Ultimo giorno per partecipare alla raccolta di settembre dell'iniziativa Salutiamoci dedicata questo mese alle acciughe e sardine, con l'alternativa delle alghe per i total vegan.
Proprio l'altro giorno ne parlavano anche al TG di questo pesce azzurro, che da un'inchiesta realizzata da Greenpeace pare stia tristemente scomparendo dall'Adriatico e sia a rischio anche nel canale di Sicilia. Speriamo si trovi presto un accordo non solo nazionale ma anche a livello europeo per una pesca sostenibile nei nostri mari, in modo da poter godere ancora a lungo sulle nostre tavole questi preziosi pesci.
Le alici ossono essere conservate sotto sale, marinate, se ne fa la famosa colatura, oppure si conservano a lungo sott'olio, pronte così per essere utilizzate su pizze, crostini, o in svariate preparazioni salate.
Come in questa ricetta, dove arricchiscono in sapore una facile salsa tonnata, perfetta per il vitello tonnato, ma ideale anche per dei crostini dell'ultimo minuto per un aperitivo, una merenda salata, un antipasto veloce e poco impegnativo. Si può ulteriormente arricchire aggiungendo dei cetriolini o delle cipolline sott'aceto sminuzzati. Per i capperi io uso sempre quelli sotto sale, raccolti così pazientemente dalle donnine di Filicudi, che mi porto sempre a casa ogni volta che ritorno da questa bella isola.
Ingredienti:
2 uova sode
150 g di tonno sott'olio o al naturale sgocciolato
olio extravergine di oliva
una manciata di capperi sotto sale, sciacquati bene e asciugati
2 o 3 filetti di acciuga sott'olio sgocciolati
aceto di mele
sale/pepe
Frullare le uova con le
acciughe, i capperi e il tonno, emulsionando con un filo di olio. Aromatizzare con un paio di cucchiai
d'aceto, aggiustare di sale e pepe se occorre, a piacere qualche goccia di limone.
Se si preferisce una salsa più morbida allungare con qualche cucchiaio di brodo vegetale.
Tuna Dip
There is a tiny little island just off North Sicily, almostelusive, wildand apparently inhospitable: Filicudi, one of the sevenbeautiful sistersof volcanic origin (with still two active volcanoes,Stromboli and Vulcano). You can read some historical info here. Its economyis mainly basedon the cultivation ofcapersand tourism.
I often go there, especially during Summer, a dear cousin of mine has a marvellous house there, th blue house, and whenever I come back home I am used to bring some capers that old ladies patiently collect and store in jars with coarse salt: they last for long and are ideal in cooking, reminding sweet fragrances of this beloved island.
Yesterday I used them for this dip you can enjoy with crostini or grissini, or else spread as a sauce on finely sliced boiled meat. You can also add finely choppedgherkinsorpickled onions.
You need:
2 hard boiled eggs 150 gtuna in oilornatural,drained extra virgin olive oil a handful ofsalted capers, rinsed anddried 2 or 3anchovy fillets in oil,drained apple cider vinegar salt/pepper
Blend eggs withanchovies, capers and tuna, emulsifying witha little oil. Season witha couple of tablespoonsof vinegar,salt andpepperif necessary,and if you like tastea few drops oflemon juice. In case you prefer asmoothersauce (to spread on meat, for instance) dilute witha few tablespoons ofvegetable broth.
This recipe is my personal entry to WHB # 353
hosted this week by Chris from Mele Cotte for English edition,
Kri from Tutto a occhio for Italian edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea! Who's hosting WHB Rules
Di Marco Bianchi avevo già parlato in uno dei primi post dedicati alla rubrica Salutiamoci, e l'altro giorno, mentre me ne stavo accovacciata sul divano per un riposino veloce col telecomando in mano zappando di qua e di là, me lo sono rivisto spuntare sotto gli occhi e nientepopodimeno che a casa di ... Benedetta Parodi! :-)
Ha proposto questi involtini di melanzane, un piatto leggero e gustoso, pensando ad una periodo di depurazione dopo i bagordi estivi. Se lo volete rivedere dal vivo, qui il video, dal minuto 7.20 al minuto 23.25.
E' un piatto leggero e gustoso, un antipasto insolito, e se abbinato ad una macedonia di frutta fresca diventa l'ideale per un pranzo nutriente e soddisfacente.
