Fregua e cocciua per l'Abbecedario Culinario
L'Abbecedario Culinario, organizzato dall'intraprendente Trattoria MuVarA, è sbarcato su una delle due isole
maggiori e più precisamente nella bella e selvaggia Sardegna, ospitata dalle Cooking Sisters fino a domenica 26 agosto.
Sono stata in Sardegna perla prima volta
verso la fine degli anni '70, avevo vent'anni, nel cuore della Costa Smeralda,
per una breve vacanza agostiana in casa di amici. Eravamo a Baja Sardinia,
all'epoca la Costa Smeralda era nel clou del suo sviluppo ed iniziava la sua
grande popolarità, offrendo paesaggi mozzafiato e mare ancora incontaminati,
grazie all'occhio di falco superbusiness-oso dell'Aga Khan, che ne
aveva indovinato i potenziali, trasformando questa zona perlopiù disabitata in un paradiso ambientale. Proprio poco tempo fa ho letto che quasi l'intera Costa è passata in mani arabe, in specifico dell'Emiro del Qatar (che tra le altre cose già assimilate si è pure aggiudicato Valentino) ... la domanda sorge spontanea: possibile che noi italiani riusciamo
sempre a farci portare via le più belle cose naturali o artistiche del nostro
bel paese invece di difenderle come un patrimonio affettivo, culturale e
sociale?
Comunque sia, era stata una bella vacanza,
in motoscafo tutto il giorno, godendo così di cale e calette altrimenti
inaviccinabili, mare turchese, ma che dico, smeraldo, sabbia finissima e
luccicante, quasi perlata, tranquillità assoluta, ogni giorno come essere su
un'isoletta privata... quasi come nel famoso e strabiliante film di Lina
Wertmuller Trav, girato a Cala Luna, che ci regala inquadrature paesaggistiche
fantastiche.
Ci sono ritornata poi qualche annetto più
tardi, con amiche per una breve vacanza in Gallura in giugno, attraversando
prima tutta la costa orientale della Corsica (con annesso un pauroso incidente
tutto self-made, con ribaltamento compreso e arresto su
una miracolosa distesa di rovi a picco su uno strapiombo ... la macchina era la
mia, ma non guidavo io, anche se non mi hanno mai creduto :-) quando ancora la stagione non è iniziata e la natura sta regalando
le ultime fioriture prima del grande caldo estivo. Anche questa volta tanto
mare, più ventoso e freschino, più faticoso per raggiungere a piedi le
spiaggette più riservate. Ho il ricordo fotografico stampato nella memoria di
un passaggio per un sentiero naturalistico dove si raccontava nei cartelli
informatici che in quella zona erano state portate alla luce testimonianze
dell'epoca romana, quando i Romani riuscivano a trasportare nella capitale
interi blocchi di granito sardo con cui poi costruivano i colonnati dei templi e
gli edifici più importanti.
Le ultime mie visite sardegnole risalgono a
vent'anni fa, prima un mese di iodio e salsedine curativi per due mamme
intraprendenti e otto bambini (bravi ed ubbidienti :-) al seguito, dai 4 mesi ai
7 anni, un fiammeggiante Espace dove stiparli tutti, di base in Costa Corallina,
ma con qualche gita spensierata nei dintorni, fino alla lunghissima, infinita spiaggia bianca della Cinta di S. Teodoro.
Qualche mese più tardi col marito e
sempre il fiammeggiante Espace, attraversando tutta la costa occidentale della
Corsica e traghettando in Sardegna da Bonifacio, ammirando le bianche scogliere
a strapiombo sul canale.
E proprio in questi giorni il marito è
volato a Cagliari, destinazione Carloforte, dove riuscirà ad ammirare la costa
sud occidentale dell'isola, a bordo di un affascinante veliero, e ad esplorare i
sorprendenti fondali, nella speranza di portare a paiolo qualche bel
pesce:-).
Mi ero ripromessa di ritornare in
quest'isola in primavera, quando la natura si ricopre di infinite fioriture di
ginestre e margherite, e i profumi della macchia mediterranea iniziano a farsi
sentire con prepotenza ... come dice un vecchio detto, la speranza è l'ultima a
morire! :-)
Ho una cara amica sarda doc, trapiantata
nel veronese da anni, ma che ancora conserva intatti il fascino e la
riservatezza tipici degli abitanti isolani. A lei mi sono rivolta per alcune
ricettine tipiche, ma soprattutto famigliari, e la mia richiesta è stata
ampiamente esaudita.
La fregua o fregola è una tipica pasta locale fatta con la semola di grano duro, prodotta per "rotolamento" della semola in un grosso catino di coccio
e tostata poi in forno. Le palline irregolari possono variare di
diametro variabile fra i 2 ed i 6 millimetri.
Le vongole, o meglio le arselle, quelle
più piccole, erano il classico bottino in avanzo dei pescatori, non rendevano
bene nella vendita come i pesci più nobili, per cui spesso venivano usate per
questo piatto veloce e saporito, base di molte cene povere che diventavano così
ricche e gustose.
Forse le mie dosi sono abbondanti, ma ne
abbiamo fatto piatto unico. Aglio e peperoncino a propria
discrezione.
Scusate le foto bluastre e poco luminose ma erano già sera inoltrata e mi reclamavano a tavola con insistenza:-).
Per 6 persone:
2 kg di vongole *
500 g di fregua sarda
(ho usato quella a grana
grossa)
un vaso grande di pelati, meglio se homemade, tagliuzzati
uno/due spicchio di aglio
uno/due peperoncini
prezzemolo tritato
2 litri abbondanti di brodo
vegetale
(o fatto con dado homemade)
olio extravergine di oliva
una padella larga per il sugo e
conseguente spadellatura
* andrebbero usate le arselle, le vongole più piccole, ne ho trovate solo un kilo ed ho aggiunto un kilo di vongole veraci
- Far spurgare le vongole per qualche ora a
bagno in abbondante acqua fredda ed un pizzico di sale grosso, cambiando
l'acqua ogni due ore.
- Al momento della cottura batterle una per
una, lasciandole cadere da un'altezza di circa 40 cm su una teglia da forno:
quelle che si rompono solitamente hanno la sabbia e vanno eliminate. Farle
aprire in una padella capiente, coperte e a fiamma vivace per qualche minuto.
Scolare le vongole (quelle rimaste chiuse vanno eliminate) e raccogliere il
sughino filtranolo bene per eliminare ogni traccia di sabbia. Ho preferito fare
questo passaggio (anche se la ricetta prevede che le vongole vengano aperte
direttamente nel sugo di pomodoro) per evitare una seppur minuscola traccia di
sabbia, che rovinerebbe irrimediabilmente la pietanza.
- Nel frattempo, soffriggere leggermente
l'aglio con uno/due cucchiai di prezzemolo nell'olio, aggiungere i pelati ed il
peperoncino e far cuocere a fiamma vivace qualche minuto, finchè il liquido di
cottura si rapprende. Aggiungere le vongole ed il loro liquido di cottura
filtrato e lasciare insaporire.
- Mentre si prepara il sugo, lasciare
cuocere la fregua nel brodo vegetale, un paio di minuti in meno del tempo
indicato: per la mia ci volevano 10 minuti, l'ho lasciata nel brodo 8 minuti.
Scolare la fregua con un colino e versarla nella padella, aggiungendo qualche
mestolo di brodo per terminare la cottura a fiamma vivace.
1 commento:
Che nostalgia di questo piatto, rappresenta le vacanze già passate...
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