Chiarè e Spritz, bollicine venete per l'aperitivo del Calendario del Cibo Italiano
Oggi il Calendario del Cibo Italiano celebra la Giornata Nazionale degli Aperitivi, un appuntamento ormai (quasi) irrinunciabile e che spesso sfocia in quel rito così modaiolo chiamato Happy Hour o Six to Nine, per i più precisini, che sta appunto ad indicare quell'intervallo di tempo pre-serale in cui godere di uno (o più) cocktail accompagnati dalle più svariate ispirazioni culinarie espresse o, talvolta, massima espressione golosa di indovinati ricicli.
Un rituale irrinunciabile in terra veneta è lo Spritz.
Credo non ci sia un solo veneto a non averlo mai bevuto, e fin dalla primissima età, quando a tavola ai bambini che chiedevano di assaggiare il vino lo si dava sprizzato con acqua minerale! Era più di un aperitivo, valeva più di un raffinatissimo cocktail o di un ricercatissimo longdrink: lo Spritz era un rituale, una sana abitudine consolidata nel tempo e sempre piacevole. Inoltre, cosa di cui tener conto oggigiorno, poco costoso! In alcune cittadine già a metà mattina gli affezionati lo richiedevano ai banchi del bar invece del solito caffè.
Curiosa l'origine del nome: c'è chi lo associa al tedesco spritzen (spruzzare) perchè i soldati dell'Impero Austriaco di stanza a Venezia solevano allungare il vino locale con l'acqua per mitigarne il grado alcolico: c'è chi sostiene, invece, che derivi dal nome di un vino austriaco.
Ora è diventato un cult anche tra i giovani, complice le recenti campagne pubblicitarie dell'Aperol, suo immancabile compagno di bicchiere; anche se, talvolta, può essere preparato con il Campari (in tutte le mie Spritz-ate ho trovato solo un locale dove ordinando uno Spritz, senza specificare Aperol, me lo ha portato col Campari, da me non tollerato; alla mia strabuzzata sorpresa sono stati molto gentili e me lo hanno subito sostituito).
L'Aperol è un aperitivo alcolico italiano con una gradazione di 11°, dal arancione brillante e dal sapore dolce amaro ottenuto per infusione in alcol di arancia dolce e amara, erbe (tra cui il rabarbaro) e radici in proporzioni perfette. La ricetta, ultra segreta, è rimasta invariata dalla nascita. Viene creato dai fratelli Barbieri di Bassano del Grappa e presentato ufficialmente in occasione della prima Fiera Campionaria di Padova nel 1919. Sin dalla sua nascita l'Aperol si presenta con un distintivo colore arancione. Dato il successo del prodotto, i produttori Barbieri decidono di investire in pubblicità: negli anni venti l'arancione diventa la firma cromatica di Aperol e nei bar spuntano i primi poster pubblicitari che invitano a consumare un Aperol. Negli anni trenta Aperol realizza una campagna dedicata alle donne sui principali quotidiani in cui si vede una sarta che misura il girovita di una cliente ed esclama: "Signora! L'Aperol mantiene la linea". Alle signore era consentito un Aperol in quanto aperitivo leggero. Negli anni cinquanta, dal tradizionale spritz veneto (vino bianco con seltz) nasce la nuova ricetta con Aperol: 4 cl di Aperol, 6 cl di Prosecco e uno spruzzo di seltz o soda. Da allora l'Aperol si lega allo spritz.Dal secondo dopoguerra l'Aperol conosce un grande sviluppo e una rapida diffusione grazie anche al Carosello in cui Tino Buazzelli, portandosi la mano alla fronte, pronuncia le parole "Ah, Aperol!". Negli anni ottanta segue lo spot di Holly Higgins in cui si tira su la minigonna per raggiungere in moto gli amici in un bar di Miami mentre dice "Non so voi, ma io bevo Aperol".Nel 1991 la F.lli Barbieri viene acquisita dalla Barbero 1891 che, a sua volta, nel dicembre 2003, diventa di proprietà del Gruppo Campari. A partire dai primi anni 2000, anche grazie al successo dell'happy hour e del fenomeno spritz, Aperol incrementa la sua produzione espandendosi anche in Germania, Austria e altri Paesi. Nel 2008 il marchio si impone ulteriormente sul mercato grazie a una riuscita campagna pubblicitaria ispirata al rito tutto veneto dello spritz e lancia l'Aperol Spritz portandolo così a conoscenza del grande pubblico; si ottiene miscelando in un bicchiere con ghiaccio tre parti di Prosecco, due di Aperol e una di seltz, aggiungendo alla fine una fetta di arancia. Aperol Spritz è anche un brand del gruppo Campari.Nel 2010 Aperol ritorna in televisione con una nuova campagna all'insegna dello spritz in cui il brano Street life di Randy Crawford è arrangiato in versione "garage" con la collaborazione del musicista e produttore Ferdinando Arnò (tutte le campagne pubblicitarie qui).Nel 2011 nasce Aperol Spritz home edition, il nuovo prodotto Aperol che offre gli ingredienti dello spritz all'interno di una bottiglietta pronta all'uso (da wikipedia).
Anche se le dosi consigliate sono 3 - 2 - 1, personalmente preferisco farlo leggermente più leggero, per poterne godere qualche bicchiere senza cadere in un letargo anticipato.
La soda può essere sostituita da acqua minerale gassata, immancabili tanti cubetti di ghiaccio (quello duro, che non si scioglie) e obbligatoria la fettina di arancia, sempre.
