'ora, un'ora e mezza in un luogo tiepido.


Dividere poi la pasta in quattro parti uguali (circa 450g l'una) e formare quattro lunghi rotoli, di circa 80cm. Ogni treccia viene fatta con due rotoli di pasta. Per fare la prima treccia, disporre un rotolo orizzontalmente sul tavolo e sistemare un secondo rotolo in modo perpendicolare al primo, formando una croce a braccia uguali.
Prendere l'estremità destra del rotolo orizzontale e farla passare sopra il rotolo verticale verso sinistra; prendere poi l'estremità sinistra e farla passare sopra l'altro rotolo verso destra.
Prendere le due estremità del rotolo verticale e fare lo stesso, portando le estremità dall'alto verso il basso e quelle in basso verso l'alto. Continuare alternando fino all'esaurimento della pasta.




Per un'alternitiva più semplice, "avvitare" due rotoli di pasta, come fossero una corda, piegando poi la pasta così arrotolata a metà e unendo le estremità.
Ripetere il procedimento per la seconda treccia.

Spennellare le pagnotte con il tuorlo d'uovo mescolato ad un goccio d'acqua.
Cuocere in forno per 40 minuti circa a 200-220° .

E' fantasticamente buona!!!


Questa ricetta partecipa all'Abbecedario Culinario Mondiale per la tappa in Svizzera ospitata da Ivy.




Swiss buttered plait – Swiss Zopf


This plaits the traditional Sunday bread in Berna.
The legend about it tells that once the widows used to cut a plait of their hair and buried it with their husband. Further on, they used to bury a plait of bread. This tipical bread, called Zuepfe in dialect, has been known in Switzerland since half XV century.

Ingredients for 2 plaits:

1kg plain flour
200g butter
500g milk
50g yeast
1 egg
half teaspoon of sugar
¾ teaspoon of salt

Sieve the flour in a bowl. Make a well in the middle. Melt yeast and sugar in milk at room temperature. Separate the egg putting the yolk aside. Add the qhite of egg (lightly beaten) to the milk misture. Melt the butter and then add all ingredients to the flour and work it well. Leave it to rise in the bowl covered with a tea towel for about 1 hour/1 hour and a half in a warm place.
Divide the dough in 4 piecies (about450g each) and form 4 rolls about 80 cm. long. Each plait is made with 2 rolls.
Making a plait: put one roll horizontally on the table and the second perpendicular to it forming a cross. Pass the right end over the cross to the left, then the left end over the cross to the right. Do the same in vertical, passing the top to the bottom and the bottom to the top.
Continue this procedure until the end of the dough.
Brush the plaits with beaten yolk mixed with a little bit of water,if you like you can add some sesame or poppy seeds on top.
Cook at 200/220° for about 40 minutes.


This recipe participate to Red, White or Swiss by Zorra.

Miracle Fruit

Con una bacca gli chef trasformano l'amaro in dolce



Lo chiamano Miracle Fruit,anche se il suo nome scientifico è Synsepalum Dulcificum, ed è l'ultima moda dell'alta cucina, almeno nel mondo anglosassone.

Originario della parte ovest dell'Africa, simile a una bacca rossa e grande come un acino di uva, e usato da tempo in Giappone, il frutto miracoloso ha il potere di trasformare il gusto in bocca.
L'amaro diventa d'incanto dolce. Contiene una proteina che inibisce temporaneamente la capacità delle papille nel recepire i gusti amari. Negli Usa era vietata l'importazione ma a New York e San Francisco ora spopola, in Gran Bretagna il sito che lo importa e vende (miraclefruit.co.uk) non riesce a soddisfare le richieste.

20 luglio 2008

Conservando insieme



Anche se sono ancora al mare e riuscirò ad essere nel pieno della mia produzione solo tra una quindicina di giorni, partecipo volentieri a quest'iniziativa del Gatto Goloso coi miei cavalli di battaglia:

- Marmellata di Cipolle di Tropea, ormai un classico delle mie conserve e in dispensa non manca mai, buona sempre e sempre apprezzata, meglio se gustata dopo 15/20 giorni dall'invaso. Si conserva bene per 6/8 mesi, anche senon è mai durata così tanto!

- Fichi brasati, ottimi coi formaggi, posso dire con certezza che si mantengono bene anche per un anno!

- Confettura di fragole al basilico fresco, è stata una rivelazione di quest'anno, non posso assicurare una lunga durata perchè... è nuova, nuova, ma di sicuro 6 mesi dovrebbe farli.

- Conserva di pomodoro cotta, sto ancora utilizzando i vasi fatti l'anno scorso, ne ho conservati ben 135 chili!!!

- Dado fatto in casa, si fa al momento del bisogno,ma mantenuti in freezer i vasetti durano anche 6 mesi.

