IN TAVOLA - ON THE TABLE

30 novembre 2008

This is a present for you...

Bicece ci ha invitato a questa bellissima raccolta in vista del Natale e dei doni che scambieremo con i nostri amici più cari. Confesso che ormai è già qualche annetto che riduco all'osso gli acquisti natalizi, preferendo di gran lunga quelli che posso preparare io, sia in tema culinario che in fatto di decorazioni. Sono partita in questi giorni anche coi lavori di cucito, ho trovato delle belle stoffe al mercato a Portoferraio quest'estate, con le quali sto preparando delle tovagliette per la colazione, cucendo intorno un bel pizzo rustico di cotone rosso, abbinando tovaglioli in tinta unita con iniziale ricamata. Ne ho già regalate un paio che purtroppo ho dimenticato di fotografare, ma le prossime pronte non mancherò e le aggiungerò.




Per i bambini più piccoli preparerò un simpatico alberello di stelle di pasta frolla, addobbate con gocce di glassa bianca e smarties colorati.




Non butto mai via i vasi di nutella, li riciclo decorandoli con le carte Decopatch oppure ricoprendoli con carta di riso e soggetti di tovagliolini per découpage. Saranno perfetti per contenere tutti i biscotti preparati, oppure un insolito ma utilissimo detersivo ecologico per piatti.

Per regalare tante cose insieme, riciclo le vaschette in cartone dei mini colli di frutta e verdura ricoprendole con foglie colorate che raccolgo in giardino e in campagna, aggiungendo anche delle pigne di cipresso, delle stecche di cannella. Un mazzo di aromatiche profumerà quanto un mazzo di fiori!

Mi piace scrivere sui sacchetti in carta naturale quello che contengono. Per chiuderli un bel nastro colorato e rami di abete nordmanniano, oppure più semplicemente due foglie di edera, retina oro e nastrino rosso.
Sui vasetti, una piccola decorazione con fettine di arancia, foglie di vite americana o di edera, un vestitino di stoffa natalizia.

Nei vasi, nelle cestine e nei sacchetti metterò:

- Biscottini alla lavanda
- Ventaglietti di pasta sfoglia
- Cantuccini di Sabina
- Ciambelline al vino
- Gallette coi fiocchi
- Grappa alle olive
- Liquore di alloro
- Liquore di erba luigia
- Marmellata di pomodori verdi
- Marmellata di fichi e limoni
- Marmellata di more
- More sciroppate
- Marmellata di fichi
- Confettura di fragole al basilico fresco
- Marmellata di fragole
- Marmellata di cipolle di Tropea
- Orange Marmalade
- Fichi brasati
- Conserva di pomodoro cotta
- Dado fatto in casa
- Sale aromatico


Ho in programma di regalare alle amiche più care la loro iniziale in pasta di pane, come portafortuna e buon augurio per un 2009 pieno di gioia e serenità!
Per i pacchi più rustici andrà bene, come chiudipacco, un cuore cosparso di profumati semi all'anice o al finocchio.




E i più bravi meriteranno un alberello di Natale personale super zuccheroso e colorato!

Il conto alla rovescia sta per iniziare, oggi è la prima domenica di Avvento, è stata accesa la prima candela che farà luce fino a Natale...domani è già il 1 dicembre, si entra nel vivo delle decorazioni, dei preparativi,dei sogni e delle speranze!


Polenta di grano saraceno ai formaggi - WHB # 160

Venerdì era una giornata molto uggiosa, ventosa, freddolosa e gocciolosamente piovosa, ad un certo momento mancava anche poco che si tramutasse in neve...ormai l'inverno si preannuncia implacabile!
Unica nota decisamente positiva: l'imminente corso delle Simili sulla pasta madre alle Tamerici!
Visto il tempo, Gianfranco ha pensato di offrirci, come accompagnamento al suo ricco buffet, anche questa deliziosa polenta doppiamente pasticciata. La definisco doppiamente perchè la polenta stessa è un mix di farina di mais e grano saraceno, farcita poi a strati con formaggi diversi: una vera delizia, rincuorante per lo stomaco e piacevole dopo una giornata così bagnata e una serata faticosa a seguire le spiegazioni e i racconti di "due amabili matte" e del loro "bimbo"!
L'ho rifatta oggi, visto che il tempo non accenna a calmarsi, trovo sia ottima come piatto unico abbinata a una bella insalata mista, semplicemente perfetta nei nostri piatti accompagnata da uno spezzatino di carne.