Ingredienti:
una melanzana
150 g di cannellini lessati *
150 g di caprino
mezzo spicchio di aglio
origano
1 cetriolo
3 cucchiai di yogurt greco 0% grassi
un pezzetto di cipolla rossa
sale/pepe
olio extravergine di oliva
* questi della Valfrutta sono cotti a vapore e non contengono zucchero
Tagliare la melanzana a fette e grigliarle sulla piastra. Far raffreddare le fette su un vassoio pennellandole leggermente di olio solo su un lato per mantenerle morbide.
Frullare i cannellini scolati e sciacquati con l'aglio e un cucchiaio di olio. Profumare con l'origano e il pepe e poi unire il formaggio. Spalmare un cucchiaio di crema su ogni fetta di melanzana ed arrotolare come un involtino, se necessario fermare con uno stuzzicadente.
Grattugiare il cetriolo (con la buccia se di quelli dolci), salare e metterlo a scolare. Strizzarlo bene ed unirlo allo yogurt. Aggiungere anche un pochino di cipolla tritata finemente (se piace), salare e pepare, unire un goccio di olio se necessario. Secondo me ci starebbero bene nella salsa allo yogurt anche un paio di spicchi di mela Granny Smith grattugiata.
Servire gli involtini accompagnati dalla salsa allo yogurt.
Eggplant Rolls
We all need a purification time after the long summer food raids.
Vegetables and legumes will greatly suit and can be combined in balanced meals like this fresh dish, with a fruit salad aside could be a light lunch.
The recipe goes to Jaya from Desi Soccer Momfor MLLA # 51 she's hosting this month, thanks to Susan, the founder of this lovely monthly event.
You need:
an eggplant 150 gboiled cannellinibeans 150 gfresh soft goat cheese (but you can use any light fresh soft vheese) half a clove ofgarlic oregano 1 cucumber 3 tablespoons ofgreek yogurt0%fat a piece ofred onion salt/pepper extra virgin olive oil
Slice eggplant andgrill. Allow to coolon a tray, brushingthe sliceslightly withoilonly on one sidetokeep them soft. Drain and rinsebeansand blend withgarlic and atablespoon of oil. Season withoregano andpepper and thenadd the cheese and mix until well amalgamated. Spreada tablespoon of cannellini creamon each slice ofeggplantandroll up, sealing with a toothpick if necessary. Grate thecucumber(unpeeledifsweet), add salt and put in a colanderto drain.Squeeze it welland add to yogurt.Also add some finely chopped onion(if desired), season with salt and pepper and a little oil if necessary. I suppose that some grated Granny Smith apple would suit to the sauce as well. Servethe rollsaccompanied byyogurt sauce.
Ufficialmente e da calendario l'autunno è già iniziato da qualche giorno.
Meteorologicamente va a giornate, un colpo è grigio e piovoso (se non terribilmente acquazzoso) ed un altro giorno è sole splendente ed ancora caldo da girare in infradito e senza maniche, con la voglia di rimettersi ancora in costume (il week-end scorso mi sono tolta anche la voglia degli ultimi bagni a Positano :-) ... se non fosse che l'andare a ritirare i libri scolastici mancanti degli ultimi due che ancora frequentano le scuole mi riporta alla dura realtà: ahimé, le vacanze sono proprio finite! ... ed è ora di rimettersi in riga e rientrare in mentalità più lavorativa.
E così, dopo la lunghissima pausa estiva, l'altra sera sono ritornata a scuola alle Tamerici, invogliata anche da un corso speciale di Silvia Maccari che prometteva di portarci a spasso nel Mediterraneo (e non suona quasi come un invito vacanziero? :-)
Di lei avevo già parlato l'anno scorso, in occasione dei festeggiamenti per il Ventennale delle Tamerici, la sua colorita solarità e semplicità è rimasta immutata, come i bei fiori che rallegravano la tavola l'altra sera.
Simpatia e dolcezza, una forte determinazione, una simpatica autoironia mai sdolcinata e il sapersi riproporre ad ogni nuova situazione: questa è Silvia, definitivamente (almeno per il momento) ritornata nella sua amata Firenze dove coccola i suoi ospiti con le sue divertenti lezioni di cucina italiana.
E ha coccolato e divertito anche noi, raccontandoci qualcosa dei suoi viaggi che l'hanno portata a conoscere ed approfondire con ostinazione tante cucine diverse, con un occhio di riguardo per quella ebraica, per la quale ha quasi promesso di farci un pensierino per un corso futuro.
