28 febbraio 2011

Torta Angelica - BBD # 37

Non mi ero accorta, ma oggi è l'ultimo giorno di febbraio e c'è in scadenza il secondo contest di About Food, Ricette per un Pic nic. Confesso che avevo pensato di mandare una ricetta già pubblicata perchè sono presa sempre da mille cose ed impegni, anche perchè, a dir la verità, avevo pensato solo al salato, e con questo tempo uggioso il pensiero di cucinare qualcosa per un pic-nic mi faceva ridere e sotto sotto anche quasi incavolare (con la timida, e per fortuna regressa subito, nevicata di ieri mattina, poi!). Ma proprio perchè ieri era così brutto, ed era una tranquilla domenica a casa (mentre il programma avrebbe previsto una gita a Venezia per il Carnevale ...), ho avuto tempo di sfornare questa bella torta per il Bread Baking Day (l'evento mensile creato da Zorra più di 3 anni fa e dedicato a tutti gli appassionati di impasti e lievitati) di questo mese, e avendone pappata più di una fetta, riconfermando appieno la sua bontà e sofficità, ho concluso che sarebbe stata perfetta anche su una bella tovaglia a quadri stesa su una bel prato verde, all'ombra di una bella quercia secolare, con tante margheritine intorno a farci compagnia! La buona riuscita di questa ricetta è dovuta alla maestria delle mitiche Valeria e Margherita, a cui tanto devo di quello che ho imparato e per le quali avrò sempre un'ammirazione esagerata. Quest'Angelica era fra le ricette del primo corso da me seguito, nell'ottobre del 2006, ed ho provato una certa emozione nel rileggere gli appunti e le note prese allora, quando ancora certi movimenti nell'impastare e certe accortezze mi suonavano strane e non facevano parte del mio curriculum panettiero.

torta angelica

Lievitino:
135 g farina di forza (manitoba)
13 g di lievito di birra
75 g di acqua

In una ciotola piccola fare la fontana con la farina, mettere l’acqua al centro e sbriciolarci il lievito, scioglierlo bene, prendere poi la farina dall’interno della fontana e impastare. Lasciar lievitare il panetto fino al raddoppio (circa un'oretta).

Impasto:
400 g di farina di forza
75 g di zucchero
120 g di latte tiepido
3 tuorli
120 g di burro morbido
1 cucchiaino di sale

Farcitura:
75 g di uva sultanina, ammollata in acqua e rum e asciugata *
50 g di burro fuso

* tengo sempre un vaso di uvetta sultanina nel rum, così è sempre pronta per ogni preparazione

Glassa coprente:
150g di zucchero a velo
1 albume

- In una ciotola grande fare la fontana con la farina, mettere al centro il latte, quindi i tuorli rigorosamente sopra il latte e amalgamare senza prendere farina, poi mettere lo zucchero e amalgamare, quindi il sale prendendo un po’ di farina. Unire poi il burro morbido e battere l’impasto finchè si stacca dalle pareti della ciotola. Per far ciò si impasta con la mano a cucchiaio prendendo la pasta dal fondo e tirandola verso l'alto rovesciandola poi di nuovo nella ciotola (meglio stando seduti con la ciotola sul grembo, come facevano una volta le nostre nonne per impastare).
- Mettere il lievitino sul tagliere, aprirlo come una pizza, metterci l’impasto brioche dentro, richiudere i bordi e iniziare a impastare e a battere finchè i due impasti non saranno ben amalgamati, non si deve vedere nessuna striatura biancastra. Più aria assorbe l'impasto e meglio si sviluppa la lievitazione. Rimettere poi l’impasto in una ciotola leggermente imburrata, schiacciarlo lievemente col palmo della mano (aiuta a far lievitare la pasta più in fretta) e lasciar lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio, un’ora abbondante.
- Nell'impastatore: mettere la farina e lo zucchero nella ciotola, iniziando ad impastare a velocità bassa aggiungere il latte con i tuorli sbattuti, il sale e poco alla volta il burro a pezzettini. Quando ben impastato aggiungere anche il lievitino a pezzetti, aumentando leggermente la velocità e lasciando lavorare l'impastatrice finchè ben amalgamato, non si deve vedere nessuna striatura biancastra. Più aria assorbe l'impasto e meglio si sviluppa la lievitazione. Rimettere poi l’impasto in una ciotola leggermente imburrata, schiacciarlo lievemente col palmo della mano (aiuta a far lievitare la pasta più in fretta) e lasciar lievitare in luogo tiepido fino al raddoppio, un’ora abbondante.
- Rovesciare la pasta sul tavolo infarinato, infarinarla leggermente sopra per far scorrere il matterello e senza lavorarla e senza schiacciarla troppo, stenderla formando un rettangolo di 3 mm di spessore. Pennellare abbondantemente con il burro fuso, farcire con l’uvetta e i canditi di arancia leggermente frullati, così si scioglieranno in cottura (io ho messo metà uvetta e metà gocce di cioccolato). Arrivare a farcire tutti i due lati corti fino al bordo, ma rimanere a 4 cm dal bordo nei lati lunghi (foto 1).
- Arrotolare dal lato più lungo poi, con un coltello infarinato, tagliare a metà per il lato lungo. Ricordarsi di infarinare la lama ogni tanto per evitare che si appiccichi alla pasta. Separare i due lati aiutandosi con il coltello o la spatola di ferro, girarli in modo che la parte tagliata sia rivolta sopra
(foto 2 e 3), sovrapporre la parte centrale e formare una treccia tenendo la parte tagliata sempre verso l'alto (foto 4). Avvolgere la treccia a spirale per riuscire a sollevare tutta la pasta con la spatola (foto 5) e adagiarla sopra una teglia dove andrà riaperta e poi richiusa per formare una ciambella (foto 6). Spennellare ancora con burro fuso e far lievitare coperta fin quasi al raddoppio (foto7), circa 40 minuti. Cuocere poi a 200° per 20/25 minuti.
- Preparare la glassa montando l'albume con lo zucchero a velo. Volendo si può fare una glassa più velante usando solo 4 cucchiai di zuccchero a velo (o più semplicemente si può cospargere la torta di zucchero a velo quando fredda). Appena esce dal forno spostare la torta su una gratella e spennellarla con la glassa e lasciarla asciugare.
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Qui la ricetta passo passo
torta angelica