- Sale aromatico, praticamente senza scadenza...se mantenuto in vasetti ermetici, ma è bello rifarlo spesso con aromatiche fresche ogni volta. Comunque sto utilizzando ancora quello fatto a febbraio.

Grazie per questa simpatica iniziativa, non vedo l'ora di vedere la raccolta finita.

18 luglio 2008

Torta fresca di limone

Se non fosse stato per Anto che è venuta a trovarmi al mare e tanto ha insistito per fare questa torta, probabilmente mi sarei sempre persa una delizia del genere!
Personalmente non ho un buon feeling col limone, specialmente quando usato coi dolci, preferisco di gran lunga altri agrumi. Ma questa torta è davvero spettacolare, fresca e leggera, perfetta perla stagione in corso. Da preferire, in ogni caso, limoni non trattati, e preferibilmente di Sorrento, più dolci e più indicati per questa preparazione.
Grazie a Ziodà che ci ha fatto conoscere questa prelibatezza, e grazie ad Anto per la conversione bimby e le sue golose insistenze!!!


INGREDIENTI:

300g di farina 00
200g di zucchero
4 uova
110g di olio di semi
140g di latte
1 limone spremuto, almeno 50g
la buccia grattugiata di un limone
1 bustina di levito per dolci
1 pizzico di sale

per la crema al limone
50g di maizena
150g di zucchero
250g di acqua
il succo e la buccia grattugiata di un limone

Montare a lungo le uova con lo zucchero finchè diventano belle spumose, aggiungere poi l'olio, il latte a temperatura ambiente, il succo e la buccia del limone, la farina, il sale e il lievito e amalgamare bene. Versare il composto in una teglia di 26/28cm. di diametro ricoperta di carta forno e cuocere a 160° per circa 40/50 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare bene.
Nel frattempo preparare la gelatina: mettere sul fuoco basso in un tegame l'acqua, il succo e la buccia di limone, lo zucchero, sciogliere bene e aggiungere poi gradatamente la maizena, mescolando con cura che non faccia grumi. La gelatina sarà pronta dopo pochi minuti quando addenserà.
Tagliare a metà la torta tiepida, farcirla con la gelatina, ricomporre e trasferirla in frigo per almeno mezza giornata. Servire ricoperta di zucchero a velo.

Col Bimby: inserire la farfalla, mettere le uova con lo zucchero e montare per 6/7 minuti a vel.4. Togliere la farfalla, impostare la vel. 4 e dal foro del boccale aggiungere la farina, il latte a temperatura ambiente, l'olio, poi succo e buccia di limone, e per ultimo il lievito, il tutto in 40 secondi (troppo tempo smonterebbe le uova).
Versare il composto in una teglia di 26/28cm. di diametro ricoperta di carta forno e cuocere a 160° per circa 40/50 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare bene.
Nel frattempo preparare la gelatina: sciacquare il boccale, mettere acqua, succo e buccia di limone, zucchero, impostare 7 minuti 80° vel. 1 (vel. 2 per Tm31) e introdurre la maizena dal boccale. Se fatica ad addensare aggiungere ancora un cucchiaino di maizena e cuocere per qualche minuto in più.
Tagliare a metà la torta tiepida, farcirla con la gelatina, ricomporre e trasferirla in frigo per almeno mezza giornata. Servire ricoperta di zucchero a velo.

Torta nera - Finta Sacher

Un must di sicuro successo delle ricette Bimby, ma facilmente adattabile anche a metodi tradizionali. Il vino proposto nella torta esalta il sapore del cacao e conferisce al dolce una marcia in più.

INGREDIENTI:


150g di farina 00
60g di cacao amaro
200g di burro
300g di zucchero (a velo se fatta senza Bimby)
100g di vino rosso
4 uova
1 bustina di lievito per dolci


Col Bimby: nel boccale burro, vino, zucchero, cacao, 7 min. 50° vel. 3 o 4.
Togliere dal boccale un po' meno della metà della crema e tenerla da parte.
Nella crema rimasta nel boccale aggiungere le uova, la farina e mescolare a vel. 6 per un paio di minuti, aggiungendo verso la fine anche il lievito.
Versare in una tortiera ricoperta di carta forno e infornare a 160° per 40/50 minuti.
Sfornare, fare intiepidire, poi tagliare la torta a metà e farcirla con metà della crema tenuta da parte, ricomporre la torta e glassare con l'altra metà di crema.
Senza Bimby: in un pentolino e su fuoco basso sciogliere il burro con lo zucchero, il vino e il cacao amaro, in modo da ottenere una bella crema liscia, mescolando per 5/6 minuti.
mettere poco meno della metà della crema da parte e nella restante aggiungere le uova, una alla volta, la farina e il lievito, mescolando bene che non faccia grumi (si può impastare anche nel robot). Versare in una tortiera ricoperta di carta forno e infornare a 160° per 40/50 minuti.
Sfornare, fare intiepidire, poi tagliare la torta a metà e farcirla con metà della crema tenuta da parte, ricomporre la torta e glassare con l'altra metà di crema.