Un tour gustoso attraverso i paesi mediorientali che si affacciano sul Mediterraneo, dove prevalgono cibi raffinati, soprattutto in Persia (l'attuale Iran, ma il nome antico è più fascinoso e meno turbolento), paese dalla cultura millenaria e da un viscerale amore per la casa. Preparazioni gustose, sempre con base il riso basmati (che sostituisce il pane nei paesi dove non esiste la coltivazione del grano), dove prevale un'innata ed elegante indole per gli abbinamenti agrodolci, sempre ben bilanciati, e per le spezie, sempre ben calibrate.
In ordine di charme gourmand il primo posto tocca proprio alla Persia, seguita dal Libano, la cui cucina ha molto risentito dell'influenza francese durante gli anni del protettorato, dalla Turchia ed infine dalla Grecia, che risulta la cucina più povera e basica di tutto il Mediterraneo, profumando tutte le pietanze solo con l'onnipresente (ma ormai monotono) origano, riservando il basilico come ornamento (e poi, per dirla proprio tutta, non sanno cucinare il pesce :-).
Da sottolineare la consuetudine di cucinare la portata principale (che a volte è il piatto unico del pranzo) in una grande pentola, posta poi in mezzo alla tavola dove ognuno si serve a piacere.
Per quanto riguarda i dolci sono per la maggior parte al cucchiaio e sempre aromatizzati con acqua di fiori, di arancio o di rose. Viene usata molta pasta frolla, spesso arricchita o guarnita con sesamo, la frutta secca in tutte le sue varietà e molto spesso sono ricoperti con miele o sciroppo di zucchero (un pochino troppo pomposi per il mio gusto personale :-).
Il menu della serata
I due antipasti proposti potrebbero diventare per noi una cena leggera,
perfetta se abbinati ad una bella insalata mista di frutta e verdura:
Beid Bi Tom - Egitto
uova fritte con aglio e limone,
il classico uovo al tegamino sgrassato con succo di limone e profumato con menta
Caciocavallo all'argentera - Sicilia
fettine di caciocavallo leggermente infarinate fatte mantecare in olio aromatizzato all'aglio,
sgrassate con un buon aceto aromatico e profumate con origno e pepe nero
Borek di formaggio - Turchia
sigarette di pasta fillo con formaggio,
semplicemente un mix di feta, uovo e prezzemolo avvolto nella fillo,
la frittura ne esalterà il sapore
(ma si possono fare anche al forno :-)
la simpatica Silvia alle prese con l'arotolamento della sigaretta :-)
Kotopoulo lemonato me ginger - Grecia
pollo al limone e ginger,
una teglia brasata gustosa e saporita,
la testa d'aglio si trasforma in una cremona deliziosa facilmente digeribile :-)
Kado Polou - IRAN
riso con polpette di carne e zucca,
una delicata cottura al vapore per un pasticcio orientale molto raffinato
Muhallabia - Giordania
budino bianco di riso e mandorle,
onnipresente in tutti i bar e caffè del paese, più una merenda che un fine pasto,
profumato con l'acqua di fiori preferita e riccamente guarnitocon pistacchi e melograno
Noci farcite - Siria
un ripieno di simil marzapane per unire due mezze noci con un abbraccio di caramello
نوش جان
صادق
afiyet olsun
καλή όρεξη
bonu pitittu
(persiano-arabo-turco-greco-siciliano)
un grazie a Denise per alcune sue foto prestate :-)
Dal 2006 ogni anno centinaia di blogger da tutto il mondo preparano un pane per questo giorno speciale. Quindi facciamolo ancora:
Inforniamo un nuovo pane per la Giornata Mondiale del Pane e postiamolo sul blog!
Zorra raccoglierà poi tutte le partecipazioni in un'unica raccolta.
Per avere un'idea o una fragrante ispirazione potete dare un'occhiata alle raccolte delle Giornate Mondiali del Pane degli anni scorsi.
Zorra spera di poter ricevere anche quest'anno un cesto enorme di pane proveniente da tutte le parti del mondo!
Come partecipare:
siete pregati di leggere e seguire attentamente le istruzioni che seguono. L'invio dell'email e il link che fa riferimento al post originale sono requisiti fondamentali per poter partecipare; se uno dei due viene omesso il vostro post non apparirà nella raccolta finale. Grazie per la comprensione.
- Preparate il pane, fate delle foto e pubblicate un post martedì 16 Ottobre 2012 (il post può essere scritto anche in qualsiasi lingua). Non prima nè dopo questa data e solo una partecipazione per blog.