Il mio Aperol Spritz:
1/3 di Prosecco ben freddo
1/3 di Aperol
1/3 di soda/seltz
fettine di arancia
cubetti di ghiaccio
1/3 di Aperol
1/3 di soda/seltz
fettine di arancia
cubetti di ghiaccio
Nel bicchiere o nella caraffa si mette prima il ghiaccio, poi l'arancia, a seguire il Prosecco, l'Aperol e la soda: una mescolata e lo Spritz è servito!
L'Aperol Spritz si gusta in ogni dove e in ogni occasione: al mare, in montagna, al lago, in città, in campagna, a Venezia come a Napoli, accompagnandolo con quello che più vi piace... anche con un piatto di ottime vongole tirreniche!
L'idea di questo aperitivo nasce da Andrea Palmisano del Caffè Matteotti di Bardolino, con la partecipazione di Mauro Sabaini del Caffè Centrale, entrambi appartenenti all'associazione di ristoratori e baristi di Bardolino De Gustibus, in occasione dell'Aperitivo Sotto le stelle nell'agosto dello scorso anno. Il Chiaretto Spumante è un vino ancora in produzione limitata (300 mila bottiglie totali, contro i 10 milioni di bottiglie del Chiaretto tradizionale) ma che sta riscuotendo un successo crescente incontrando sempre di più il favore del pubblico vinaiolo.
Francesca Negri di Geisha Gourmet così lo definisce: una fresca bevanda “pre dinner” che valorizza il colore rosa corallo della rara versione spumantizzata del Chiaretto bardolinese e i suoi caratteristici profumi fruttati (lampone, fragolina di bosco, ciliegia), floreali (accentuati dal sambuco) e speziati (esaltati dalla menta). Il tutto con una gradazione alcolica finale abbastanza contenuta: una tipica porzione da bar non arriva i 5 gradi di alcol.
ghiaccio abbondante
6 centilitri di Bardolino Chiaretto Spumante
1,5 centilitri di sciroppo di sambuco
7,5 centilitri di soda
foglie di menta fresca
Per comodità ed in occasione di feste o cene preferisco farlo in una caraffa capiente, lasciando in infusione la menta col sambuco per un paio di ore, in modo da diffondere il suo aroma più persistentemente, aumentando le dosi nella giusta proporzione.
Con cosa accompagnare questi cocktail nostrani? Massima libertà di pensiero e degustazione: dalla semplice patatina a qualsiasi finger food goloso e saporito, dalla sempre gradita fettina di salame con polenta ai bocconcini più sofisticati, dalle tartine vintage ai crostini più ricercati, passando, senza ombra di dubbio, attraverso gli sfiziosi mini rolls crepitanti preparati per l'ultima sfida Mtchallenge.
365 giorni di festa per celebrare le glorie della nostra cucina:
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7 commenti:
che aria di festa e d'estate si respira nelle tue foto. Ti posso assicurare che lo spritz è il mio aperitivo da sempre qui in terra nordica i.e. Trentino Alto Adige.
Che aperitivo sarebbe senza Spritz? Molto interessante anche il Chiaré.
Lo Spritz resta sempre un must, c'è poco da dire e poco da fare. Ottimo in caraffa (così se ne bevono anche due senza cadere in letargo come dici tu) o in bicchiere.
Devo dire che il Chiarè però mi ispira e lo proverò sicuramente. Le tue foto sono bellissime, come sempre, ma quelle che ho apprezzato di più sono quelle in compagnia che trasmettono allegria da vacanza.
I roller mi erano piaciuti già allora, lo spritz su quello ok ci sono lo conosco e lo beve ma questo chiarè con fiori di sambuca proprio non avevo idea di cosa fosse. Mi piacerebbe proprio prepararlo solo per avere tra le mani quei fiori, belli, delicati e profumati!!! Bravissima le foto sono proprio invitanti!
Eh ma qui te la sei proprio goduta.. ;) pure io !
Oh, allora non ho sbagliato il profilo dello spritz nello psicotest :P
Sai che invece il Chiaré non lo conoscevo assolutamente?! Tocca venire dalle tue parti ad assaggiarlo.. e, sia chiaro, lo si fa SOLO per la scienza ;)
Ma che voglia! e che foto... Non riuscirò mai a farne di così belle,bravissima, come sempre.
Grazie, Ale, Spritz forever! :-))
Grazie, Ilaria, ormai viaggio (quasi) con bottiglia appresso! Dopodomani volo a Londra e sai cosa metterò per primo in valigia??? Aperol e Prosecco! :-))
Mile, quest'anno non siamo riusciti a raccogliere il sambuco, è fiorito anzitempo col caldone di aprile, ma solitamente ci facciamo anche lo sciroppo (anni fa non si trovava così facilmente). Se l'anno prossimo hai la possibilità di una scampagnata prova a raccogliere un cesto di fiori e trasformali poi in questo nettare liquido, così ti potrai godere il Chiarè e l'Hugo con più soddisfazione!
Paola, grazie, qua è sempre festa e lo Spritz ce la rallegra divinamente! :-))
Giulietta, devo ancora fare il test ma di sicuro so che non potrò mai convertirmi a precetti che vietano l'assunzione di Spritz :-))) Devi venire per forza qui, ed assaggiare innanzitutto il Chiaretto in purezza e poi come Chiarè ;-) sempre e solo per quella grande scienza che si chiama... godimento alcolico! :-)))
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