Torta di rose


recipe in English here


Una delle torte più gettonate e più “dimostrate” per chi ha intenzione di prendere il Bimby, perchè la sua preparazione è molto semplificata e di sicura riuscita. Una specie di pan brioche arricchito da una cremina al burro da leccarsi i baffi! Ottima anche per una ricca colazione.


Quella seguente è una dose “allargata” di quella del libro base, merito di Nilla, la mia dimostratrice.








impasto

600g di farina 0
80g di zucchero
30g di olio di mais
2 uova
200g di latte
1 cubetto di lievito di birra da 42g
(oppure 2 da 25g)
10g di sale fino
qualche pezzetto di buccia di limone

farcia
80g di burro
150g di zucchero
qualche pezzetto di buccia di limone



Si inizia dalla farcia: nel boccale lo zucchero e la buccia di limone, 30sec. Vel. Turbo. Unire poi il burro e amalgamare per 2 min. 50° vel. 4 con qualche colpo di Turbo ogni tanto, versarla in una ciotola e tenere da parte.
Senza sciacquare il boccale inserire lo zucchero e la buccia di limone: 30 sec. vel. Turbo.
Unire poi olio, latte e lievito: 1 min. 40°vel. 4.
Unire quindi le uova: 10 sec. vel. 6, aggiungere la farina e il sale: 1 min. vel. 6 e 1 min. e mezzo Spiga.
Estrarre l'impasto dal boccale, tirare una sfoglia rettangolare di circa 40x60 cm., farcirla con la crema e arrotolarla dal lato lungo formando un rotolo. Tagliarla quindi a pezzi di circa 4/5cm. l'uno e disporli in una tortiera di 30 cm.di diametro, le due estremità al centro e gli altri pezzi tutti intorno.
Coprire con un canovaccio e lasciare lievitare in un luogo caldo fino a quando le rose si saranno gonfiate e si saranno unite.
Cuocere a 160° per 30 minuti, se colora troppo coprire con stagnola.

Una volta cotta e ancora calda, pennellare le rose con un filo di miele di acacia per un effetto più lucido.
Per accelerare la lievitazione si può preriscaldare il forno a 50°, spegnerlo, aspettare qualche minuto e infornare la torta, sempre coperta.
Si possono fare anche mini-torte singole, mettendo ogni rosa in uno stampo di alluminio da budino. In questo caso diminuire la cottura di qualche minuto.

16 luglio 2008

Spiedini di pane fantasia - BBD # 12

Un tripudio di cornetti, bocconcini, girandole, tronchetti e banane per degli spiedini fantasia: un'idea simpatica per presentare in tavola pani dai sapori diversi, che potrete reinventare ogni volta cambiando il ripieno di ognuno.

INGREDIENTI:

pasta base

500g di farina di forza
230g di acqua
34g di lievito di birra
80g di burro
12g di sale
200/220g di acqua


cornetti
1/5 di pasta lievitata
1 tuorlo
grana grattugiato
sale grosso


bocconcini
1/5 di pasta lievitata
1 falda di peperone rosso
peperoncino piccante
olio extravergine di oliva


girandole
1/5di pasta lievitata
60g di prosciutto cotto a fettine
1 uovo
granella di mandorle


tronchetti
1/5 di pasta lievitata
60g di salame ungherese in un'unica fetta


banane
1/5 di pasta lievitata
50g di noci tritate
farina



Nell'impastatrice con la frusta a gancio o a mano lavorare 200g di farina con 24g di lievito sciolto in 130g di acqua tiepida. Formare un panetto, metterlo in una ciotola lievemente unta e farlo lievitare coperto fino al raddoppio.
Lavorarlo ancora unendo 150g di farina,il burro morbido e il sale. Lasciare rilievitare al raddoppio. Lavorarla, infine, col resto della farina e del lievito sciolto in 80g di acqua tiepida. L'impasto dovrà risultare una pasta morbida da dividere in 5 parti uguali.
Sbadatamente ho messo tutto il lievito all'inizio nel primo impasto, proseguendo poi con le lievitazioni e i seguenti impasti come da ricetta (non aggiungendo più lievito alla fine) e sono venuti bene lo stesso.

cornetti
Stendere la pasta in un rettangolo di circa 13x36cm e ritagliare 6 triangoli con base 6cm. e altezza 13cm. Pennellarli con il tuorlo stemperato in acqua fredda, spolverizzarli di abbondante grana e arrotolarli formando i classici cornetti. Sistemarli sulla placca rivestita di carta forno, guarnirli con grani di sale grosso e farli lievitare 30 minuti, quindi cuocerli a 180° per circa 15 minuti.