- Il post dovrà essere nuovo e dedicato unicamente a questo evento, quindi non potrà partecipare ad altri eventi promossi nel mondo dei food-blogs.
- Compilare il formulario per la partecipazione che trovate nell'annuncio originale di Zorra e la propria ricetta verrà inserita nella raccolta finale.
- Nel post aggiungete sempre un link a questo post originale.
- Le ricette saranno accettate fino al 17 Ottobre.
Se avete suggerimenti o domande non esitate a contattare personalmente Zorra a kochtopf(at)gmail(dot)com.
Potete voi stessi pubblicizzare l'evento sul vostro blog incollando il logo dell'annuncio.
Per il logo aggiungete il codice seguente:
... gli appassionati di lirica intonano le note della più popolare opera del compositore catanese Vincenzo Bellini, ma se ci troviamo in compagnia di appassionati gourmet allora il pensiero, anzi l'assaggio, si sposta su un piatto tipico della cucina siciliana, la famosa pasta alla Norma.
Un piatto tradizionalmente di maccheroni, conditi con salsa di pomodoro profumato al basilico ed arricchita di melanzane fritte e ricotta salata.
Ma esiste davvero un connubio tra le due cose, dato che la leggenda vuole che questa ricca pasta sia stata chiamata così da Nino Martoglio, noto commediografo catanese, che all'assaggio rimase strabiliato dal suo profumo e dalla sua bontà, esclamando appunto "Ma questa pasta è una Norma!", come se il paragone con la bella composizione di Bellini ne esaltasse il gusto.
Ne ho mangiata una superdeliziosa l'anno scorso a Filicudi, fatta proprio da mani cuciniere catanesi, ed ancora ne serbo un ricordo golosissimo.
Quest'estate all'Elba la mia amica Daniela ci ha presentato una variazione sul tema molto simpatica, mantenendo i sapori e i profumi di questa pasta, ma cambiando le consistenze e la presentazione degli ingredienti.
Come potevo non telefonarle e farmi rimembrare l'esatta esecuzione di quei deliziosi bicchieri gustati alla sua bella e colorata tavola corallosa?
Ecco allora la Norma nel bicchiere :-) ... ovvero Cocktail di melanzane, pomodoro e bufala.
Per 6/8 bicchieri:
2 melanzane grandi
un kilo di pomodori *
aglio/cipolla
basilico
olio extravergine di oliva
sale/pepe
gamberi/scampi/mazzancolle **
mozzarella di bufala a dadini
grana a scaglie
* si possono usare sia pomodori freschi maturi o pelati (meglio se fatti in casa :-)
** calcolare 3 o 4 pezzi a testa
- Sbucciare le melanzane e tagliarle a cubetti. In una padella soffriggere leggermente un pezzetto di cipolla affettata e uno spicchio di aglio in un goccio di olio, aggiungere le melanzane, insaporire, aggiungere un paio di foglie di basilico, salare e pepare e lasciare ammorbidire per circa 15 minuti a fuoco basso e con coperchio, se necessario aggiungere un goccio di acqua. Quando pronto frullare il composto fino ad ottenere una bella crema.
- Fare la salsa di pomodoro come meglio si preferisce, soffritto di cipolla o aglio o entrambi a proprio gusto, insaporire con foglie di basilico, salare, quando pronta frullare finemente o più grossolanamente a piacere.
- Sgusciare i crostacei (eliminando il filo nero se necessario) e saltarli in padella pochi minuti con un filo di olio.
- In un bicchiere versare 2 o 3 cucchiai di crema di melanzane, aggiungere una manciata di dadini di mozzarella, ricoprire con la salsa di pomodoro. Disporre 3 o 4 crostacei per bicchiere e guarnire con foglie di basilico e scaglie di grana (che mi sono dimenticata :-).
- Meglio comporre i bicchierini con la crema di melanzane e la salsa di pomodoro calde, così la mozzarella si scioglie leggermente, poi sono buoni anche tiepidi o a temperatura ambiente.
Pasta alla Norma (Norma's Pasta) is a typical pasta dish from Sicily, made with tomatoes, fried eggplant, grated ricotta salata cheese, and basil. The legend tells that Nino Martoglio, a Sicilian writer, publisher, journalist and producer of theatrical works was so surprised when tasting this pasta the first time that he wowed "But this pasta is a Norma!", referring to the greandeur of opera Norma
Last July in Elba I was invited by my dear friend Daniela for dinner and she offered us the same aromas and flavors of the Norma in a glass and I liked her idea very much.