Step-by-step recipe here, it's in Italian but you can see slide show pics.

torta angelica



Angelica Cake


Bangalore Baker of Versatile Vegetarian Kitchen is hosting Bread Baking Day #37, the montly event created d by Zorra more than 3 years ago for "passionate and to-be bread bakers". Theme of the month is about Bread made with sponge or pre-ferment.
Yesterday I was supposed to go to Venice with my 2 youngest boys for the Carnival, but it was raining (and sometimes snowing) all day long, so we stayed at home, me relaxing on the sofa, watching tv, enjoying th fireplace, and baking this cake I learned so many years ago at my first cooking class with charming Simili sisters. Well, we had a very nice teatime alltogether and this morning there were only few crumbs left!

torta angelica

Sponge:

135 g Manitoba flour
13 g fresh yeast
75 g lukewarm water

Pour the flour into a small bowl, make a weel, pour water in the middle and dissolve yeast in it, then combine with the flour and shortly and knead. Cover the bowl with plastic film and let the dough rise until doubled (about an hour).

Dough:
400 g Manitoba flour
75 g sugar
120 g warm milk
3 egg yolks
120 g soft butter
1 teaspoon salt

Stuffing:
75 g raisins, soaked in rum and water and dried *
75 g candied orange zest
50 g melted butter

* I always keep a jar of raisins in rum infusion, so it's always ready for any preparation

Glaze:
150 g icing sugar
1 egg white

torta angelica

- Pour the flour into a large bowl, make a weel, pour the milk in the middle, then the yolks above the milk and mix together without taking any flour, then pour sugar and mix, then add salt and a little flour. Add soft butter and beat until the dough comes off the sides of the bowl. Try to knead with your hand shaped like a spoon, taking the dough from the bottom of the bowl and pulling it up and then down again into the bowl (preferably sitting with a bowl on you lap, as our grandmothers did long time ago).
- Place sponge on the working surface, roll it out as a pizza, put the brioche dough inside, wrap the edges onto and start kneading and beating until the two are well amalgamated, you should not see any white streaks.
The more air the dough absorbs the better it will rise. Replace then the dough into a lightly buttered bowl, crush lightly with the palm of your hand (this helps the dough rise faster) and let rest in warm place until doubled, about an hour or a little more.
- In the stand-mixer: pour flour and sugar in the bowl and start kneading at low speed, add milk and beaten egg yolks, salt, and gradually the butter cut into small pieces. Knead well and then add the chopped sponge, slightly increasing the speed and let the mixer work until the two doughs are well amalgamated, you should not see any white streaks. The more air the dough absorbs the better it will rise. Replace then the dough into a lightly buttered bowl, crush lightly with the palm of your hand (this helps the dough rise faster) and let rest in warm place until doubled, about an hour or a little more.
- Turn out the dough onto the floured working surface, sprinkle a little flour and roll it out, without squeezing too much, in a rectangle 3 mm thick. Brush thoroughly with melted butter, spread over raisins and candied oranges (as my boys don't like candied pieces I blend them in the mixer so they will melt during cooking and also I put half raisins and half chocolate chips). Spread all over but remain at 4 cm from the edge of the long sides (pic 1).
- Roll up starting from a long side then, with a floured knife, cut in half following the long side. Remember to flour the knife occasionally to prevent sticking to the pastry. Divide the two sides with the help of a knife or alluminium spatula, turn them with the cut side up (pic 2 and 3), then shape into a braid (starting from the middle) always keeping the cut side facing up (pic 4). Wrap the braid into a spiral to be able to place it over a baking pan (pic 5), then pull out agian and shape into a donut (pic 6). Brush again with melted butter, cover and let rise until almost doubled (pic 7), about 40 minutes. Bake at 200° for 20/25 minutes, if it gets brown too quicky cover with alluminium paper.
- Prepare the glaze whisking egg white with icing sugar. For a lighter glaze just use only 4 tablespoons of icing sugar (or you can simply sprinkle the cake with icing sugar when cooled). When out of the oven place the cake on a wire rack and brush immediately with glaze and let cool.

This recipe is also my entry to this week Susan's YeastSpotting

I tartufini della zia Enrichetta

Ogni anno, alla cena della Vigilia di Natale, il buffet dei dolci è sempre ricco e vario, ma con degli appuntamenti fissi che ormai fanno parte della nostra tradizione natalizia e non potrebbero mai mancare: la cassata siciliana, fatta arrivare in aereo direttamente da Palermo, l'onnipresente Torta di Rice Crispies e Mars, per la gioia di grandi e piccini, e le tante piccole leccornie che prepara sempre la zia Enrichetta. Sfizi di caramello, mendiants, biscotti con cornflakes e uvetta e tartufini, deliziosi bonbons di cioccolato che si sciolgono in bocca in un abbraccio cioccolatoso.
E questi tartufini sono il mio augurio per il compleanno di Astrid di Paulchens Foodblog?!, che questo mese ospita il Monthly Mingle (evento creato da Meeta di What's for lunch, honey?) scegliendo come tema Small Bites, Soul Food for Your Loved Ones (piccoli bocconi, cibo dell'anima per i vostri benamati).