Ingredienti:

200g di polenta
200g di farina di grano saraceno*
2 litri di acqua
un cucchiaio scarso di sale grosso
olio extravergine di oliva
250g di gorgonzola
100g di taleggio
100g di casera/montasio/toma/gouda
100g di grana gratuggiato
gherigli di noci
burro


Mettere l'acqua a bollire col sale, a bollore aggiungere un filo di olio e poi le farine a pioggia.
Mescolare bene con una frusta che non faccia grumi e portare a cottura, un'ora circa, nel modo preferito (io uso la polentina che gira da sola). Si può fare la polenta in una pentola antiaderente, lasciandola sobollire coperta per un'ora, rigirandola di tanto in tanto.
A cottura ultimata, imburrare una pirofila, stendere un primo strato di polenta, farcire coi formaggi a pezzettini, un altro strato di polenta, ancora formaggi, ancora polenta. Per ultimo mettere i gherigli di noci tagliuzzati a coltello, ciuffi di gorgonzola e burro e una spolverata di grana.
Infornare a 180° per 20 minuti, finchè gratina bene. Togliere dal forno e aspettare 10 minuti prima di servire.

* Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum), a dispetto del suo nome e alla sua classificazione impropria tra i cereali,, non ha niente a che vedere col grano/frumento in senso stretto, non appartenendo alla famiglia della Graminacee bensì a quella delle Poligonacee. E' originario della Cina, importato in Europa nel Medioevo. Prende il nome, probabilmente, dall'introduzione che ne fecero i Turchi (detti Saraceni) in Grecia. Si semina all'inizio della primavera e si raccoglie alla fine dell'estate. Rustico e resistente, si coltiva su terreni impervi ad altitudini elevate, al di sopra dei mille metri.
E' privo di glutine, quindi particolarmente adatto per i soggetti celiaci.
In chicchi è utilizzato per minestre, zuppe, porridge, in farina per i famosi pizzoccheri, i soba giapponesi, la polenta.
Tante ricette nel bel libro di Laura Rangoni: Cucinare con i Cereali.





Questa ricetta partecipa al WHB # 160 ospitato da Scott di The Real Epicurean
This recipe participates to WHB # 160 hosted by Scott from The Real Epicurean

Thanks again to Haalo from Cook (almost) Anything at Least Once,
she is now the great manager for WHB!


Buckwheat Cheese Polenta



Ingredients:

200g maize flour
200g buckwheat flour*
2 liters water
about a tablespoon kitchen salt
extravirgin olive oil
250g gorgonzola cheese
200g favourite cheese
50g grated parmesan
chopped nuts
butter

Pour water and salt to boil, add two tablespoons of oil and then flours, mixing and stirring well to avoid clots. Cook polenta for an hour, better in a teflon covered pan, stirring a while.
Spread butter in a pyrex dish, pour some polenta inside, then some chopped cheese and gorgonzola, polenta again, cheese ando gorgonzola again, polenta. Spread chopped nuts over polenta, some gorgonzola again, grated parmesan and some butter.
Put in oven 180° for 20/30 minute, until well gratinated.
Let it rest out of oven 10 minutes before serving.

* Common buckwheat (Fagopyrum esculentum) is considered a pseudocereal. In fact, despite its name, is not related to wheat, and it belongs to Polygonaceae. It comes from Far East and then spread in Europe in Middle Age.
Buckwheat contains non gluten and can be eaten by people with coeliac desease or gluten allergies.
It is used in soups, porridge, its flour in so different preparations like Italian pizzoccheri, Japanese soba, Russian blinis, French galettes.


Round up WHB # 160

28 novembre 2008

Sapore di Sfida GZ - Dolce Natale: Candy Christmas Tree!



Dopo il successo estivo della prima sfida ("Inventa la tua pasta"), il forum Giallo Zafferano ci ha preso gusto e ha proposto questa dolce iniziativa per il Natale che incalza. Partecipazione libera: forumisti e blogghisti insieme a postare un susseguirsi di ricette golose! Tema dominante i dolci natalizi: classici, moderni, rivisitati, tutto quanto fa "dolce" e festoso sulle nostre tavole. Anche se sto già riunendo le idee, prendo appunti, penso agli addobbi, faccio liste di regali fai-da-te in vista del prossimo Natale (oddio,manca menio di un meseeeee....!!!), sinceramente non ho ancora pensato al dolce che metterò in tavola, anche perchè, tradizionalmente come ogni anno, non mancherà la classica fetta di pandoro veronese a cui siamo tutti noi affezionati. Ho in mente di provare a fare i panettoni con la pasta madre, ma...non è detto che ci riesca, perciò li lascio come un jolly nella manica! Non avevo quindi nessuna idea di cosa poter combinare per partecipare al concorso quando l'altro giorno mi è scattata la lampadina e così sono andata subito a fare provviste per poter allestire un festoso "Candies Christmas Tree".



