Torta al testo con verdure per il Club del 27
E' nato il Club del 27 - io sono la tessera n. 28 ed oggi è il secondo appuntamento insieme, dedicato alle Miss MTC Pies & Co., ovvero timballi, torte (dolci e salate) e pies da tutto il mondo.
Sarà una super giornata golosa, invasa dalle numerose preparazioni dei tanti membri del Club, riunite da Alessandra qui: enjoy!
Ho scelto di ripetere la Torta al Testo con verdure, perchè avevo giusto due testi romagnoli nuovi di zecca da inaugurare. E poi perchè la verdura del ripieno era il cavolo nero, di cui sono gran fan ed estimatrice... ma ahimé, il tempo (metereologico) si è voltato proprio al bello, sembra una primavera già inoltrata, le temperature sono salite di molto e del cavolo in questione ormai non vi è più traccia.
Ho optato allora per dei radicchi di campo (freschi di giornata) e del spinacino, aumentando la dose del ripieno, perchè a noi piacciono le cose XL :-))
Per fare delle focacce più rustiche ho usato farina di farro e farina 1; ho anche preferito farle più piccole, dividendo ulteriormente l'impasto, in modo che ognuno avesse il suo gustoso panino.
La cucina popolare regionale riserva sempre delle belle sorprese: piatti poveri in ingredienti, semplici da realizzare ma ottimi al palato!Uno dei piatti più caratteristici perugini è sicuramente la Torta al Testo, conosciuta anche con i nomi di crescia (nella zona di Gubbio), torta del panaro o pizza sotto il fuoco (a Terni) e ciaccia (nella Valtiberina).La Torta al Testo ha origini antichissime, qualcuno la fa risalire addirittura al popolo umbro, fondatore della città di Gubbio nel I millennio a.C.Nasce come alternativa non lievitata al pane tradizionale. In origine ne esistevano due varianti: quella più povera di grano, più popolare, e quella di granoturco, utilizzata dalle famiglie benestanti.In origine la cottura avveniva sotto le ceneri, poi il piano di cottura divenne un disco dello spessore di 3 cm chiamato in latino testum, ovvero una tegola in laterizio.Nella Roma antica queste tegole venivano messe ad arroventare direttamente sul fuoco vivo e vi venivano cotte anche le focacce.Nei tempi più antichi il testo si fabbricava in casa scolpendo grosse pietre refrattarie oppure modellando un impasto di argilla e scaglie di ghiaia di fiume finissima. Il testum veniva quindi messo direttamente a scaldare nel fuoco: la terracotta ha la capacità di assorbire molto calore e di rilasciarlo lentamente, consentendo la lenta ed omogenea cottura. La torta veniva quindi fatta cuocere sul testo caldo, lontano dal fuoco.In origine era semplicemente fatta con farina, acqua e un po’ di sale. Era preparata nelle case dei contadini in occasione del grande lavoro nei campi come la mietitura e la vendemmia.Con il tempo agli ingredienti base se ne sono aggiunti altri, in primis il lievito o il bicarbonato, che permettevano di ottenere una torta più alta che lievitava durante la cottura. Proprio da questa nuova aggiunta deriva l’altro nome crescia.Altre versioni della Torta al Testo prevedono l’utilizzo di olio di semi o di oliva, di strutto, Parmigiano e/o Pecorino e uova. Questa torta potrebbe esssere definita come una specie di focaccia più compatta, oppure come una piadina più soffice e spessa.
Il Testo si trova ancora oggi in commercio anche se non è più ovviamente una tegola d’argilla ma un piano di cottura, in genere tondo, che può essere di ghisa o di cemento e possono essere usati sia nel forno a legna, sia sul fornello di casa. Sono reperibili nei negozi specializzati di casalinghi oppure molto frequentemente nelle fiere di paese (testo di Jlenia – Cucina in Pillole).
Ingredienti:
per 4 focacce grandi o 8 piccole
200 g di farina di farro
200 g di farina 1
200 g di acqua
un cucchiaino di lievito
(baking powder o istantaneo per torte salate)
3 cucchiai di Pecorino grattugiato
un cucchiaio di olio extravergine di oliva
un cucchiaino di sale
per il ripieno
800 g di radicchio di campo (pulito)
400 g di spinacini
3/4 cipollotti
olio extravergine di oliva
scamorza affumicata a fette
Parmigiano Reggiano grattugiato
sale/pepe
Nel frattempo preparate le verdure: mondare e lavare il radicchio di campo e gli spinacini. Metterli separatamente in due padelle (al radicchio ho aggiunto mezzo bicchiere di acqua) e lasciare appassire a fuoco medio (pochi minuti). Scolare e tagliare a coltello.
Tagliare i cipollotti a fettine e lasciarli soffriggere/stufare in una padella con un bel giro di olio. Unire le verdure, e cuocere a fiamma vivace quel tanto che basta per asciugarle dall'acqua espulsa in cottura (mantenendole morbide, però). Salare e pepare.
Dividete poi l'impasto in 4 parti per le focacce grandi, altrimenti in 8 se preferite farle più piccole.
Forate la superficie con i rebbi di una forchetta o l'apposito attrezzo.
Scaldare bene il testo e cuocere le focacce da ambo i lati, regolando la fiamma in modo che non brucino e rigirandole spesso.
Per mantenerle morbide mentre si finisce di cuocere tutte le torte, sistemarle in un cestino di stoffa e coprirle con un canovaccio pulito.Riscaldare le verdure in padella e cospargerle con abbondante Parmigiano.
Aprire le focacce a metà ed imbottirle con le verdure e la scamorza affumicata a fette.
Buona anche il giorno dopo: avanzata già imbottita, rimessa sul testo, diventata più croccante ed ancora più sfiziosa!
Ricetta tradizionale400 g di farina - 250 ml circa di acqua - un cucchiaino di sale
Gli ingredienti vengono lavorati a mano fino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo, il quale viene poi spianato con il mattarello (rasagnolo) di legno formando delle torte rotonde e basse, dello spessore di circa un dito della mano.La superficie va poi bucherellata con le rebbie della forchetta. Il testo deve essere ben caldo; va perciò a lungo messo a contatto con una fonte di calore che può essere il forno a legna oppure direttamente il fuoco dei fornelli di casa. Quando il testo è ben caldo si deve porre sopra la torta preparata e bisogna procedere con la cottura che deve avvenire lentamente, girandola più volte sul testo finchè la superficie raggiunge il livello di cottura desiderata.La cottura può avvenire grazie al calore accumulato dal testo durante la fase di riscaldamento del testo stesso oppure direttamente sul fuoco ma molto basso, facendo attenzione a modulare bene il calore.Il prodotto va conservato in luogo fresco e asciutto e consumato preferibilmente in giornata.Può essere usato come pane, in genere viene tagliato a metà nel senso dello spessore e farcito con salumi e formaggi oppure con le verdure come a creare una sorta di torta salata preparata al momento.