tartufini enri

Ingredienti per circa 50 tartufini:

200 ml di panna fresca
300 g di cioccolato fondente 60/70%, tagliato a pezzettini
300 g di cioccolato fondente 60/70% per la copertura
cacao amaro in polvere
un paio di cucchiai di liquore a scelta, facoltativo
(cointreau-brandy-amaretto)

- Portare la panna quasi a bollore e versarla sul cioccolato a pezzettini, con una spatola mescolare bene finchè il cioccolato è completamente sciolto. Lasciare raffreddare ed aggiungere il liquore preferito per aromatizzare i tartufini (ma non è indispensabile, sono buoni anche al naturale). Trasferire il composto in una sac-à-poche con la bocchetta liscia da 1 cm. e fare dei piccoli mucchietti su un foglio di carta forno. In alternativa si possono usare due cucchiaini e fare dei piccoli mucchietti. Far raffreddare completamente, anche in frigo, avendo l'accortezza di coprirli perchè il cioccolato facilmente assorbe gli odori del frigo.
- Sciogliere il cioccolato da copertura a bagnomaria o nel microonde, immergere delicatamente i tartufini con l'aiuto di due forchette e rimetterli a raffreddare su carta forno. Quando completamente freddi passarli delicatamente nel cacao in polvere.
- Si conservano in frigo in una scatola ermetica anche per un mese (ci credete che ne ho ancora qualcuno da Natale?)


tartufini enri


Mini Choco Truffles
(mini chocolate bonbons)

Astrid of Paulchens Foodblog?! is hosting this month's Monthly Mingle (a big thank to Meeta of What's for lunch, honey?, great founder og this event) choosing Small Bites, Soul Food for Your Loved Ones as theme. February is also her Birth Month and the month of all lovers celebrating Valentine's Day. So, what's more intriguing and luxury than chocolate to party with?

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For about 50 bonbons:

200 ml fresh cream
300 g dark chocolate 60-70%, cut into small pieces
300 g dark chocolate 60-70%
cocoa powder
a few tablespoons of liqueur at your choice, optional
(cointreau-brandy-amaretto)

- Bring the cream almost to a boil and pour over the chocolate in pieces and mix well with a spatula until chocolate has completely melted. Allow to cool, then add your favorite liquor (but is not essential, they are pretty good even plain). Transfer the mixture into a pastry bag with a 1 cm. smooth nozzel and place small amount on a sheet of parchment paper. Alternatively you can use two teaspoons. Let c
ool completely, even in the fridge, making sure to cover the bonbons because chocolate easily absorbs any odors in the fridge.
- Melt the chocolate in a double boiler or in the microwave, dip gently the bonbons helping with two forks and put them to cool on parchment paper.
When completely cooled, roll gently into the cocoa powder.
- Can be kept in an airtight box in the refrigerator for a month (but could you believe that I still have someone left from Christmas?).


27 febbraio 2011

Così, per caso e per bene ... zuppa di fave - WHB # 272



Proprio così, quando da un errore può nascere una cosa gustosa e confortante (col freddo che è ritornato in questi giorni, stamane addirittura nevischiolava, è davvero caduta a pennello, anzi, a cucchiaio!). Qualche giorno fa, dovendo preparare i Falafel per il Tour Culinario Finale di Joan, avevo messo in bagno le fave secche. L'indomani, vuoi la forza dell'abitudine, vuoi la sbadataggine, senza neanche pensarci le ho messe in pentola e le ho cotte, come solitamente si fa per i legumi secchi. Quando le ho scolate ... ho realizzato che non dovevo farlo!!! Magari le polpettine egiziane sarebbero venute bene lo stesso , ma non avendo molto tempo a disposizione e non volendo rischiare un insuccesso, ho preferito riuscire per andarne a prendere un sacchetto nuovo e ... rimetterle a bagno tutta la notte (gggrrr!). Restava comunque mezzo chilo di fave cotte lì a guardarmi con aria di sfida: eh no, nella spazzatura no e nella pappa del cane nemmeno ... presto detto, una bella zuppa per la sera le avrebbe rivalorizzate! E dalla loro hanno rilasciato una cremosità eccezionale, forse dovrei chiamarla vellutata di fave!

zuppa di fave - whb 272

Ingredienti per 8 persone:

mezzo chilo di fave secche
(ammollate una notte in acqua a temperatura ambiente,
con mezzo cucchiaino di bicarbonato)
2 zucchine
2 carote
2 gambe di sedano
un porro
brodo vegetale
(o acqua e dado vegetale)
un rametto di rosmarino
sale/pepe
olio extravergine di oliva

- Scolare e sciacquare bene le fave. Pulire e tagliare le verdure a pezzetti.
- Mettere tutte le verdure nella pentola a pressione, coprirle col brodo e cuocere 40/50 minuti dal fischio (oppure in pentola normale per un'ora e mezza).
- Frullare bene la zuppa, se troppo densa aggiungere ancora del brodo. Aggiustare di sale e pepe, se piace si può aromatizzare con un pizzico di paprika, di curry o di cumino in polvere.
- Servire con un filo di olio a crudo e con crostini di pane (anche vecchio), fatti rosolare in padella o nel forno con un goccio di olio (e un paio di cucchiai di grana a chi è permesso).

- L'idea in più di Jamie per i crostini: in una pentola antiaderente mettere dell'olio extravergine di oliva e qualche foglia di salvia e friggerle per un paio di minuti da entrambi i lati, mettere da parte. Tagliare qualche fetta di ciabatta, pane casereccio o baguette, pennellare con olio, passare nel grana grattugiato (schiacciandolo bene in modo che aderisca) e poi friggere nell'olio aromatizzato dalla salvia un minuto per parte, finchè ben dorate: una squisitezza!