Serving6/8glasses:
2largeeggplants onekiloof tomatoes* garlic/onion fresh basil leaves extravirgin olive oil salt /pepper prawns or shrimps** buffalo mozzarella, diced parmesan
*you can use eitherfresh ripe tomatoesor canned (better ifhomemade:-) **3 or 4 pieceseach glass
-Peel eggplants and cut into cubes.In a large pan fryalittlebit of sliced onionand a cloveof garlicin a littleoil, addthe eggplant, salt and pepper, a few basil leaves and cook for about 15minutes until tender, covered with liddown and at medium/low heat,if necessaryadd alittle water.Whenreadyblend the mixtureto cream. - Makethe tomato sauceas you usually do, with a little onion or garlicor both, and season with basil and salt, when readymixfinelyor morecoarsely at your pleasure. -Shellprawns(eliminatingthe black wireif necessary) andsauté in a pana few minutes witha little oil. -Ina glasspour 2or 3 tablespoonsof eggplant cream,adda tablespoon ofdicedmozzarella,top with tomato sauce.Arrange3 or 4 prawns on each glassand garnishwith basil leavesand grated parmesan(I forgot the last one :-). -Better to use hot eggplant cream andtomato sauce, sothe cheese can slightly melt. You can then serve the dish still warmor at room temperature.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea! Who's hosting WHB Rules
Un'isola piccola, quasi sfuggente, selvaggia e a prima vista inospitale: questa è Filicudi, all'estremo ovest dell'Arcipelago Eoliano, un gruppo di sette bellissime sorelle di origine vulcanica (con due vulcani ancora attivi, Stromboli e Vulcano) che si specchiano nelle acque del mar Tirreno antistante Messina.
Ma la sua storia risale a tempi antichi e nonostante circondata dal mare, paradossalmente non ne era dipendente. Il nome Filicudi deriva dal greco Phoinicussa che significa ricco di felci, intendendo per felce una palma nana che cresceva abbondante e rigogliosa nell'isola.
Filicudi è un’isola molto antica. I segni delle epoche, delle
diverse popolazioni che hanno vissuto qui, sono incisi ovunque
sull’isola.
La prima zona di Filicudi ad essere abitata fu, nel Neolitico (III
millennio a.C.), la Piana del Porto: quella striscia a livello del mare
che collega la montagna di Capo Graziano al resto dell’isola.
L’insediamento neolitico è cresciuto intorno ad un commercio fiorente
e redditizio: la lavorazione dell’ossidiana, una pietra di origine
vulcanica, nera e lucida, che veniva usata nella fabbricazione di
gioielli.
Cinque millenni fa la gente di Filicudi apparteneva dunque all’antica
cultura di Diana. Di questo periodo rimangono frammenti in ceramica,
conservati nel Museo Archeologico di Lipari (a Filicudi c’è un piccolo
distaccamento del Museo, sul lungomare del porto).
Per le genti di Filicudi, la situazione di prosperità dovette
tuttavia cambiare in fretta, perche’ dalla piana del porto,
difficilmente difendibile da attacchi via mare, gli eoliani si
spostarono sulla montagna di Capo Graziano e a Montagnola, ambedue in
posizioni difensive.
L’insediamento di Capo Graziano risale al periodo protoelladico. Oggi
si possono ammirare i ruderi di una trentina di case in pietra a
struttura circolare, disposte a lisca di pesce. Sul punto piu’ alto di
Capo Graziano campeggia infine l’antico altare sacrificale di queste
genti, talmente evolute da importare ceramiche micenee.
Ma dobbiamo attendere il 2000 a.C. perchè Filicudi diventi una sponda
fondamentale del commercio miceneo. In questo periodo si sviluppa la
fiorente cultura di Capo Graziano (di cui, oltre al villaggio, resta una
necropoli a Montagnola), che si estende a tutte le Eolie.
Gli avamposti di Micene si trattennero a Filicudi fino al 1430 a.C.
circa. Poi le genti di Capo Graziano furono soppiantate da nuovi
abitanti: la cultura milazzese. Di questa cultura abbiamo notizia grazie
ai ritrovamenti, avvenuti a Panarea, di anfore con morti rannicchiati
dentro. Per la cultura di Capo Graziano fu l’inizio del declino.
Ma l’episodio che segno’ l’isola fu l’arrivo degli Ausoni,
popolazioni della terra ferma di origine appenninica. I villaggi
filicudari vennero distrutti e, dal XIV sec a.C., l’isola restò
disabitata. Uno scoglio di appena 10 chilometri quadrati nel mare.