Occorrente:
cartoncino*
vassoio per dolci
cucitrice e scotch*
carta da giornale*
colla a caldo

* se si trova in commercio si può usare un cono di polistirolo

savoiardi
caramelle: gelées, smarties, ginevrine, morbidose, ecc.
confetti argentati
confettini argentati e colorati

pasta frolla

albumi, zucchero a velo, succo di limone per la glassa

Ritagliare il cartoncino e formare un cono della grandezza desiderata, fissarlo alla base con la cucitrice e incollare il lato lungo sovrapposto con la colla o lo scotch. Dare un leggero giro di colla a caldo alla base e incollare il cono al vassoio, dopo averlo riempito con carta da giornale appallottolata, per avere più sostegno.



Fare la glassa sbattendo gli albumi incorporandoci lo zucchero un po' per volta, finchè diventa bella soda (se si interrompe il lavoro, la glassa va riposta in frigo coperta, altrimenti si secca).
Tagliare i savoiardi a metà, mettere un pochino di glassa sul lato tagliato e incollarli al cono in modo da formare una collana alla base. A fine lavoro (oppure mentre si aspetta che i primi giri di caramelle si fisssino) pennellare i savoiardi con la glassa e farci cadere sopra dei confettini colorati o argentati).



Decorare l'alberino con giri di caramelle seguendo la propria fantasia,incollandole al cono con un pochino di glassa. Anche se questa esce dai bordi della caramella non importa, sembrerà neve caduta sull'albero. Volendo si può colorare la glassa di verde usando un colorante alimentare.
Se si fa un alberino alto, può essere che conviene aspettare un'ora dopo qualche giro di caramelle per far sì che gli strati sotto aderiscano bene e continuare senza problemi con quelli sopra.

Con la pasta frolla fare delle stelline e cuocerle in forno. Una volta fredde, adagiarci sopra un goccio di glassa (ci si può aiutare con una siringa o un pennellino) e mettere un confettino argentato al centro.
Attaccare le stelline per ultime, dopo che le altre caramelle sono ben fisse (meglio il giorno dopo).

Per la punta a stella: fare una stella con la pasta frolla, infilarci uno stuzzicadenti e cuocere. Far raffreddare bene la stella prima di muoverla dalla teglia, altrimenti lo stuzzicadenti non si fissa, decorarla con glassa e confettini e poi fissarla delicatamente sulla punta infilzando lo stuzzicadenti e aiutandosi con un pochino di glassa sotto per fissarla bene.

Per chi è capace, si può fare una decorazione coi fili di caramello o l'isomalto, mi sarebbe piaciuto inaugurare il mio isomalto ma ho avuto un contrattempo e ho dovuto finire l'alberino così.
Se riesco a farlo in questi giorni poi posterò la foto.

Spero sia tutto chiaro, non è niente di difficile, ci vuole solo un pochino di pazienza e pulirsi spesso le mani perchè la glassa appiccica e si attacca dappertutto!
C'è un profumo dolciastro di caramelle per tutta la casa! E' un lavoro che piacerà sicurmanete fare ai bambini.
Fatti più piccoli sono dei segnaposti carini, uno grande o un gruppetto di 3/4 possono essere un colorato centrotavola, magari aggiungendo dei rami di pino/pungitopo/agrifoglio alla base.
Volendo una cosa più raffinata, si può decidere di farlo usando solo un paio di colori : oro e argento, oro e bianco, argento e bianco, rosso e bianco, bianco e rosa, e per le più abili si può seguire uno schema preciso disegnato sul cono.
Con lo stesso sistema si può fare la casetta delle fiabe.

Questa ricetta partecipa a Sapore di Sfida 2 Dolce Natale di Giallo Zafferano.

27 novembre 2008

Formazione: visita alla Cortella Poligrafica

Gli studenti alla scoperta della grafica

Tutti i segreti delle macchine da stampa spiegati ai futuri professionisti del settore


I ragazzi della terza Amg dell’Istituto «Carlo Anti» di Villafranca con i professori Fabio Cavazzoli, docente di grafica pubblicitaria, e Angelo Fresta, docente di sostegno, sono stati ospiti nei giorni scorsi alla Cortella Poligrafica di lungadige Galtarossa.


Martino Cortella, direttore generale di Cortella, ha accompagnato i ragazzi alla scoperta di quel mondo in continuo movimento che è la grafica. L’inizio dal magazzino carta con tutte le varie tipologie e dimensioni, passando per la fotocomposizione, arrivando nell’area di preparazione delle lastre di alluminio che andranno poi montate sulla macchina da stampa.
Proprio in questi giorni Cortella è alla fine dell’installazione della nuovissima Heildelberg Speedmaster 102 a 10 colori, che darà nuovo impulso sotto il profilo qualitativo e quantitativo alla produzione.
Il viaggio dei futuri grafici è terminato nel reparto confezionamento dove i vari prodotti, dopo un accurato e certosino controllo, venfono spediti ai vari clienti.