bocconcini
Lavorare la pasta incorporando il peperone tagliato finemente a pezzettini e il peperoncino. Preparare 6 palline, inciderle con un taglio a croce, pennellarle con un'emulsione di acqua e olio, disporli sulla placca ricoperta di carta forno, farli lievitare 30 minuti, quindi cuocerli a 180° per circa 15 minuti.

girandole
Stendere la pasta in un rettangolo di circa 30x20, ricoprirla con le fettine di prosciutto e arrotolarla a salametto. Pennellare con l'uovo sbattuto e rotolare nella granella di mandorle. Tagliare 6 girandole, accomodarle sulla placca ricoperta di carta forno, far lievitare 30 minuti, quindi cuocere a 180° per circa 15 minuti.

tronchetti
Lavorare la pasta incorporando il salame tritato, poi rotolarla sulla spianatoia formando un salametto e tagliarlo in 6 tronchetti uguali. Disporli sulla placca ricoperta di carta forno, farli lievitare 30 minuti, quindi cuocerli a 180° per circa 15 minuti.

banane
Lavorare la pasta incorporandoci le noci e dividerla in 6 palline da far riposare coperte per 20 minuti. Appiattirle quindi con il polso per dare ai pezzi una forma ovale: vanno poi arrotolati in modo da ottenere dei panini panciuti al centro e allungati alle estremità. Appoggiarli su un canovaccio spolverizzato di farina e farli lievitare 30 minuti prima di metterli delicatamente sulla placca ricoperta di carta forno con la parte infarinata verso l'alto. Cuocerli a 180° per circa 15/20 minuti.

Consigli: partire con le banane, che hanno la lavorazione più lunga. Prepararsi i ripieni già pronti e tritati, le emulsioni fatte, in modo da esser veloci a preparare i panini e avere delle lievitazioni simultanee. Una volta pronti i panini, comporre gli spiedini in questo modo: banana, mezzo bocconcino, tronchetto, girandola, mezzo bocconcino, cornetto. Se si sono freddati troppo si possono ripassare un paio di minuti in forno prima di servirli a tavola.

I ripieni si possono variare a proprio gusto e piacimento.
Per i vegetariani si può sostituire prosciutto e salame con:
- salmone e aneto
- trito di erbe aromatiche
- pomodorini secchi e origano
- stracchino e pere


SKEWERED BREAD MEDLEY

A lovely and goodlooking “fantasia” of small breads. Fun and joy to make and eat them!

Ingredients for 6 skewers:

200g manitoba flour
300g plain flour
200/220g water
34g yeast
80gbutter
12g salt

croissants
1/5 dough
1yolk
grated parmesan
salt

small bites
1/5 dough
a slice of red pepper
hot chili
extravirgin oil

whirls*
1/5 dough
dried tomatoes
fresh basil
finely chopped almonds

little logs**
1/5 dough
50/60g smoked salmon
dill

small bananas
1/5dough
60g finely chopped nuts
plain flour

*for no vegetarians you can use 60g of ham
** for no vegetarians you can use 60g chopped salami

Melt 24g of yeast in 130g of warm water, then knead with 200g of flour and let it rise until doubled.
Knead again adding 150g of flour, softened butter and salt. Let it rise until doubled and then knead again adding the remaining water and yeast (melted in 80g of warm water) in order to have a soft dough,to divide in 5 equal parts.

croissants
Roll out in a rectangle of about 13x36 cm.and cut 6 triangles (base 6,height 13). Beat the yolk with a little bit of water, brush it over the triangles, add some parmesan on each and roll to form classic croissants.
Spread over some grainsof kitchen salt. Put them on the baking tray (covered with baking paper) and let them rise for30 minutes, then cook at 180° for 15 minutes.

small bites
Cut the red pepperand chili in little picies and add them to the dough.Shape in 6little balls, give them a cross cut on top, brush each with a mixture of oil and water. Put them on the baking tray (covered with baking paper) and let them rise for30 minutes, then cook at 180° for 15 minutes.

whirls
Roll out in a rectangle of about 15x35 cm., spread with chopped dried tomatoes and basil, roll up like a Swiss roll, brush with beaten egg and then roll it in finely chopped almonds. Cut in 6 piecies, put them on the baking tray (covered with baking paper) and let them rise for30 minutes, then cook at 180° for 15 minutes.

little logs
Cut smoked salmon in small piecies, add it and the dill to the dough, roll it as a salami of about ¾ cm.of diameter,then cut into 6 piecies. Put them on the baking tray (covered with baking paper) and let them rise for 30 minutes, then cook at 180° for 15 minutes.

small bananas
Add chopped nuts to the dough, divide into 6 balls, cover them and let them rise for 20 minutes. Then form into banana shape,let them rise for 30 minutes on a clean cloth dusted with flour. Put them on the baking tray (covered with baking paper) turning them over so the floured side is on top. Let them rise again for30 minutes, then cook at 180° for 15 minutes.

