Pesche agrodolci
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Ho già parlato delle pesche Saturnine o Tabacchiere l'anno scorso, e confesso che da quando le ho conosciute qualche anno fa all'Elba, e sono diventate le mie preferite. Assai particolari, hanno una forma schiacciata e un profumo estremamente intenso. Sono immediatamente riconoscibili appunto per la loro forma, tanto schiacciata da sembrare una tabacchiera, da qui il nomignolo. Sono pesche di taglia medio/piccola, con un piccolo nocciolo all'interno e possono essere sia a pasta gialla o bianca. La polpa è estremamente morbida e dolce, intensamente profumata.
Oltre ad essere ottimi frutti da tavola, queste pesche sono utilizzate nell'industria dolciaria e per la produzione di gelati e granite. Io le ho aggiunte l'anno scorso anche al Rumtopf, e saranno ideali per uno specialissimo Bellini. Sono originarie della zona dell'Etna, dove persiste un habitat ideale per questa coltura (terreni ben drenati, abbondanza di acqua e notevole escursione termica garantiscono un prodotto di qualità superiore), anche se ora la sua coltivazione si sta espandendo in altre regioni.
Ultimamente ne ho trovate a polpa gialla, di importazione spagnola (ma qua in Sicilia sto gustando le originali!) ed anche con la buccia lucida e liscia come le nettarine.
Questa particolare pesca è diventata anche Presidio Slow Food.
Per la ricetta ho usato le tre varietà, a polpa bianca, gialla e nettarina.
In questi miei ultimi giorni di vacanza a Filicudi (una piccola magica bellezza delle Eolie) ho avuto la piacevole sorpresa di scoprire un'altra varietà di pesca mai vista prima, la Sbergia.
E' una pesca della varietà nettarina (pesca noce) diffusa soltanto nella valle del Niceto. Si raccoglie tra luglio e agosto, ha una bella pelle liscia, la polpa bianca, profumo intenso e gusto dolce. Dal momento che il prodotto si deteriora rapidamente e la zona di produzione è circoscritta, la sua commercializzazione è limitata alle provincie di Messina, Catania e Reggio Calabria. Proprio qui in Calabria le chiamano anche merendelle.
1,5 kg di pesche sode
700 g di aceto di mele
120 g di zucchero di canna
3 foglie di alloro
mezzo cucchiaino di semi di coriandolo
mezzo cucchiaino di semi di cumino
4 o 5 cm di cannella
un cucchiaino di menta essicata
- Mettere l'aceto e tutti gli aromi in una pentola, unire le pesche tagliate a spicchi ma con la buccia, portare a bollore e cuocere un paio di minuti (la ricetta diceva 7/8 minuti ma mi sembravano troppi).
- Scolare le pesche e levare la buccia.
- Unire lo zucchero nell'aceto aromatizzato, portare a bollore, unire le pesche e cuocere uno o due minuti.
- Scolare le pesche e invasare nei vasetti sterilizzati in forno a 120° per almeno 15 minuti.
- Ridurre lo sciroppo di aceto a fiamma vivace di almeno un terzo, versarlo caldo sulle pesche (lasciando anche i semi e lsistemando bene le foglie di alloro), battere con delicatezza sul piano di lavoro per eliminare eventuali bolle d'aria, chiudere bene con i coperchi sterilizzati (basta bollirli in acqua per 10 minuti e poi asciugarli bene), capovolgere i vasetti finchè si raffreddano.
3 commenti:
Anch'io trovo simpatiche queste pesche e anche la ricetta, non la conoscevo, saranno squisite!
sono buonissime le pesche tabacchiere,dolcissime e come dicevi tu sono riconoscibili per la loro forma insolita....deliziosa questa ricettina,da provare sicuramente:)buona domenica
Cannella, grazie, sarò più precisa all'assaggio fra qualche settimana! :-)
Marco & Barbara, grazie, vi saprò dire! .. ma anche le sbergie sono da provare, una piacevolissima sorpresa! :-)
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