22 febbraio 2013

Vellutata di porri e topinambur - Leek and topinambour soup - WHB # 372


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Ho appena trascorso un bellissimo weekend all'insegna della buona e sana cucina, presso Cascina Rosa, la scuola di cucina preventiva e adiuvante presso l'Istituto dei Tumori di Milano.
Ho conosciuto Giovanni Allegro, uno chef calmo e paziente, specializzato in cucina naturale, che da anni si dedica all'insegnamento in questa struttura e collabora anche con il dipartimento di Scienze biomediche di Torino e Firenze nell'ambito di progetti di ricerca sulla prevenzione dei tumori.
E' affascinante sentire quando parla e spiega i perchè e i come di ogni alimento, le proprietà nutritive e quelle dannose, oltremodo interessante e alle volte sorprendevole come si possa raggiungere un buon livello di cucina senza per questo rinunciare al gusto.
Certo la strada è lunga e molto in salita per chi per anni, per ignoranza e/o golosità, oltre ad una buona dose di miti pubblicitari e/o più o meno pseudomedici da sfatare, si è sempre nutrito e cibato più con la pancia che con la testa. 
Ma iniziando da piccole cose, come una spesa più ragionevole e limitata, saltando a piè pari le infinite corsie tentatrici di cibi iper-raffinati e super-controproducenti, si può cominciare ad allargare i nostri orizzonti foodisti (già il termine allargare presuppone una buone dose di ottimismo, se avessi usato il termine restringere, visto che in ogni caso certi alimenti sarebbe meglio eliminarli o limitarli al minimo, la situazione sarebbe apparsa più negativa e la partenza sarebbe avvenuta col piede sbagliato :-), come per esempio attingere ad ingredienti e metodiche culinarie di altre culture, spesso sconosciute o snobbate per incompetenza.
Ora sto leggendo il suo libro (che mancava alla mia raccolta salutistica dopo i demoni anti-zucchero e antilatte, i due  magnifici libri di Marco Bianchi e il mappazzone China Study (non  ancora finito :-), scelto anche dalla stessa raccolta Salutiamoci come base di partenza per definire la tabella degli alimenti permessi.
Tanta teoria alle mie spalle ma una messa in pratica più difficoltosa, soprattutto per la forte reticenza familiare, ma passin passetto spero di farcela, o perlomeno arrivare ad un punto stabilizzante di inversione di ruoli, dove la quotidianità malsana abituale diventi l'eccezione occasionale.

Questa zuppa ha aperto le danze culinarie del corso seguito a Cascina Rosa e vola dritta da Valentina che questo mese ci ospita con le cipolle, gli scalogni e i porri e tutte le loro proprietà magiche!



vellutata porri e topinambour



Per 4 persone:

2 porri affettati sottili
4 topinambur a pezzettini
1,5 l di brodo vegetale
(o fatto con dado vegetale homemade)
1 cucchiaio di farina di avena
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di miso d'orzo, facoltativo
prezzemolo fresco tritato
sale/pepe


vellutata porri e topinambur



Portare il brodo vegetale a bollore, quindi unire i porri e i topinambur (io non li sbuccio ma li strofino con una paglietta abrasiva sotto l'acqua corrente).
Coprire e cuocere circa mezzora a fuoco moderato.
Sciogliere la farina con un goccio di acqua in una ciotolina ed unirla alla minestra, mescolando bene e continuando a cuocere per altri 10 minuti. Passare al setaccio o frullare.
Sciogliere il miso in un pochino di zuppa calda, aggiungerlo al resto e sobbollire ancora qualche minuto (non l'avevo e non l'ho aggiunto, era comunque buona così, serve ad insaporire e a rendere la zuppa più completa dal punto di vista nutrizionale).
Servire con un filo di olio a crudo e una bella guarnizione di prezzemolo (che ho scoperto faccia molto bene alla nostra salute, non ne ho mai fatto gran uso ma ora lo comprerò più spesso).



 Leek & Topinambour Soup


Topinambour (Helianthus touberosus) is a peculiar winter vegetable cultivated widely across the temperate zone for its tuber, as it's a root vegetables. We can admire at the beginning of Autumn large bushes of this sort of sunflower growing along roads and in the countryside, it's a very rustic and invasive plant.
It 's oddly called Jerusalem Artichoke (and also sunroot, sunchoke, earth apple, French or Canada potato, and lambchoke) although it has nothing to do either with Jerusalem than any sort of artichoke, and Wikipedia gives us more explanations about the origin of the name:

Despite its name, the Jerusalem artichoke has no relation to Jerusalem, and it is not a type of artichoke, though both are members of the daisy family. The origin of the name is uncertain. Italian settlers in the USA called the plant girasole, the Italian word for sunflower, because of its resemblance to the garden sunflower (note: both the sunflower and the sunchoke are part of the same genus: Helianthus). Over time, the name girasole may have been changed to Jerusalem. Another explanation for the name is that the Pilgrims, when they came to the New World, named the plant with regard to the “New Jerusalem” they believed they were creating in the wilderness. The English later corrupted girasole artichoke (meaning, “sunflower artichoke”) to Jerusalem artichoke. There have also been various other names applied to the plant, such as the French or Canada potato, topinambour, and lambchoke. Sunchoke, a name by which it’s still known today, was invented in the 1960s by Frieda Caplan, a produce wholesaler who was trying to revive the plant’s appeal.
The artichoke part of the Jerusalem artichoke's name comes from the taste of its edible tuber. Samuel de Champlain, the French explorer, sent the first samples of the plant to France, noting its taste was similar to an artichoke.
The German version of Wikipedia attributes the name "topinambur" to a 17th century coincidence at the Vatican (in 1615) when a sample of the tuber from Canada was on display, as having helped French Canadian settlers to survive the Winter; at the same time a member of the Brazilian coastal tribe, the Tupinambá, was also visiting. The New World connection evidently resulted in the name for Jerusalem artichoke now used in Spanish, German, Romanian and French.

Last week I was in Milan attending a very interesting full-immersion cooking class with Giovanni Allegro, chef at Cascina Rosa,  the cooking school about preventive and adjuvant food nutrition of Istituto dei Tumori (Oncological Institute).
This soup was the first well-balanced and healthy dish we tasted, easy to do and delicious to enjoy!



vellutata porri e topinambur


Serving 4:

 2 leeks, finely sliced
4 Jerusalem artichokes, diced
1.5 l vegetable broth
(or made with vegetable homemade stock cubes)
1 tablespoon oatmeal
2 tablespoons extra virgin olive oil
1 tablespoon barley miso, optional
chopped fresh parsley
salt/pepper



Bring vegetable broth to a boil, then add leeks and topinambours (actually I do not peel them, just rub with an abrasive kitchen sponge under running water).
Cover and cook about half an hour at moderate heat.
Dissolve the flour with a little water in a small bowl and add to the soup, stirring well and allow  to cook 10 minutes more. Sieve or blend with a mixer.
Dissolve miso in a little  hot soup, add it to the rest and simmer a few minutes (I had not and therefore not added, the soup was good anyway, but miso is useful to season and to make the soup more nutritionally complete).
Serve with a drizzle of oil and a nice garnish of parsley (very health indeed too :-)






whb7
This recipe is my personal entry to WHB # 372
hosted by Terry from Crumpets & Co
both for English and Italian edition.
Thanks again to Haalo who manages greatfully all events,
to Bri for Italian edition.
Thanks again to Kalyn for her successfull idea!

5 commenti:

colombina ha detto...

io amo i libri di Marco Bianchi e devo dire che sto cercando pian pianino di modificare la mia alimentazione e quella della famiglia (che oppone un po' di resistenza a volte..) in quella direzione. Cede devo dire ogni tanto soprattutto sulla... salsiccia... ma pian piano ci riuscirò. Questa ricetta mi sembra deliziosa, io amo entrambe le verdure e mi sa che la proverò al più presto. Un bacione

stelladisale ha detto...

che bello che sei stata a cascina rosa! :-) the china study è un libro molto controverso in realtà, interessante da leggere ma mi fido di più di Berrino-Villarini-Allegro, per questo il loro libro l'avevo scelto per la tabella...
buon we :-)

Cindystar ha detto...

Colombina, ti capisco benissimo, con i ragazzi grandi infatti è un disastro perchè presuntuosi della loro salute e beltà non pensano al futuro e non si rendono conto che già siamo sotto pressione :-(
Ma l'importante è non cedere noi e piano piano eliminare/cambiare/correggere abitudini e cibo ;-)
... e sforzarsi di non cadre in tentazione! :-)

Stella, già, è stata un'esperienza molto rosea, per un certo verso. Mi rammarica solo il fatto che forse eravamo un pochino tanti (40) e il filo conduttore spesso travisato per la moltitudine di domande rivolte a Giovanni, alle volte veramente elementari e superflue.
Comunque una persona interessante da ascoltare e seguire nei ragionamenti. Avrei dovuto andare anche domani per il corso sui dolci ma ho dovuto rimandare a metà aprile, perchè lo scoglio più grande è la riuscita di buoni dolci senza zucchero, uova e latte.
Ho letto ultimamente di contradditori su The China Study, ma non mi lascio influenzare nè da questo nè da quello, sicuramente una base di verità è indubbia (dato che si raffronta in ugual misura con gli altri diktat), probabilmente è anche troppo tecnico da digerire, ed infatti giace sul comodino a metà :-)
Buon we anche a te, e speriamo che la neve ci lasci in pace!

terry ha detto...

Adoro entrambi questi ortaggi... sana e buona!!!! devo provarla! :)
Grazie!

Cindystar ha detto...

Grazie, Terry, buona sì ed anche molto salutare, e poi assaggiando l'originale ho provato il miso per la prima volta in vita mia! Della serie ... non è mai troppo tardi! :-)

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