For every skewer start with a croissant, then half of a small bread, a whirl, a little log, the other half of a small bread and a small banana.
My small breads are a little bit pale 'cause I cooked them in a gas oven I have not a good feeling with (I am still on holidays in Elba island). I will do them again once I will be at home and put then the right photograph!
This recipe participate to BBD#12 hosted by Aparna.

Insalata di fragole e pomodori

Ricetta fresca e invitante, molto particolare e dal sapore quasi pungente perla presenza di aglio e peperoncino, dei quali, però, è meglio non abusare per non sovrastare la freschezza del pomodoro e della fragola.
Ideale per una bruschetta fredda o per accompagnare un barbecue di carne.




INGREDIENTI:

250g di fragole mature
4 pomodori rossi a grappolo
1 lime
mezzo peperoncino fresco piccante
mezzo spicchio di aglio
coriandolo o prezzemolo
olio extravergine di oliva
sale

Sbollentare i pomodori in acqua bollente, poi subito in acqua fredda, pelarli, tagliarli a spicchi ed eliminare i semi. Lavare delicatamente le fragole, pulirle e tagliarle a fettine.
Tritare finemente il peperoncino privato dei semi conl 'aglio e le foglie di coriandolo/prezzemolo.
Riunire tutto in una ciotola, condire col succo del lime, l'olio, sale epepe.
Lasciare riposare la salsa in frigo, coperta da pellicola, per un paio di ore per farla insaporire bene. Servire poi con pane abbrustolito.

15 luglio 2008

Barchette di guacamole


Una salsina classica della cucina messicana, facile e veloce da preparare, presentata nei pomodori ciliegini per uno stuzzichino fresco da aperitivo. Una sfogla di carota arricciata con lo stuzzicadenti fa assomigliare questi bocconcini a delle piccole barchette e dona una nota croccante all'insieme.



INGREDIENTI:

16 pomodori ciliegini
1 avocado maturo
1 cipollotto fresco
1 falda di peperone rosso
(oppure 1 peperoncino fresco piccante)
succo di lime o limone
olio extravergine di oliva
sale/pepe
qualche goccia di tabasco, se piace
2 carote
stuzzicadenti

Lavare i pomodorini, tagliarli a metà, svuotarli, salarli e metterli capovolti su carta scottex a scolare.
Tagliare l'avocado a metà, eliminare la pellicina bianca interna, togliere il nocciolo ed eliminare la buccia, e raccogliere la polpa in una ciotola. Schiacciarla bene con una forchetta e spruzzarla con qualche goccia di limone in modo che non ossidi e annerisca. Pulire il peperone dai semini e tagliarlo finemente, pulire il cipollotto e tagliarlo finemente, unendo entrambi alla polpa di avocado. Tagliare anche un paio di ciliegini a piccoli pezzetti e unirli all'insieme. Condire con poco olio, succo di lime o limone, aggiustare di sale e pepe, ed infine aggiungere qualche goccia di tabasco.
Farcire i pomodorini con questa salsa e guarnirli con sfoglie di carote tagliate per il lungo col pelapatate.

Si può presentare singolarmente come antipasto personale usando dei pomodori più grandini, tagliando la calotta superiore ed eseguendo le indicazioni come da ricetta. Volendo si può unire la polpa estratta alla salsa. Buoni accompagnati da tacos messicani, tegole ai semi di zucca o nodini in padella.

Da Wikipedia: il guacamole è una salsa di origine messicana a base di avocado la cui origine risale al tempo degli Aztechi. Oltre agli avocado, gli ingredienti principali sono succo di lime, sale e abbondante pepe nero (il pepe è previsto per l'autentico guacamole, anche se il pepe nero non era conosciuto in Messico ai tempi degli Aztechi). Il termine guacamole deriva dallo spagnolo messicano via Nahuatl: AhuacamOlli, da Ahuacatl (="avocado") + molli (="salsa").
Variazioni della ricetta includono pomodori, coriandolo, cipolla, aglio, peperoncino e altre spezie. Viene solitamente accompagnato con tortilla chips e servito con altri piatti della cucina messicana. Nel guacamole possono essere aggiunte panna acida o maionese, ma preparazioni di questo tipo sono considerate inferiori perché mascherano e coprono il sapore dell'avocado. Inoltre, panna e maionese non vengono usate nella ricetta originale; si tratta di un adattamento statunitense o Tex-mex della ricetta.
I Messicani talvolta si riferiscono al guacamole diluito servito in modeste taquerias come “aguamole”, una parola che nasce dall’unione di agua (acqua) e guacamole. Per preparare il guacamole, è necessario innanzitutto schiacciare gli avocado con la forchetta e aggiungere succo di lime o di limone. L’aggiunta di succo acido, oltre a insaporire la salsa, serve a evitare che il guacamole cambi colore e si ossidi. Gli altri ingredienti vengono sminuzzati e aggiunti poi alla base di avocado. Il metodo tradizionale di preparazione del guacamole comporta l’uso del molcajete (mortaio e pestello tipici messicani) per schiacciare e mischiare gli ingredienti.