L.S., dall'Arena del 25.XI.2008

24 novembre 2008

Sfida: autunno...cadono le sfoglie!


Festeggiando San Martino

centrotavola autunnale
con lettere in pasta di pane

bardolino novello con fantasia di tortelli di pane

zuppa di verza, zucca e legumi

salmone all'alloro e agli agrumi
con patate al vapore
e salsa vellutata al prezzemolo

zucca speziata

bardolino novello
verde piona, rigorosamente scaraffato

torta di zucca e cioccolato
con grappa all'arancia

caffè al ginseng
con cucchiaino di cannella e cioccolato

Buon Appetito

Torta di zucca e cioccolato

La mia amica Tiziana mi ha suggerito questa torta pubblicata sul forum Giocose Bontà.
E' una ricetta che proviene da un ricettario per il Bimby ma si può tranquillamente fare con qualsiasi robot.
La prima volta che l'ho fatta avevo fatto confusione con la spiegazione di un altro dolce, mettendo il cioccolato fondente a scaglie invece del cacao amaro. Devo dire che il risultato è stato molto buono ugualmente, rimanendo però il dolce più arancione.
Oggi l'ho fatta per benino seguendo passo passo la ricetta ed è venuta cioccolatosamente scura come dovrebbe!
Per chi ama la zucca, questa torta si rivelerà una delizia!



Ingredienti:

4 uova
200g. di zucchero
400g. di polpa di zucca, lessata e scolata bene o cotta al vapore o in forno
100g. di farina
100g. di burro morbido
50g. di cacao amaro
50g. di gocce di cioccolato
1 bustina di lievito per dolci

qualche amaretto sbriciolato se piace

Nel boccale uova e zucchero e montare brevemente per un paio di minuti a vel.6.
Aggiungere la zucca e la farina e mescolare qualche secondo a vel.4/5, poi unire anche il cacao e il burro e amalgamare bene a vel. 5/6 per un minuto, aggiungendo il lievito verso la fine.
Aggiungere poi le gocce di cioccolato, versare in una tortiera di 26cm. di diametro (io ho optato per una a ciambella) ricoperta di carta forno e cuocere a 180° per 30/35 minuti.

La prima volta ho aggiunto degli amaretti sbriciolati all'impasto, ci stanno proprio bene!

23 novembre 2008

Detersivo ecologico per lavastoviglie - WHB # 159




Il limone, Citrus Limon, è un agrume ben noto a tutti e del quale se ne fa un uso quasi quotidiano in cucina. Se ne adopera il succo, la buccia e la polpa e anche i semini, aiutano nella preparazione delle marmellate rilasciando la pectina di cui sono ricchi, favorendo così la gelificazione. Il limone è largamente usato nella preparazione di bevande, aperitivi e drinks, la fa da padrone nelle decorazioni dei piatti, è fantastico per la marinatura di pesci e carni, dona un gradevole profumo e sapore a torte, biscotti e dolci, può diventare un'ottima marmellata, anche in compagnia di arance e pompelmi, ed è la base essenziale per uno dei liquori Italiani più famosi al mondo, il Limoncello, come pure di uno meno famoso, ma non per questo meno buono, casalingo e genuino.

Ho conosciuto da poco Matteo e il suo blog fresco freschissimo.
Fra le sue ricette ho notato questa in particolare che ho voluto provare subito e immediatamente dopo fatta mia!
Non avrò scoperto l'acqua calda, ne sono certa, sicuramente qualcuno la conosce già e ne fa buon uso. Io ne sono rimasta molto soddisfatta e con l'approvazione di Matteo la ripubblico volentieri, in modo che possa essere divulgata maggiormente e "raccimolare" ulteriori fans!
Girando poi per la rete sono arrivata anche a questo sito che la pubblica in maniera moto divertente e allegra e aggiunge ulteriori consigli spaziando nel campo delle pulizie.



Ingredienti:

3 limoni
100g. di aceto, meglio bianco
200g.di sale
400g.di acqua

Tagliare i limoni (con buccia) a pezzi, togliere i semi e frullarli insieme a un po' di acqua in modo da ottenere una crema finissima
Aggiungere la restante acqua, l'aceto e il sale grosso e cuocere per 15/20 minuti.
Anche in pentola a pressione, 10 minuti dal fischio.
Anche nel Bimby, dopo aver frullato i limoni a turbo per 1 minuti, cuocere 100° per 20'.
Usare un paio di cucchiai a lavaggio nella vaschetta del detersivo. Funzia!!!

Ho provato a pulire il paiolo in rame per la polenta ed è venuto luccicante!

A me e Matteo è venuta poi un'idea in contemporanea che lui ha già sviluppato con successo: aggiungere un mandarino o mezzo arancio quando si frullano i limoni così da aromatizzare diversamente il detersivo.

Qui un video che mostra la realizzazione di questo detersivo.