Questa ricetta, nata per caso, è per-fetta per il Contest per-Bene di SunFlowers8, volto a sostenere il progetto ILLA for people - A.P.E. Onlus.
ILLA for people ha deciso di sostenere l’APE Onlus non solo sostenendo economicamente l’Associazione, ma anche diffondendo informazioni sull'endometriosi, patologia poco conosciuta che colpisce circa 3 milioni di donne in Italia. Nasce così l'idea di questa raccolta di ricette dedicate alla particolare alimentazione che devono seguire le donne colpite da questa malattia in quanto l’alimentazione è di aiuto nel controllo del dolore. Per ogni ulteriore informazione leggere con attenzione il post dedicato al Contest.

zuppa di fave



This recipe is my personal entry to WHB # 272 hosted by
Simona from Briciole,
both Italian and English edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
and to Brii for the Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!
WHB Rules

Fava Beans Creamy Soup

When a terrible mistake can lead then to something delicious and comforting, which is so necessary in these cold days, this morning was quite snowing!
A few days ago I planned to prepare Falafel for Joan's Final Culinary Tour. So I put the dried fava beans in the water to soak overnight. The next day, carelessnessy and without thinking about the recipe I put them in a pot and cooked, as you usually do for all dried beans. Then when I drained them ... I realized that I should not do it! I might try anyway to prepare Felafel, but don't want to risk a failure as I would not have time enpough then to remake them! So I decided tostart from the beginnning, get a new bag and ... soak again overnight (gggrrr!). However, a pound of cooked fava beans were standing on the shelter, looking at me defiantly: oh no, I would not throw in the garbage or else give to the dog ... but simply recycled into a good soup for the evening! And they co-operated at their best giving a unique creamy texture, I should better call it fava beans velouté!


zuppa di fave

Serving 8:

one pound of dried fava beans
(soaked overnight in water at room temperature,
with half a teaspoon of bicarbonate)
2 zucchini
2 carrots
2 stalks celery
a leek
vegetable broth
(or water and homemade stock cubes)
a sprig of rosemary
salt/pepper
extra virgin olive oil

- Drain and rinse the fava beans. Wash and cut vegetables into small pieces.
- Put all the vegetables in a pressure cooker, cover with the broth and cook 40/50 minutes from the whistle (or for an hour and a half in a regular pot).
- Blend the soup, if too thick add more broth. Season with salt and pepper, and flavor with a pinch of paprika, cumin or curry powder if you like.
- Serve with a drizzle of olive oil and toasted bread (you can use stale bread), browned in a skillet or in the oven with a little oil and a couple of tablespoons of parmesan cheese.

- Nice idea by Jamie for yummie croutons: pour some extra virgin olive oil in a nonstick pan and fry some sage leaves for a couple of minutes on both sides, set aside. Cut a few slices of ciabatta or baguette, brush with oil, put some grated parmesan cheese (smashing firmly) and then fry in sage flavored oil one minute on each side, until golden: you won't stop eating them!

WHB # 272 Round up - la raccolta finale


23 febbraio 2011

Falafel - Egypt

scroll down for English version

Eccoci arrivati in Egitto, sesta e penultima tappa del Tour Culinario Finale di Joan.
Sono sempre stata attratta dal fascino misterioso della storia degli Egizi, a scuola era l'unico periodo della storia antica che mi faceva passare volentieri le ore sui libri, cercando di immaginare, attraverso le parole e le immagini, le fantastiche imprese faraoniche perseguite in quegli anni.
Non ho mai visitato dal vero le Piramidi, ed ora di certo non è un buon periodo per recarcisi. Speriamo che la situazione politica di questo paese si risolva in fretta e al meglio, soprattutto senza ulteriore spargimento di vittime e senza che la bieca cieca follia umana porti a devastare i millenari reperti archeologici che sono diventati patrimonio dell'intera umanità (come successe, invece, per i due Buddha giganti incisi nella roccia della valle di Bamiyan).
Fortunatamente, si possono ammirare reperti unici anche nei musei metropolitani, come al Louvre di Parigi o al British Museum di Londra, dove è conservata la Stele di Rosetta, che permise di decifrare il mistero dei geroglici egiziani. E in terra nostra, a Torino c'è un intero Museo dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Antico Egitto. E' costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, alle quali si devono aggiungere i ritrovamenti effettuati a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. In quell’epoca vigeva il criterio secondo cui i reperti archeologici erano ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Oggigiorno, invece, tutti reperti ritrovati restano giustamente all’Egitto.
Pronti per volare alle Piramidi? ... e dopo aver ammirato le tombe dei Faraoni e la grande Sfinge di Giza, non vi sentite un pochino accaldati e affamati? ... e non siete attratti da un profumino soave che giunge da un chiosco ambulante proprio là, in fondo alla strada, dove troneggiano fantastiche pita imbottite con quelle deliziose polpettine che non sono altro che i caratteristici Falafel?

pita-falafel-salsa yogurt e tahine
pita imbottita con falafel e verdure fresche e salsina allo yogurt e tahine

Per circa 50 falafel:

500 g di fave secche
2/3 spicchi d'aglio tritato
prezzemolo e coriandolo fresco tritato
una cipolla tritata e stufata
5/6 cucchiai di farina
un cucchiaino scarso di bicarbonato
un cucchiaino di cumino in polvere, anche 2 se piace
sale/pepe
olio di semi di arachide

