Eh, sì davvero, il mio caro babbo ci aveva visto lungo quando nel lontano 1970 sbarcò in quel di
Bardolino, e qui decise poi di stabilirvici definitivamente dopo pochissimi anni, abbandonando casa e lavoro milanesi e ritirandosi a miglior vita nella campagna lacustre ... lui, toscano doc, che della sua terra, però, non portava ricordi sereni e per questo ci ritornava solo per incontare parenti ed amici e rifornirsi di buon olio e buon vino ... che poi, con tanta passione ed amore (e maestria di famiglia essendo figlio di un vinaiolo), iniziò a produrre da solo, dapprima facendo schiacciare a mano i grappoli della prima piccola vendemmia a noi figli della metropoli milanese (con un certo che di distacco e quasi ribrezzo!) ed in seguito, dopo l'acquisto di 25 bellissimi campi a due passi da casa e la ristrutturazione delle sue cantine personali ricavate dall'originale in tufo, orgogliosamente con successo tanto da poter vantare le sue bottiglie sulle tavole di un noto ristorante del centro storico di Verona ... è stato amore a prima vista, di questa terra ha saputo cogliere il buono che poteva offrire, ci ha insegnato nel tempo, anche col sacrificio, ad apprezzarla in tutte le stagioni, ed ora, ricordandolo sereno e sempre attivo a bordo del suo trattore fiammante, su e giù per le scarpate, con la benna impennata, brontolando per un sasso qui o uno scannafosso là, non posso che essergli grata di questa sua scelta ... il suo intuito affarista non l'ha tradito quasi mai, men che meno quando d'impulso ha firmato la sua decisione pro lago!
Dal
Sole 24 ore del 06.06.2011, di Marco Biscella:
Difficile immaginare che ai computer piacciano il vino, il calcio femminile, le feste dell'uva, i concorsi pianistici, le regate sul lago, le gare campanarie, la tradizione dell'ospitalità. Alla fine il loro compito è "ruminare" dati, in gran quantità e a gran velocità, per poi spremerne il succo concentrato in un solo numero.
È possibile allora provare a selezionare, in base alle evidenze statistiche, quale potrebbe essere il "borgo più felice d'Italia", cioè il paese dove la qualità della vita risulta migliore? Sì, si può. Il verdetto? Nella classifica del benessere è Bardolino, 6.800 abitanti, in provincia di Verona, a staccare nettamente tutti.
Così a primeggiare in questo campionato del Bil è il paese dell'omonimo e apprezzato vino dal colore rosso rubino e dal gusto asciutto, di una squadra di calcio femminile che è ai vertici in Italia, il paese dove si celebrano la festa del Chiaretto, dell'uva e del Novello e dove le strutture ricettive sono in grado di abbracciare più di 15mila turisti. Bardolino ha raggranellato il numero indice più elevato, pari a 100, lasciandosi alle spalle Brunico, a quota 91,1, e un altro borgo gardesano, ma sulla sponda bresciana, come Sirmione, fermo a 90,5. Insomma, un podio tutto nordestino (vedi classifica dei primi 100 nella tabella a fianco).
Ma come si è arrivati a questo risultato? «L'analisi - spiega Michele Bacco del Centro studi Sintesi, che ha realizzato la ricerca "La classifica dei borghi felici" - è stata affrontata in due fasi. Partendo dagli 8.100 comuni italiani, in una prima fase è stata effettuata una scrematura attraverso una serie di 20 parametri e comunque rispettando il criterio che la popolazione fosse superiore ai 3mila abitanti. Questa cernita ci ha portato a selezionare 260 comuni».
A questo punto è doverosa una precisazione: i venti indicatori utilizzati dal Centro studi Sintesi sono quelli legati alla qualità della vita in versione Stiglitz–Fitoussi, cioè qualcosa che tende a superare l'ormai sessantenne e acciaccato Pil (Prodotto interno lordo, cioè un indicatore basato soprattutto sul reddito) sostituendolo con il più giovanile e accattivante Bil (benessere interno lordo). Quindi, spazio alle variabili del benessere economico e sociale, all'ambiente, agli indicatori di felicità.
«Nel concreto – aggiunge Bacco – per ciascun indicatore sono stati esclusi gli outlier (ovvero comuni con valori troppo alti o troppo bassi nelle variabili considerate), eliminando in questo modo le realtà territoriali che verosimilmente apparivano "poco sostenibili" sotto il profilo delle tematiche ispiratrici della qualità della vita».
A questo punto – ecco la seconda fase – i 260 piccoli comuni sopravvissuti «sono stati analizzati sulla base di 49 indicatori suddivisi in otto aree tematiche: condizioni di vita materiali; istruzione e cultura; partecipazione alla vita politica; rapporti sociali; in/sicurezza; ambiente; attività personali e salute. Abbiamo utilizzato i dati riferiti all'ultimo anno disponibile e le principali fonti statistiche, dall'Aci all'Istat. Il peso degli indicatori è stato quindi valutato sulla base dell'area territoriale di riferimento della fonte, applicando un peso inversamente proporzionale all'ampiezza dell'area di riferimento del dato. Infine, per aggregare i diversi risultati ogni variabile è stata sottoposta a un processo statistico di standardizzazione».
Un percorso statistico complicato. E se è vero che il Centro studi Sintesi sta a Mestre e che ai primi quattro posti ci stanno altrettanti borghi del Triveneto, la classifica finale vede al quart'ultimo posto la veneziana Jesolo.