Torrette di pomodoro e spada

Una portata molto scenografica e tuttofare: può essere un secondo leggero, oppure un antipasto importante, scegliendo in questo caso pomodori più piccoli.Il breve passaggio in forno amalgama meglio i sapori e ammorbidisce leggermente la croccantezza del pomodoro.



 
INGREDIENTI per 4 persone:

4 pomodori, meglio se cuore di bue, più polposi e meno acquosi
400g di carpaccio di spada
un cucchiaio di capperi
menta e nepitella
un limone non trattato
un peperoncino piccante
olio extravergine di oliva
sale

Sciacquare e strizzare i capperi se sottaceto. Metterli a bagno in acqua fredda, sciacquarli e strizzarli se sotto sale. Fare la marinata per lo spada: in una ciotola riunire i capperi tritati grossolanamente, le foglie di menta e nepitella spezzettate, il succo del limone, il peperoncino sbriciolato e 4/5 cucchiai di olio. Mettere le fettine di spada a marinare, coprire con pellicola e trasferire in frigo per un'oretta. Se le fettine sono state tagliate a mano, eliminare il bordo nero della pelle, e schiacciarle lievemente con le mani o col batticarne tra due fogli di pellicola per assottigliarle. Nel frattempo tagliare i pomodori a fette, salarli e metterli a sgocciolare su carta scottex. Comporre le torrette alternando le fette di pomodoro con lo spada marinato. Disporle in una teglia rivestita di carta forno, condire con la marinata rimasta e un filo di olio a crudo e passare in forno caldo a 220° per circa 15minuti.
Un consiglio: per maneggiare meglio il trasbordo dalla teglia al piatto e per evitare che le torrette crollino in cottura, infilzare uno spiedino di legno al centro prima di infornare.

Tegole ai semi di zucca

Un insolito e saporito craecker, perfetto con gli aperitivi, croccantello al punto giusto da sgranocchiare accovacciati sul divano con un libro in mano, nel pieno di un indomabile "Bartezzaghi" , rapiti da un avvicente film alla tv...



INGREDIENTI:

250g di farina
50g di semi di zucca
10gdi lievito di birra
150g di acqua
20gdi Parmigiano grattugiato fine
5g di sale





Sciogliere il lievito in un pochino di acqua tiepida e impastare col resto dell'acqua e la farina con i semi di zucca. Unire il sale e lasciare lievitare coperto al raddoppio.Stendere una sfoglia fine sul piano di lavoro infarinato, ritagliare le tegole con una rotella liscia, disporle su una teglia rivestita di carta forno, cospargerle col Parmigiano e cuocere in forno caldo a 200° per circa 20 minuti. Sfornarle e lasciarle raffreddare.

Gelo di cocco su crema fredda di gianduia

Un dessert goloso, fresco e invitante, facilissimo da preparare, perfetto per calde serate estive.

INGREDIENTI:



400ml di latte di cocco
polpa di cocco fresco
100g di cioccolata gianduia
60g di panna fresca
eventuale zucchero

Versare il latte di cocco (aggiungendo un paio di cucchiai di zucchero se non zuccherato) in un contenitore di alluminio e mettere in congelatore a solidificare, avendo cura di sbatterlo con la frusta elettrica ogni 30 minuti, oppure frullarlo al mixer appena prima di servire il dessert.*
Nel frattempo sciogliere a bagnomaria la cioccolata con la panna, mescolare bene, trasferirla in 4 bicchieri e conservare in frigo ben coperti.
Affettare finemente la polpa di cocco con la mandolina, distribuirne un po' sulla crema gianduia, coprire con il gelo di cocco e guarnire con altre fettine di cocco fresco. Servire subito.


*io l'ho tirato fuori 5 minuti prima, raschiato con una forchetta e leggermente sbattuto con una frusta.




Summer Breeze al cocomero

Una base facile, fresca e sempre pronta all'uso, per una bibita o un aperitivo alcolico a seconda dell'occasione. Perfetta anche con melone o pesca. Dissetante in calde serate estive.