I nuovi popoli che abitarono Filicudi arrivarono nel VI/V secolo
a.C., e furono greci. Insieme alle navi arrivò la civiltà. I coloni
cnidii ci hanno lasciato un’iscrizione funeraria ritrovata a Zucco
Grande, e tracce di una straordinaria necropoli bizantina sulla dorsale
del porto.
Di epoca romana abbiamo invece diversi relitti marini con interi
carichi a bordo (anch’essi visitabili) e i resti di abitazioni romane
alle Punte.
Filicudi venne dunque ripopolata. Una citazione attribuita a Plinio
dice che l’isola era usata per pascolare le mandrie e il bestiame delle
altre isole (… essere stata con Filicuri adatta a mandrie del bestiame
di altre isolette).
La storia successiva si perde nell’oblio. Filicudi fu forse abitata
in periodo normanno; ma quel che è certo è lo sforzo dell’uomo lungo i
secoli per addomesticare il potere selvaggio della natura.
Decine e decine di terrazzamenti, dal livello del mare alla sommità
della montagna, portano testimonianza dello sviluppo dell’agricolutura.
Oggi le lenze (i terrazzamenti) sono appena visibili, quasi delle
striature della terra delimitate da muri a secco. I fichi d’india, un
tempo usati per delimitare i confini, si sono moltiplicati, mentre il
vento caldo ha portato dall’Africa l’assenzio, che ricopre con il suo
profumo esotico i fianchi dell’isola (da FilicudiResort).
Ora l'isola conta una popolazione media di 200 abitanti (dopo un brutale spopolamento negli anni '60, quando le isole minori delle Eolie furono quasi abbandonate per cercare fortuna in terra americane e australiana) che arrivano fino a 3000 nei mesi estivi. La sua economia si basa principalmente sulla coltivazione di capperi e sul turismo.
Dal 2000 le Eolie sono state nominate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, sia come riserva della biosfera, sia come patrimonio culturale.
Ho incontrato Filicudi per la prima volta nel 1981, quando l'isola non era ancora stata collegata alla rete elettrica, e le giornate e le attività ruotavano intorno al sole, alle candele, alle lampade a gas. L'acqua calda veniva fornita per la maggior parte dell'anno usufruendo di contenitori sopra ai tetti che si scaldavano col tepore dei raggi solari, l'acqua veniva mandata sui tetti dapprima con l'aiuto di una pompa a mano (a turno ci si allenava i bicipiti :-), in seguito con una pompa scoppiettante a benzina (o gasolio, non ricordo bene). Era una vacanza più spartana, in un certo senso, anche se alla fine non mancava nulla e di certo il divertimento e la spensieratezza non ne venivano intaccati, il fascino di quel luogo valeva ben la fatica di una mulattiera a piedi per risalire dalla spiaggia o l'assenza di comodità elettriche.
L'elettricità è arrivata nel 1986 e purtroppo ha rovinato esteticamente l'isola, percorsa ora da cavi e pali elettrici messi un po' a casaccio e senza riguardo alcuno, un vero peccato dal momento che c'era l'esempio superpositivo della vicina Panarea dove hanno avuto il buon gusto di interrare tutta la rete elettrica.
Da qualche estate ho ripreso a frequentare quest'isola, grazie sempre all'ospitalità di una cara cugina fiorentina, e nella sua bella casa celeste si affollano ricordi di tante belle giornate trascorse serene con amici cari, guardando l'orizzonte che si confonde con il mare, assaporando ancora la quiete e l'aria africana che avvolge e riscalda ogni centimetro di pelle.
Insalata semplice, servita in tutte le trattorie dell'isola, dove prevalgono i profumi caratteristici dei capperi (conservati sotto sale, caratteristica usanza che ancora si tramanda di mano in mano) e dell'origano, raccolto e seccato a mazzi.
Il cetriolo è facoltativo, ma a me piace tanto, dà ancora più freschezza e croccantezza al piatto. Nulla vieta, poi, di aggiungere tonno o uova sode per farne un piatto unico.
Ingredienti:
pomodori maturi e sodi a fette
patate bollite a bocconi
cipolla di tropea affettata finemente
capperi dell'isola sotto sale, sciacquati ed asciugati
olive
origano
olio extravergine di oliva
cetriolo a fette, facoltativo
sale/pepe
Riunire le verdure in una ciotola, salare (poco, i capperi portano sapidità) e condire con l'olio, sfruguliando sopra una manciata generosa di origano.