E per la lavatrice io uso le magiche palline Robby Wash.
Oppure si può usare la BioWashBall tanto sponsorizzata da Beppe Grillo nel suo tour (www.greenest.se)
Oppure ancora utilizzare le noci lavanti del Nepal.




Questa ricetta partecipa al WHB # 159 ospitato da Siri di Siri's Corner
This recipe participates to WHB #159 hosted by Siri from Siri's Corner

Thanks again to Haalo from Cook (almost) Anything at Least Once,
she is now the great manager for WHB!


Biological dishwashing liquid



Lemon is the common name for Citrus Limon.
It is well known and well appreciated, especially in culinary use. It is a wonderful help in cooking and baking: sliced, juiced, rinded. Even seeds are used in preparing jams and jellies, because they are plenty of pectin, which helps in gelling. It's perfect for drinks, as a garnish, for marinating meat and fish. Gives flavour to cakes, biscuits and sweets, becomes a wonderful marmalade, alone or with other oranges and grapefruits, is essential for a famous Italian liquer, limoncello, or a less famous but still homemade like mine.
But lemon is good also for a fantastic ecological home made dish washer detergent!
Easy to do, easier to use!




You need:


3 lemons
400g. water
100g. vinegar, better white
200g. kitchen salt


Cut lemons in four, take off all seeds and then mix well with half water in the mixer until is soft and creamy.
Add remaining water, vinegar and salt, put on fire and cook for 15/20 minutes.
Use 2 tablespoons for every washing in your dishwasher.

It's also good to clean copper pans, they will turn out as bright as new!

If you like, add a tangerine or half orange for a special citrus fruits flavouring.




For my washing machine I use Robby Wash Ball.
You can use also Bio Wash Ball.


Round up WHB # 159

22 novembre 2008

Sale rosa dell'Himalaya

Vado sempre a comprare le farine al molino Bertolini di Caprino, dai miei amici Anna, Mauro e Raffaello (...quando c'è...). Vendono molte altre cose oltre a farine e granaglie, hanno un bel assortimento di paste particolari e ultimamente sugli scaffali delle belle confezioni con Sale Rosa dell'Himalaya.
L'ho ammirato per molto tempo, sono stata più volte indecisa se prenderlo o meno, avevo ancora da finire il barattolo di Fleur de Sel*... è abbastanza costoso e qua, coi ragazzi con le mani bucate, non sarebbe stato così appropriato.
Ma poi la settimana scorsa, in un raptus di shopping sfrenato, mi sono decisa e ho acquistato un chilo di sale macinato grossolanamente e pure la saliera piena!
E così sono tornata a casa felice e soddisfatta e ora la saliera "rosa" è sempre presente sulla nostra tavola, anche se il più delle volte devo sempre ricordare "...poco...non serve metterne tanto!...".

*Fleur de Sel (Fior di Sale) è un condimento raro e pregiato. Questo sale marino artigianale consiste in una brina di “giovani” cristalli che si formano in modo naturale sulla superficie delle saline. Nei mesi estivi viene quotidianamente raccolto a mano in piccole quantità. Naturalmente candido, viene chiamato anche "Il caviale del sale", ed è molto apprezzato dai migliori chefs e gourmets del mondo.



Vi riporto la scheda informativa:

Il nostro pianeta è ricco di sale, che è presente non soltanto nei nostri mari, ma anche e in abbondanza sulla terraferma, nella forma di giacimenti minerari.
Il Sale Rosa Resonance è Salgemma cristallino della qualità più elevata, estratto a mano rispettando l'etica del lavoro presso le antichissime miniere di sale ai piedi dell'Himalaya, formatesi all'evaporazione dell'oceano primordiale, oltre 250 milioni di anni fa.
Il sale marino subisce l'inquinamento dei mari, a causa del fenomeno naturale di affioramento per evaporazione, e viene successivamente lavorato, raffinato e addittivato in più modi.
Il Sale Rosa Resonance è puro e naturale al 100%, non è raffinato, non è addittivato, non è sbiancato e non è inquinato.
E' ricco dei suoi purissimi minerali ed oligoelementi, tutti quelli presenti nell'organismo umano che è in grado di
generare la vita.
L'importanza del sale Rosa dell'Himalaya, per il mantenimento del nostro organismo diventa più evidente se paragoniamo l'acqua del mare col nostro sangue: il nostro sangue non è altro che acqua marina trasformata.
Pensate alle nostre lacrime: sono anch'esse salate!
L'acqua del mare contiene, infatti, 84 elementi naturali, gli stessi che sono presenti nel nostro organismo e nel Sale Rosa dell'Himalaya.
Da recenti ricerche scientifiche risulta evidente che questi 84 elementi vitali essenziali sono indispensabili per mantenere il nostro organismo imperfetta forma e per il nostro benessere fisico.
La maggior parte dei minerali ed oligoelementi fissati nel Sale Rosa Resonance possono essere direttamente disponibili per le cellule senza essere metabolizzati dall'organismo, perchè la struttura del Sale Rosa non è molecolare ma elettrica.