Un'ultima curiosità: qual è il duecentosessantesimo comune più felice, che ovviamente non può essere considerato l'ultimo d'Italia, bensì il centro non capoluogo dove si vive "meno meglio"? È Fasano, in Puglia, che ha raccolto un numero indice pari a 43,6. Poco meno della metà di Bardolino.
il lago in questi giorni, luci accecanti nei momenti di tempesta
Anche il quotidiano veronese l'
Arena riporta oggi stesso la notizia nel servizio di Camilla Ferro:
Ha il «Bil» migliore d'Italia. Dici poco, il massimo di «Bil». Non è roba da niente. Il vecchio freddo «Pil» non regge il confronto. Il «Bil» è di più, ha in sè un valore aggiunto che fa la differenza e averne molto o poco, o addirittura niente, significa entrare o no nella classifica nazionale dei Comuni dove si vive meglio.
«Bil» è l'acronimo di «Benessere interno lordo» nella versione Stiglitz-Fitousii (premio Nobel per l'economia il primo, economista il secondo), è cioè un parametro che giudica la qualità della vita di un Comune considerando una serie di indicatori che vanno oltre il semplice reddito pro-capite: valuta, ad esempio, l'istruzione, la cultura, la partecipazione alla vita politica, i rapporti sociali, la sicurezza, l'ambiente, le attività personali, la salute. Bardolino di «Bil» ne ha da vendere, è il paese d'Italia dove si vive più felici in assoluto tanto che ieri è finito sulla prima pagina de «Il Sole24ore» per essersi guadagnato il primo posto della classifica del benessere italiano.
Ma c'è dell'altro. Tra i 260 Comuni della ricerca del Centro Studi Sintesi sopravissuti alle diverse fasi di scrematura (erano 8100 i centri inizialmente presi in esame), a finire nell'elenco d'oro, di veronesi ce ne sono altri 13: Caprino (9° posto), Grezzana (18°), Sommacampagna (23°), Villafranca (37°), Soave (44°), Isola della Scala (45°), Zevio (60°), Nogara (73°), San Martino Buon Albergo (95°), Sanguinetto (111°), Tregnago (124°), Bovolone (175°) e Villa Bartolomea (248°). La provincia scaligera, insomma, con il lago a far la parte del leone, è tra quelle dove si sta davvero bene e dove il «Bil» è da primato.
Grande soddisfazione, naturalmente, da parte del sindaco bardolinese Ivan De Beni: «Sono compiaciuto, è davvero una piacevole sorpresa che premia il lavoro di squadra fatto dal primo giorno del nostro insediamento. Abbiamo lavorato», spiega, «su due versanti: portare al primo posto il cittadino rendendolo partecipe delle scelte politiche, informandolo su progetti e scelte dell'amministrazione; creare un tavolo di concertazione con tutte le categorie produttive, albergatori, ristoratori, commercianti, artigiani e agricoltori, per individuare strategie e raccogliere consigli: ci riuniamo una volta al mese e, di volta in volta, discutiamo delle cose da fare». De Beni gongola: «Grazie a questa sinergia, riusciamo a capire le necessità del territorio. Abbiamo 1 milione e 700mila presenze l'anno ma, al di là del fatto di essere un paese turistico, a Bardolino si sta bene sempre, anzi, stando al Bil benissimo, i bambini soprattutto. C'è da lavorare sodo ma la medaglia è arrivata. E per migliorare ulteriormente invito i cittadini a segnalare le cose che non vanno con un sms al numero 335-8066798 istituito apposta per lamentele e proposte».
Il secondo paese veronese classificato nella «top» del benessere è Caprino, 18° posto. «Che qui da noi si stia bene», commenta il sindaco Stefano Sandri, «lo si coglie da tanti aspetti della vita cittadina. Ad esempio, lo sport: moltissimi nostri giovani sono impegnati nel calcio, nella pallavolo, nel tennis, nell'atletica grazie a impianti di ultima generazione a loro completa disposizione. Poi, è molto attivo il volontariato, il mondo dell'associazionismo è una vera ricchezza per la comunità: su 8.400 residenti, vi sono oltre 50 associazioni che operano dall'assistenza allo sport, dalle attività culturali a quelle patriottiche; la vita culturale del paese è molto intensa: vi sono gli incontri settimanali in biblioteca e molti altri eventi pubblici. Inoltre», conclude Sandri, «per quanto riguarda il tema della sicurezza, essendo Caprino sede della Compagnia dei Carabinieri, c'è un maggior presidio del territorio dai fenomeni deliquenziali. Anche l'emergenza occupazionale è un fenomeno in generale abbastanza contenuto: le attività imprenditoriali e lo sviluppo economico della nostra zona presentano dati migliori rispetto ad altre zone della provincia. Lo dicono i dati della Camera di commercio. E ne siamo orgogliosi».
Terzo paese veronese finito di diritto nella lista è Grezzana, classificandosi al 18° posto. «Il merito non è mio», precisa il sindaco neo eletto Mauro Fiorentini, «ma di chi ha amministrato prima di me. Tra i miei compiti, ora ci sarà anche quello di mantenere la posizione, magari di migliorarla. Per Grezzana è un buon periodo, la sicurezza è migliorata rispetto a qualche anno fa, i servizi ai cittadini ci sono tutti ma cercheremo di fare di più», promette, «per ottimizzare il trasporto pubblico, quello scolastico in primis, e la viabilità di collegamento alle grandi vie di comunicazione».