INGREDIENTI:

800g di polpa di anguria pulita
200g di acqua
100g di zucchero
un paio di bicchieri di acqua in più

Versione alcolica: vodka a piacere
Versione analcolica per ragazzi: sprite o gazzosa

Fare uno sciroppo con i 200g di acqua e lo zucchero:comebolle ritirare dal fuoco e lasciare raffreddare.Aggiungere quindi la polpa di anguria frullata e versare in un recipiente di alluminio largo e basso e mettere in freezer a solidificare.
Al momento dell'uso, tirare fuori qualche minuto prima l'anguria congelata, ribaltarla su un tagliere e tagliarla a pezzi. Mettere tutto in un robot (anche il Bimby va bene) e iniziare a frullare aggiungendo ancora un po' di acqua e per ultimo la vodka, di solito 1 o 2 tappi a persona.
Versare in una caraffa, addobbare con dei fiori eduli e servire.


13 luglio 2008

Insalata di farro e polpo con frutta e verdure marinate

Da un'idea apparsa sull'ultimo numero della rivista "A Tavola", ecco un' insolita ma chiccosissima insalata di farro e polpo, personalizzata da qualche aggiunta e resa ancora più prelibata dalla freschezza della materia prima: polpo pescato da Tito! L'abbinamento con frutta fresca e verdure marinate insieme la rende molto gradevole per la stagione, e per gli occhi è una tavolozza di colori e profumi unici!


INGREDIENTI per 6 persone:

500g di polpo già pulito
500g di vongole
300g di farro decorticato
rucola
1 cestino di fragole grandi
3 kiwi
9 pannocchiette all'aceto
2/3cucchiai di mais in grani
2 carote
prezzemolo tritato
1 spicchio di aglio
1 peperoncino rosso fresco
una falda di peperone verde
mezza mela granny smith
semi di papavero
olio extravergine di oliva
succo di limone
mezzo bicchiere di vino bianco
sale/pepe

Per cuocere il polpo: un paio di foglie di alloro, un pezzo di cipolla, mezza carota, mezza costa di sedano, mezzo bicchiere di vino bianco, qualche grano di pepe.

Lessare il polpo in acqua bollente con i suoi aromi per mezzora. Prima di immergerlo completamente fargli fare 3 tuffi tenendolo per la testa e immergendo solo i tentacoli per farli arricciare bene, poi immergerlo completamente. Sentire con la forchetta se è cotto a puntino e morbido e scolarlo su un tagliere, lasciandolo intiepidire. Non lasciarlo raffreddare nella sua acqua di cottura altrimenti poi la pelle si stacca tutta, meglio mantenerla perchè dà sapore. Poi tagliarlo a pezzi, condirlo in una ciotola con un'emulsione di olio, succo di limone, sale e pepe e spolverare con poco prezzemolo tritato.


Nel frattempo cuocere il farro in abbondante acqua salata per 30 minuti (oppure nel bimby: mettere il cestello, aggiungere tanta acqua che lo ricopra di un terzo, 8 min.90° vel. 1, poi aggiungere un cucchiaino di sale e il farro, 30 min. 90° vel. 3 o 4). Scolare il farro su un vassoio e condirlo con un filo di olio, mescolarlo bene e aprirlo per farlo raffreddare.

Pulire e tagliare le fragole a metà o a spicchi, tagliare i kiwi a rondelle, la mela con buccia a fettine, raccogliere in una ciotola e spruzzare con qualche goccia di limone.
Tagliare qualche pannocchia a rondelle, tagliare il peperone verde e il peperoncino (pulito bene dai semi interni...piccantissimi!) a fettine, affettare con il pelapatate le carote e sbollentarle per qualche secondo in acqua salata raffreddandole immediatamente in acqua ghiacciata,quindi asciugarle su carta da cucina.

Le vongole vanno preparate al momento di assemblare l'insalata: soffriggere lo spicchio di aglio e un cucchiaio di prezzemolo tritato in olio extravergine di oliva per qualche secondo, aggiungere le vongole (dopo averle fatte spurgare in acqua leggermente salata per qualche ora), rosolarle un attimo, aggiungere il vino e coprire per 5 minuti, finchè saranno completamente aperte, poi scoperchiare e far cuocere ancora a fiamma vivace per un paio di minuti, mescolando bene.

In una ciotola riunire il polpo, la frutta, le verdure, il mais in grani, un po' di rucola spezzettata a mano, tre quarti del farro e condire con un'emulsione di olio, limone, sale e pepe.
Sul piatto di portata fare un letto di rucola, mettere al centro il farro avanzato e disporre con cura l'insalata condita. Aggiungere le vongole e le pannocchiette avanzate per guarnizione.

Il tocco in più: spolverare con una manciatina di semi di papavero...che puntalmente me so' scordata di aggiungere!