Pubblico volentieri questa scheda speditami da Federico:

SOLUZIONE SATURA DEL SALE ROSA DELL’HIMALAYA RESONANCE®

La Soluzione Satura del Sale Rosa dell’Himalaya contiene tutti i Minerali e gli Oligoelementi in concentrazione ottimale per il nostro corpo.

Il Sale Rosa dell’Himalaya è nato oltre 250 Milioni di anni fa, quando i Mari Primordiali sono stati prosciugati dalla luce del Sole, dando origine alla vita.
Viene estratto a mano nelle
Antichissime Miniere di Sale ai piedi dell’Himalaya, non contiene additivi, non è raffinato, è Puro e Naturale al 100%.

La Soluzione Idrosalina Naturale ha in sé lenergia necessaria per generare la vita; non a caso tutte le forme viventi che siano mai esistite sul nostro pianeta provengono dal mare.
Questa modalità di sviluppo della vita si può osservare ancora oggi nella gestazione
dell’embrione umano all’interno dell’utero materno.
Durante i
nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita, l’embrione percorre ognuna delle fasi dell’evoluzione.
In quest’arco di tempo si condensano
250 Milioni di anni di evoluzione biologica, dall’organismo unicellulare fino all’essere vivente dotato di coscienza.
L’embrione
cresce in realtà nel Liquido Amniotico, ovvero in una Soluzione di Acqua e Sale all’1%, alla temperatura di 37°C, che corrisponde alla Soluzione Satura del Sale Rosa dell’Himalaya diluita in un bicchiere pieno d’acqua.

Questa Soluzione concentrata di Sali minerali è di notevole aiuto in tantissime patologie, è un ottimo energetico, un disintossicante, Non dà Ritenzione dei Liquidi come il sale raffinato da cucina normale che viene ripulito chimicamente dall’Industria e ridotto a Cloruro di Sodio Innaturale.
E’ preferibile quindi sostituire il sale grosso ed il sale fino da cucina con il
Sale Rosa dell’Himalaya, purchè sia di Prima Qualità e di Origine Certificata, come il Sale Rosa dell’Himalaya Resonance® e di bere un cucchiaino da thè di soluzione satura tutte le mattine a digiuno diluita in un bicchiere pieno di acqua oligominerale da 200 ml (Levissima – Lauretana etc.).

Di seguito si riportano alcuni esempi di utilizzo della Soluzione Satura del Sale Rosa dell’Himalaya tratti da Fonti di Medicina Omeopatica Italiana ed Europea.

  • Acne, impurità, eczemi, neurodermite, psoriasi:

Bere tutte le mattine la soluzione diluita in un bicchiere di acqua e fare il bagno ½ volte la settimana con un chilo di sale da bagno Himalayano per 100 litri di acqua in vasca (concentrazione 1%) a temperatura di 37°C, e rimanere immersi per circa 20 min.

  • Herpes, micosi al piede, verruche, punture di insetto:

Fare toccature locali con la soluzione concentrata o fare degli impacchi con una garza più volte al giorno, bere inoltre tutte le mattine a digiuno un cucchiaino da thè di soluzione satura diluita in un bicchiere d’acqua.

  • Allergie, asma, rinite allegica, raffreddore, otite, mal di gola, influenza, bronchite:

Bere ogni mattina a digiuno un cucchiaino di soluzione diluita in un bicchiere d’acqua oligominerale. E’ bene fare anche il bagno con la soluzione all’1%.

La soluzione satura si può usare nell’aereosol all’ 1%.

  • Mal di gola:

Fare gargarismi con la soluzione diluita all’1% in mezzo bicchiere d’acqua.

  • Artrite, artrosi, osteoporosi, gotta, fratture, distorsioni, contusioni, stiramenti, insonnia, ansia, depressione, difficoltà di concentrazione, disturbi femminili, climaterio, sindrome pre-mestruale, dolori mestruali, amenorrea, secchezza vaginale, disintossicazione da metalli pesanti, acidità di stomaco, stitichezza, problemi di fegato e delle vie biliari, diarrea, colite, gonfiore addominale, intestino irregolare, difficoltà digestiva, problemi renali e della vescica, calcoli renali, ipertensione, ipotensione:

Bere ogni mattina a digiuno un cucchiaino di soluzione in un bicchiere di acqua oligominerale e bere almeno 2/3 litri di acqua oligominerale al giorno.

Fare il bagno con la soluzione all’1% (circa 1kg di sale da bagno Himalayano in una vasca da 100 litri) una volta a settimana e/o fare impacchi locali con un panno o garza imbevuto di soluzione satura.