- Mettere le fave in ammollo per una notte in una ciotola capiente con il bicarbonato e abbondante acqua a temperatura ambiente.
- Scolare e sciacquare bene le fave e frullarle nel robot fino a ridurle a purea, aggiungendo anche l'aglio, la cipolla, le aromatiche ed il cumino. Aggiustare di sale e pepe.
- Far riposare il composto una mezzoretta quindi formare delle piccole polpette. Friggerle pochi minuti in abbondante olio di semi di arachide. Si possono anche cuocere in forno per ridurre il contenuto di grassi dovuto alla frittura, ma indubbiamente avranno un altro sapore e consistenza.
- Le ho fatte grandi quasi quanto una pallina da golf, ma poi la sera le ho divise a metà e con ogni pallina me ne sono venute fuori due, mi sembrano meglio più piccole. Si può preparare il composto e dividerlo già a palline la mattina, conservarle su un vassoio di plastica e coperte con pellicola in frigo fino al momento di friggere, la sera, ma credo possano resistere anche fino al giorno dopo.

Salsa di yogurt e tahine
(grazie Stefania!)

100 g di yogurt greco
un cucchiaio colmo di tahina (salsa di sesamo),
un cucchiaio di succo di limone
sale/pepe


falafel pronti da friggere
falafel pronti da friggere - ready to deep fry

falafel

falafel

Falafel

It's time to enjoy Egypt, sixth stop (but unfortunately the second last one) of Joan's Final Culinary Tour.
I've always been attracted by the mysterious charm of the Egyptians' history, when I was at school it was the only period of ancient history that made me happy to spend some hours on the books, trying to figure out, through words and pictures, the great Pharaonic exploits of those years.
I have never visited the Pyramids, and now it's not the better time to go. We all hope that the political situation in this country will be resolved quickly and peacefully, especially without further victims and without the sinister blind human insanity that could lead to devastate age-old archaeological remains that are now heritage of the entire humanity (as it happened, however, for the two giant Buddhas carved into the rock of the Bamiyan Valley).
But luckily we can admire the unique exhibits in metropolitan museums, such as the Louvre in Paris or the British Museum in London, where the famous Rosetta Stone is shown, a unique granite stone in 3 languages that provided the key to the modern understanding of Egyptian hieroglyphs. And in Italy, in Turin, there is a very famous Museum dedicated to the art and the culture of ancient Egypt. It shows a set of various collections, plus the discoveries due to the excavations conducted by the Italian Archaeological Mission in Egypt between 1900 and 1935. At that time the criteria was to divide the archaeological finds between Egypt and the archaeological missions. Today, however, all archaeological finds are supposed to remain to Egypt.
So, let's imagine to fly to Pyramids, spending the whole day admiring the Pharaos tombs and the great Sphinx of Giza, feeling then a little hungry, discovering a funny busy kiosk just round the corner selling inviting good smelling little balls in a fragrant pita bread with a nice dip aside ... could you resist to the most popular street food Falafel?


pita-falafel-salsa yogurt e tahine
sandwich pita with falafel, fresh veggies and yogurt tahine dip

Making about 50 falafel:

500 g dried fava beans
3 cloves garlic
chopped parsley and fresh coriander
1 onion, finely chopped and steamed
5/6 tbsp flour
about a teaspoon of baking soda
one teaspoon of cumin powder (double if you like it)
salt/pepper
peanut oil for frying


- Put the beans to soak overnight in a large bowl with baking soda and plenty of water at room temperature.
- Drain and rinse well and blend in the robot up to puree, adding garlic, onion, cumin and aromatic herbs. Season with salt and pepper.
- Let the mixture rest about half an hour and then shape into small balls. Deep fry falafel a few minutes in abundant peanut oil. You can also bake falafel in the oven to reduce high fat content due to frying, but then they will have a different flavor and texture.
- I first made balls about a golf ball size, but I think they are too big, last night I divide each and made two. You can also make the mixture and shape the balls in the mornig, store on a plastic tray, cover with plastic film and keep refrigerated until frying time (in the evening, but I suppose they will last until the day after).

Yogurt and Tahine Dip

100 g greek yogurt
a tablespoon of tahini (sesame paste)
a tablespoon lemon juice
salt/pepper





See you next week in Nigeria!
Ci si rivede la prossima settimana in Nigeria!

Egypt Round up

This recipe goes also to Sandy who's hosting MLLA # 32,
monthly legumes event created by Susan

MLLA # 32 Round up

22 febbraio 2011

Pane Pita - Pita Bread

Tra poco atterrerò (virtualmente parlando) nella terra delle Piramidi per seguire Joan e il suo Tour Culinario Finale. Ho preparato i Falafel (polpettine fritte tipiche del mondo arabo, fatte coi ceci, in Egitto fatte con le fave), ma prima di friggerli ho bisogno di qualche pita da imbottire e gustare insieme. Ecco allora una delle primissime ricette da me seguite ai vari corsi delle mitiche sorelle, facilissima e direi anche velocissima da eseguire. Il risultato sarà come sempre eccezionale, ogni loro ricetta è una garanzia assicurata, la farcitura resta a proprio piacere e gusto.

pita bread

Ingredienti per 8 pita:

500 g. di farina 0
300 g. di acqua tiepida
20 g. di lievito di birra
2 cucchiaini non colmi di sale
- In una ciotola sciogliere il lievito con metà acqua, unire un terzo della farina, battere e unire il sale, poi aggiungere la rimanente farina alternandola all’acqua, sempre battendo. Rovesciare sul tavolo infarinato e lavorare battendo per 8/10 minuti fino a quando l’impasto sarà liscio ed elastico. Se necessario unire ancora un pochino di farina.
- Nell'impastatore: mettere la farina nella ciotola, sciogliere il lievito nell'acqua ed aggiungerla poco alla volta mentre la macchina impasta. Aggiungere il sale alla fine ed impastare per circa 10 minuti, finchè l'impasto sarà liscio ed elastico.
- Dividere l'impasto in 8 parti uguali, fare delle palline lisce e ben chiuse sotto, appiattirle tonde col matterello fino ad avere un diametro di 12/14cm. circa. Se si attaccano sul piano di lavoro tirarle su di un canovaccio leggermente infarinato (attenzione che non "profumino" di detersivo, il pane ne assorbirebbe facilmente l'odore rovinandone il sapore).Coprirle e farle lievitare 30/40 minuti (per la sequenza fotografica passo passo della ricetta cliccate questo link).
- Scaldare il forno a 250° con la teglia dentro, estrarre poi la teglia bollente (attenzione a non scottarsi!) ed adagiarvi i panini, rimettere in forno e cuocere 10 minuti finchè saranno leggermente dorate.
- Mettere subito i panini belli gonfi in un sacchetto di carta e poi in uno di plastica per una mezz’oretta, questo per trattenere tutta l’umidità (infatti poi il sacchetto di carta sarà leggermente bagnato), altrimenti se lasciati all’aria si seccano e quando si aprono tendono a sbriciolarsi.
- Servire tagliandoli a metà e allargando la tasca con le dita per farcire a piacere.

pita bread



Questa ricetta partecipa all'Abbecedario Culinario Mondiale per la tappa in Egitto, ospitata della cara Terry.




Pita Bread

I will be landing (virtually speaking) to Pyramides in a few hours to follow Joan and her Final Culinary Tour. I prepared Falafel (fried vegballs usually made with chickpeas and very popular in arabian countries, but in Egypt made with fava beans), but before I start frying I need some pita bread to enjoy together. Here below is one of the first recipes I have followed in Simili sisters' cooking classes, and I would say easy and fast to prepare. The result is exceptional, each recipe of these charming ladies is a guarantee, the stuffing then at your own pleasure and taste.

pita bread

Making 8 pita:

500 g. flour
300 g. warm water
20 g. fresh yeast
about 2 teaspoons salt

- In a bowl dissolve the yeast with half water, add one third of the flour, add salt and beat, then add the remaining flour, alternating water, still beating. Turn out on floured working surface and knead for 8/10 minutes until the dough is smooth and elastic. If necessary add a little more flour.
- In the Kneader: pour the flour into the bowl, dissolve yeast in water and add it little by little while the kneader is working. Add salt at the end and knead for about 10 minutes, until the dough is smooth and elastic.
- Divide the dough into 8 equal pieces, shape into balls and using a rolling pin flatten round to 12/14cm. diameter. If you prefer you can roll on a lightly floured kitchen towel (but be careful it does not "smell" of detergent, the bread would easily absorb the smell and the taste could change.) Cover and allow to rise 30/40 minutes (follow this link to see step-by-step slideshow recipe).
- Preheat oven to 250° (with baking tray inside the oven), then remove the pan (be careful not to burn yourself!) and arrange pita buns, put back in the oven and bake 10 minutes until they turn lightly golden.
- Put immediately the puffy buns in a paper bag and then in a plastic one for half an hour, in this way all the moisture will be retained (in fact then the paper bag will be slightly wet), otherwise if you let the pitas cool down on a rack they will dry and break when cut.
- Serve cut in half and enlarging the pocket with your fingers to stuff as you like.

pita bread



This recipe is also my entry to this week Susan's YeastSpotting

YeastSpotting Round up 2.25.11



20 febbraio 2011

Ananas agrumato al profumo di anice stellato - WHB # 271

L'ananas fa bene, a fine pasto ancora meglio. Ed ' un ottimo aiutante nelle diete: ha poche calorie, solo 40 ogni 100 g. e favorisce i processi digestivi, contiene infatti un enzima che accelera il metabolismo.
Solitamente lo si consuma fresco, nudo e crudo come si presenta, ma ogni tanto, magari in occasione di pranzi o cene importanti, è bello vestirlo a festa, accompagnandolo con profumi ed aromi avvolgenti che lo rendano più elegante ed insolito sulla nostra tavola (dall'idea festosa di Gianfranco, presentata al suo Buffet per le feste).Inserisci link

ananas agrumato con anice stellato
Ingredienti:

ananas
zucchero di canna
maraschino (o altro liquore dolce), facoltativo
anice stellato
melagrana o datteri
agrumi misti: arance, lime, mandaranci, limone

- Pulire e tagliare l'anans a dadini, disporlo in una bella ciotola con i grani della melagrana o i datteri tagliati a metà e senza seme.
- Spremere un paio di arance (oppure mescolare il succo di agrumi misti a piacere), versarne la metà in un pentolino e scioglierci un paio di cucchiai di zucchero a fiamma bassa. Aggiungere il liquore e 3 o 4 fiori di anice stellato, sobollire qualche minuto e poi lasciar raffreddare.
- Versare il succo aromatizzato sull'ananas (i più esigenti lo possono filtrare), pelare un'arancia a vivo ed aggiungerla alla macedonia. Mantenere al fresco fino al momento di servire.


ananas agrumato con anice stellato

ananas agrumato con anice stellato




This recipe is my personal entry to WHB # 271 hosted by
Graziana from Erbe in Cucina (Cooking with Herbs)
both Italian and English edition
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
and to Brii for the Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!
WHB Rules

Citrus & Pineapple Salad with Star Anise


Pineapple is very good and healthy, especialy when consumed fresh at the end of a meal. It is also a great help in restricted diet: low in calories, only 40 per 100 g., helps the digestive process, it contains an enzyme that speeds up the metabolism.
In special occasions, maybe during festive or important lunches/dinners, it could be nice to make it more elegant: just serve an aromatic salad, citrus flavored, where star anise will give a peculiar enriching aroma.