Questa ricetta partecipa al concorso culinario "Sapore di Sfida" indetto da Giallo Zafferano.

Cavatelli al sugo di polpo


Avevo un bellissimo polpo del peso di più di un chilo pulito pescato da Max, che è stato motivo di “discordia” culinaria tra me e il marito su come cucinarlo bene. Dallo scontro di due teorie e dalla fretta di mangiarlo ne è uscito fuori un polpo duretto e completamente spellato...sigh!


Ecco allora come riciclarlo per un ottimo sugo su consiglio di Sabina del Ristorante Ostrica.





INGREDIENTI:

polpo lessato
cipolla
peperoncino secco
vino bianco
olio extravergine di oliva
sale
poca passata di pomodoro
poco prezzemolo/basilico tritato
una grattata di noce moscata
cavatelli

Passare il polpo nel tritacarne, o tritarlo finemente a coltello.
Fare un leggero soffritto con la cipolla, aggiungere il peperoncino (quantità a piacere!), aggiungere il trito di polpo e far insaporire. Sfumare col vino bianco e lasciare evaporare. Unire qualche cucchiaio di passata di pomodoro, non molta, il gusto del pomodoro non deve prevaricare sul sapore del polpo, e lasciare cuocere 10/15 minuti. Insaporire con una grattata di noce moscata eaggiustare di sale.
Spadellare i cavatelli nel sugo e cospargere leggermente con un trito di prezzemolo/basilico a piacere.

L'idea in più: servire in un piatto da portata marinaro, come questo guscio di nacchera o pinna nobilis.

11 luglio 2008

Swiss National Day

Zorra ci invita tutti a partecipare alla grande Festa Nazionale Svizzera che si tiene come di consueto il 1 Agosto.

Per l'occasione si può rielaborare un piatto tipico della cucina svizzera, o in mancanza di ricettari originali, ci si può sbizzarrire con una ricetta che contenga uno o entrambi i colori della loro bandiera: rosso e bianco.

Per Zorra, che è momentaneamente espatriata in Andalusia per lavoro, sarà come rivivere con occhi e profumi virtuali una giornata nella sua adorata Svizzera!

Per partecipare:

1. Pubblicare sul proprio blog un post, possibilmente con una foto, di una ricetta in rosso, bianco o una specialità svizzera, entro il 29 luglio 2008.
2. Il post dovrebbe contenere un link al post d’invito di Zorra
3. Scrivere una e-mail a Zorra (kochtopf@gmail.com) con oggetto “Swiss” o “Svizzera”, includendo anche:

* proprio nome
* nome e URL del proprio blog
* nome della ricetta e link del post che la contiene
* città / regione e paese

Si può pubblicizzare l'iniziativa sul proprio blog mettendo il relativo banner.

10 luglio 2008

Cavatelli e orecchiette

Ecco la ricetta delle mitiche sorelle Simili per fare i cavatelli e le orecchiette,
I primi sono veramente facili, li possono fare anche i bambini e si divertiranno un mondo.
Le orecchiette, un'evoluzione del cavatello, richiedono un po' più di pazienza e manualità, ma con un buon esercizio riescono benissimo. E poi, tutta la pasta fatta in casa che a prima vista sembra non perfetta, in cottura si rivaluta e migliora di aspetto!

INGREDIENTI:

600g di farina di semola di grano duro rimacinata
260/300g di acqua


Impastare brevemente, deve risultare un impasto duro altrimenti poi col riposo ammorbidisce troppo ed è più difficoltoso da lavorare nei vari formati. Lasciarlo sulla spianatoia coperto da una ciotola a riposare per almeno mezzora.


CAVATELLI




Prendere un pezzo di pasta, fare un rotolino di circa 1cm di diametro, con un coltellino staccare un piccolo pezzo che va premuto col pollice dell'altra mano contro la punta del coltello, poi si schiaccia la lama sul tavolo ruotando brevemente e trascinando il cavatello verso il basso.







ORECCHIETTESi inizia come per i cavatelli: prendere un pezzo di pasta, fare un rotolino di circa 1cm di diametro, con un coltellino staccare un piccolo pezzo che va premuto col pollice dell'altra mano contro la punta del coltello, poi si schiaccia la lama sul tavolo ruotando brevemente, quindi si passa sulla punta del pollice e si rovescia a formare l'orecchietta.

Un grembiule speciale


Care amiche cookine,

ancora un grazie di cuore per il meraviglioso e commovente regalo

che mi avete fatto in occasione del nostro raduno culinario pre-natalizio.

Eccolo finalmente in tutto il suo splendore:

in questi giorni al mare, complice l'assenza “forzata”dal pc,

ho avuto modo di finire di ricamare le vostre firme.

Ed è stato come avervi ancora vicino a me!

Un grazzissime gigantesco a tutte voi!!!