  • Per lo sport:

Bere un cucchiaino da thè di soluzione satura diluito in un bicchiere di acqua da 200ml prima dell’attività sportiva e uno dopo o durante lo sforzo.

  • Igiene orale:

Spazzolare i denti con la soluzione salina satura in concentrazione all’1% e fare gargarismi e risciacqui in bocca per 2/3 minuti.


PREPARAZIONE DELLA SOLUZIONE SATURA

Mettete uno o più cristalli di Sale Rosa Cristallino in un piccolo vaso di vetro con coperchio e riempitelo con acqua di sorgente di buona qualità.

Nell’arco di 24 ore i Cristalli si scioglieranno fino alla saturazione dell’acqua e daranno così origine ad una Soluzione Idrosalina Cristallina Satura al 26% e pronta all’uso.

La conservazione non richiede alcun accorgimento particolare in quanto Soluzione STERILE; l’acqua salina satura non consente la proliferazione di microrganismi come germi, virus, funghi e batteri e quindi non ha data di scadenza.

Finchè i Cristalli saranno visibili nel vaso avrete la certezza che la soluzione è satura e potrete prelevarne ogni giorno la quantità che vi serve.

Con 1 Kg. di Cristalli di Sale Rosa Resonance si prepara una quantità di Soluzione Satura che dura circa 2 Anni ( per un consumo di un cucchiaino da the al giorno).

Come si può vedere il Sale Rosa dell’Himalaya è utile in quasi tutte le patologie più comuni: è molto importante però che sia di Prima Qualità e di Origine Certificata.

Non è un medicinale ma è un modo naturale per ritrovare l’equilibrio perso all’interno delle nostre cellule, ed è per questo che aiuta la risoluzione naturale di molti problemi.

Si ricorda inoltre che questa terapia si può Associare a qualsiasi altro prodotto naturale o farmacologico, ottenendo un Beneficio Maggiore per effetto Sinergico.

per saperne di più: www.I-love-you-federico.it

20 novembre 2008

Giovedì gnocchi!

Un modo di dire...ma anche una squisita realtà!
Sì perchè per molti era o è ancora tradizione di mangiare un bel piatto di gnocchi il giovedì, come il venerdì era/è per la pizza e il pesce. A noi piacciono molto, per anni andavamo sempre a mangiarli dalla nonna Maria, che ci ha poi insegnato a farli: Max ha imparato fin da piccolino e ancora adesso è un valido aiuto in cucina. Io mi diverto molto a farli e anche se ora le mie dosi sono un pochino aumentate, ingaggiando della buona manovalanza che in casa mia non manca ero arrivata ad avere quasi una catena di montaggi: uno pelava, uno schiacciava, io impastavo e tagliavo, un altro li metteva ben disposti sui piatti...in neanche mezzora preparavamo tanti gnocchi per tutti!

Ora, grazie ai preziosi consigli di Bruno Barbieri, ho imparato un nuovo modo di cuocere le patate, schiacciandole poi anche con la buccia (non ci volevo credere che si potesse fare e così bene!) e in casi sfortunati riesco ad arrangiarmi da sola anche con grossi quantitativi! Che patate usare? La varietà di patata è molto importante, la sua struttura decide sulla buona riuscita o meno dell'impasto. Io sono sempre stata fedele a quelle a buccia rossa, consigliate anche da Bruno, sono pastose al punto giusto, non mi hanno mai deluso. Se non le trovo, però, sicuramente sono da preferire quelle vecchie, e se si trovano, di montagna. Le patate nuove sono troppo acquose e richiedono troppa farina, lo gnocco poi sarebbe immangiabile.

Per le dosi io vado molto ad occhio, ma principalmente seguo questa tabella:

1kg.di patate
200/250g. di farina
un tuorlo o 1 uovo intero
sale/pepe



Per l'uovo mi regolo a seconda della consistenza delle patate, però di solito metto un tuorlo solo su un chilo di patate, un uovo intero su due chili, un uovo e un tuorlo su tre e all'incirca seguo questa proporzione per più chili.

Lavare e asciugare bene le patate. Avvolgere ogni patata nella stagnola e sistemarle sulla teglia del forno su un letto di sale grosso. Cuocere a 200° per 45/60 minuti, finchè ben morbide.
Tagliarle a metà e schiacciarle nello schiacciapatate con la buccia.