ananas agrumato con anice stellato

You need:

pineapple
brown sugar
maraschino (or other sweet liqueur), optional
star anise
pomegranate or dates
mixed citrus: oranges, limes, tangerines, lemon

- Peel and cut pineapple into cubes, place in a bowl with pomegranate grains or deseeded dates cut in half.
- Squeeze a couple of oranges (or mix the juice of your favourite citrus fruits), pour half in a saucepan and dissolve a couple of tablespoons of sugar in it over low heat. Add the liqueur and 3 or 4 star anise, simmer a few minutes and then allow to cool.
- Pour the juice onto the pineapple (if you want it very clear you can strain in a sieve), peel and slice an orange and add to the salad. Keep in a cool place until serving time.

18 febbraio 2011

M'illumino di meno 2011

Anche oggi, come da qualche anno a questa parte, torna la giornata dedicata all'energia pulita organizzata da Caterpillar, la rubrica radiofonica di Radio2 in onda dal lunedì al venerdì alle 18, quest'anno in edizione speciale unendosi ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Direttamente dal sito di Caterpillar ogni info a proposito:

Il 18 febbraio 2011 torna M’illumino di meno,
la più radiofonica campagna sul risparmio energetico mai escogitata sul globo terracqueo.


La Giornata del Risparmio Energetico 2011, special edition per i 150 anni dall’unità d’Italia, è fissata per il 18 febbraio 2011. Anche quest’anno Caterpillar invita comuni, associazioni, scuole, aziende e case di tutt’Italia ad aderire all’iniziativa creando quel “silenzio energetico” che ha coinvolto le piazze di tutt’Europa negli anni scorsi, per fare spazio, dove possibile, ad un’accensione virtuosa, a base di fonti rinnovabili.

Per il 18 febbraio cerchiamo, contestualmente agli spegnimenti simbolici, accensioni originali di luci pulite a tema tricolore. Turbine, lanterne, Led o biciclette, che alimentino tricolori luminosi su tutto il territorio nazionale. Impariamo a risparmiare, a produrre meglio e a pretendere energia pulita per tutti.

Allo stadio attuale della ricerca tecnologica è già possibile produrre energia con il sole, il vento, il mare, il calore della terreno o con le biomasse. Facendo appello all’inesauribile ingegno italico invitiamo tutti, dagli studenti ai precari, dalle aziende in crisi alle amministrazioni comunali, a misurarsi con la green economy adottando un sistema pulito per spegnere lo spreco e accendere una scenografia tricolore il 18 febbraio 2011. Segnalateci la vostra intenzione di ideare eventi che riuniscano più persone, privilegiando luoghi aperti e pubblici, particolarmente visibili, trovando modi creativi e poco dispendiosi per accendere luci rosse bianche e verdi nelle piazze spente di tutt’Italia, per testimoniare la necessità di una gestione più “illuminata” del nostro futuro.

Durante la campagna racconteremo per radio le buone pratiche di produzione e di consumo intelligente di energia, e daremo voce alle adesioni più interessanti.

Nella puntata speciale per M’illumino di meno, in onda il 18 febbraio dalle 17 alle 19,30 dall’interno del Castello di Rivoli, prevediamo collegamenti telefonici con le più prestigiose adesioni all’iniziativa di quest’anno; durante la diretta 150 sindaci s’impegneranno ad amministrare le proprie città con oculatezza nel segno della sostenibilità ambientale. L’idea è quella di sottoscrivere una sorta di “giuramento” per ridurre i consumi e sostenere con ogni mezzo le energie alternative. Tutti con fascia tricolore per l’occasione. Parallelamente, il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli organizzerà un grande evento collettivo nell’ambito del progetto Italiae. 150 eventi in piazza per ri-disegnare l’Italia.

Anche all’estero cercheremo esperienze di razionalizzazione dei consumi e di amministrazioni virtuose dal punto di vista della gestione sostenibile delle risorse energetiche.

Su www.caterpillar.rai.it è possibile segnalare la propria adesione e trovare tutti i materiali per diffondere l’iniziativa nei posti di lavoro, a scuola o nella propria città.

16 febbraio 2011

Mango Sorbet - Thailand


scorrere in basso per la ricetta in italiano

After a long relaxing stay in the Land of the Rising Sun, we had to hurry up and flew to Thailand to join Joan for the fifth stop of her Final Culinary Tour. I had some troubles with my plane, everybody was feeling sick, cabin crew included, (cold, cough and a little fever), so we had to wait until we all recovered and felt better.
I know I'm late to post my contribution, but it's about a dessert and if I am lucky I can still arrive on time to serve it at the end of the gorgeous Thai meal I am sure you will be delighting with at Joan's round up.
So please keep a little place for a couple of spoons of a refreshing mango sorbet, you will need after hot spicy dishes!
Recipe from About.com/Thai Food.

sorbetto al mango

Serving 6:

2 fresh ripe mangoes
1 cup white sugar
3 Tbsp. coconut milk
1 tsp. lemon juice
1 small container whipping cream (about 1 cup)

- Peel and slice the mangos. Place the fruit in a food processor and blend to a mango puree.
- Add the coconut milk and lemon juice, and briefly blitz to combine.
- You should have a nice mango puree but if you dion't like any little bit or mango fiber in your sorbet, pour the mango puree through a strainer placed over a bowl. Use a spatula or wooden spoon to press the pulp against the bottom of the strainer in order to "wring out" every ounce of mango juice. Set aside.
- Whip the cream until quite stiff and gently add to the mango puree.
- Pour into a large yogurt container in the freezer and allow to freeze at least 6 hours, preferably 8.
- Take the sorbet out of the freezer 10 to 15 minutes before serving, add some more slices of fresh mango, but also fabulous if drizzling over a little coconut liqueur.

sorbetto al mango

Sorbetto al Mango


Quinta
tappa del Tour Culinario Finale di Joan, la Tailandia, paese che avrei sempre voluto conoscere ma ancora non ci sono riuscita. Non ho potuto sbizzarrirmi in cucina come avrei voluto perchè in questi giorni non ero molto in forma, ed inoltre mi mancava l'aiuto prezioso della mia grande ispiratrice orientale.
Credo di essere anche leggermente in ritardo con la pubblicazione del post, ma per fortuna ho preparato un dessert molto rinfrescante, che dopo i piatti speziati che sicuramente ci saranno da godere nellla raccolta finale di Joan, sarà l'ideale, quindi ... meglio tenersi un piccolo spazio anche per un paio di cucchiai di questo sorbetto!

sorbetto al mango

Per 6 persone:

2 manghi freschi maturi
150/200 g di zucchero
3 cucchiai di latte di cocco
1 cucchiaino disucco di limone
200/250 g di panna fresca da montare

- Sbucciare e affettare il mango. Frullare per ottenere una purea.
- Aggiungere il latte di cocco e succo di limone, e velocemente mescolare.
- Se si vuole una crema liscia e perfetta, senza magari sentire alcunche di fibroso sotto i denti, passare la purea di mango attraverso un colino sopra una ciotola. Con una spatola o un cucchiaio di legno premere contro il fondo colino per recuperare ogni singola goccia di succo. Mettere da parte.
- Montare la panna abbastanza soda e delicatamente aggiungere alla purea di mango.
- Versare il composto in un contenitore e riporre nel freezer, lasciando solidificare per almeno 6 ore, meglio se 8.
- Estrarre il sorbetto dal congelatore 10/15 minuti prima di servirlo, accompagnandolo se piace con un goccio di liquore al cocco.


sorbetto al mango



See you next week in Egypt!
Ci si rivede la prossima settimana in Egitto!

Thailand Round up

14 febbraio 2011

La raccolta italiana del WHB # 270



Ecco la raccolta finale del Weekend Herb Blogging # 270 da me ospitato questa settimana.
Ricette per tutti i gusti, per tutti i palati ed anche esigenze particolari.
Senza ulteriori indugi, mettiamoci comodi per assaporare golosamente ogni singola portata!



Gì di Fiordisale ci delizia con

La Belga in padella
ovvero, come trasformare un astioso retaggio infantile
in un contorno appassionatamente gustoso

Hamburger di seitan con gli spinacini
come affrontare l'astinenza voluta/obbligata dalla carne
con un Signor sostituto dall'alto valore proteico

Patrizia di Via delle rose
Spaghetti Soba con finocchi confit all'arancia
Oriente ed Occidente miscelati con gusto ed armonia,
in cucina si può!


Kristina di Tutto ad occhio
Marmellata di zucca e cardamomo
la dolce zucca incontra un allegro cardamomo,
è amore ... al primo assaggio!


Elisa di La Pasticcioneria
Strudel di spinaci
quando l'inganno diventa ingegno:
l'odioso spinacio si nasconde in un involucro "chiccoso",
pera e nocciole saranno le dame di compagnia


Graziana di Erbe in Cucina
Pasta con la 'mollica' e erbe aromatiche
la semplicità si arrichisce di nuovi profumi raccolti e conservati


Libera di Accanto al camino
Torta con barbabietole e nocciole
un dolce da merenda dall'insolito ingrediente segreto!


Jacopo di Viaggi, cucina e io
Patate alla Marrietti
patate da chef che creano dipendenza ... in tutti i sensi!



Acky di Ackyart
Pappardelle con Mazzancolle e Friggitelli
mare e terra in un binomio colorato e vivace


Simona di Briciole
Zuppa di verdure miste
... e non solo ... anche qualche dritta vincente
perchè non sia la solita zuppa
ed un link prezioso al famoso brodo di pollo di Julia Child

Anto di Pane al pane ... Vino al Vino
Pasta con zucca e scarola
quando lo scambio di ricette ... dà sempre buone paste!

la mia partecipazione
Cannoncini di indivia, prosciutto crudo e grana


Spero vivamente che questo tour gastronomico sia stato di vostro gradimento, se per errore non avessi incluso qualcuno per favore rimandatemi la mail e sarà mia premura aggiungervi!

La settimana prossima il Weekend Herb Blogging # 271 sarà ospitato da Graziana di Erbe in Cucina, se volete partecipare mandate la vostra ricetta a scrivi (@)erbeincucina(.)it entro domenica 20 febbraio ore 18.

Per chi avesse voglia di ospitare nel proprio blog un'edizione del Weekend herb Blogging non esiti a contattere Brigida con una mail a briiblog(@)gmail(.)com, includendo il nome del proprio blog e l'url, il proprio indirizzo e-mail, e la grandezza della foto richiesta.
Per gli appassionati, i probabili sostenitori o più semplicemente i curiosoni più golosoni qui potete trovare l'indice delle raccolte finite.

Arrivederci alla settimana prossima e W il Weekend Herb Blogging!

p.s.: solo un piccolo appunto per ricordare a tutti che le regole per seguire questo evento sono molto poche e davvero semplici, controllate sempre che nel vostro post ci siano allegati il logo e i links esatti, e non comunicate la vostra partecipazione solo con un commento ma spedite una mail con foto allegata all'indirizzo del blog ospitante, grazie!

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