Aprire il composto per farlo intiepidire rapidamente quindi impastare con il tuorlo d'uovo, la farina, sale e pepe. Formare una palla. Tagliare un pezzo di composto e arrotolarlo sotto i palmi delle mani sul piano infarinato abbondantemente formando un bigolo. Col coltello tagliare gli gnocchi della grandezza desiderata e disporli su un piatto. Proseguire fino ad esaurimento del composto.
Mettere l'acqua a bollire e non salarla. Quando bolle versare gli gnocchi dentro facendoli scivolare direttamente dal piatto aiutandosi con un mestolo di acqua bollente della pentola, in questo modo cadranno da soli. Appena vengono a galla scolarli con una schiumarola, metterli in uno scolapasta a gocciolare e poi nel piatto da portata e condire a piacimento.




I classici condimenti sono al ragù o al pomodoro, ma non è da meno un tipico condimento veneto
"in bianco" che prevede burro fuso (a piacere aromatizzato con una foglia di salvia) sugli gnocchi appena scolati e una spolverata di grana, cannella e zucchero precedentemente mescolati in una ciotola.





C'è poi la versione "alla sorrentina" suggeritami da Ale e che gustavamo sempre nelle nostre belle vacanze a Positano: gnocchi conditi al pomodoro e mozzarella doc a pezzettini, fatti gratinare leggermente in forno...con tanto, tanto basilico!

Scusate i miei, che mancano di basilico (ma ora non è stagione e non l'ho trovato!) e non sono gratinati ma spadellati...mi sono solo permessa per rendere l'idea...mi perdoni Ale?...prometto che appena li rifarò come si deve cambierò la foto!



Questa ricetta partecipa alla raccolta di Viviana


19 novembre 2008

Fantasia di tortelli di pane

E' da tempo che mi coccolavo questa ricetta delle mie adorate Simili, e per una cosa o l'altra la rimandavo. Finalmente sono riuscita nel mio intento e nel giro di una settimana l'ho già fatta due volte, migliorando l'estetica e accelerando il ritmo di esecuzione. Non è difficile, è solo un pochino laboriosa per cui ci vuole organizzazione: preparare i ripieni già tagliuzzati e divisi, fare un formato per volta in modo da prenderci subito la mano e il ritmo (io invece saltavo da un raviolo a un tortellino a un altro formato di raviolo...che confusione!), non pretendere di fare formati piccoli, meglio mantenersi su una taglia medio grande perchè la sfoglia di pane è più delicata di quella per la pasta.



Per l'impasto:

500g. di farina
200g. di acqua
50g.di olio extravergine di oliva
8g. di lievito di birra
2 cucchiaini rasi di sale
1 cucchiaio di zucchero

Per i ripieni:
salumi vari tritati mescolati con formaggio
cipolline/funghetti/carciofini sottolio
wurstel/salsiccia
pomodori secchi
olive

Fare la fontana, mettere l'acqua al centro e fonderci il lievito con lo zucchero, raccogliere un pochino di farina intorno e amalgamare, quindi unire olio e sale, prendere la restante farina e impastare bene il tutto.
Nel Ken: mettere la farina nella ciotola, iniziare a mescolare a vel.2 e aggiungere metà dell'acqua dove si sarà fatto sciogliere il lievito con lo zucchero, quindi aggiungere l'olio, la restante acqua e il sale e impastare.
Nel Bimby: acqua, lievito e zucchero nel boccale a vel.1 40° per 20 secondi, quindi aggiungere l'olio e mescolare pochi secondi, poi la farina e il sale e impastare 1 minuto a vel. 6, quindi 30 secondi Spiga.
Deve risultare un impasto un po' duro, fare una palla e lasciarla riposare sulla spianatoia coperta da una ciotola per almeno mezzora.



Quindi prenderne un pezzo alla volta e tirarlo con la macchinetta come per fare una sfoglia, una volta per numero fino arrivare al penultimo (nel Ken mi sono fermata al 6).
Tagliare la sfoglia con una rotella dentata o con gli stampi appositi, farcire col ripieno prescelto e formare i tortellini, i ravioli quadrati, i ravioli a mezzaluna, scegliendo un formato diverso per ogni tipo di ripieno in modo da distinguerli poi.
Pennellare velocemente con un po' di olio extravergine di oliva e mettere subito in forno a 180° per 10/12 minuti finchè belli dorati.



Avevo dei peperoni agrodolci saltati in padella, li ho usati come ripieno e vanno benone.
Ho usato anche dei bocconcini di salmone avanzato e ammorbidito da un cucchiaino di vellutata al prezzemolo, benone pure loro.
Credo che molti avanzi che girano per il frigo possano diventare un buon ripieno per questi tortelli tutto fare!
Non ho ancora provato, ma sono sicura che si possono congelare (magari tenendoli un paio di minuti indietro di cottura), scongelarli a temperatura ambiente e passarli in forno qualche minuto a 180° prima di servirli.



Con gli avanzi di pasta si ottengono dei simpatici crackers mettendoli a dorare in forno pennellati con un pochino di olio.

Questa ricetta partecipa alla raccolta "Sfizi in tavola" di Daniela